Il Giorno della Memoria. Bilancio e prospettive. Martedì 27 l’Anassilaos ricorda la shoah
24 Gennaio 2015 - 08:46 | di Redazione

Il 27 gennaio del 1945 – settanta anni fa – il campo di concentramento di Auschwitz veniva liberato e scoperto dalle truppe sovietiche che rapidamente avanzavano dalla Vistola all’Oder. Il primo reparto che entrò nel campo faceva parte della LX Armata del generale Kurockin del 1° Fronte Ucraino.
Furono trovati migliaia di uomini, donne a bambini ancora in vita e altrettante migliaia di indumenti e di oggetti vari che erano appartenuti ai prigionieri oltre a otto tonnellate di capelli umani imballati e pronti per essere inviati in Germania. Fin dal 1944 l’Armata Rossa che avanzava verso Occidente aveva liberato altri campi di concentramento che i nazisti avevano provveduto a svuotare, con l’obiettivo di occultare le prove della loro infamia, ma Auschwitz era il più grande e in esso erano confluiti milioni di prigionieri che vi avevano trovato la morte. Si capisce dunque come sia un “Giorno della Memoria” particolarmente solenne quello che si celebra il 27 gennaio in coincidenza con il 70° anniversario della Resistenza (25 aprile) e della fine della Seconda Guerra Mondiale (9 maggio), eventi che l’Associazione Culturale Anassilaos ricorderà con diverse manifestazioni e incontri proprio a cominciare dal Giorno della Memoria che, con la legge 20 luglio 2000, il nostro Paese ha istituito in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti.
All’incontro, che si terrà martedì 27 gennaio alle ore 17,30 presso la Sala di San Giorgio al Corso, interverrà il prof. Antonino Romeo che già in passato aveva affrontato il tema della shoah e che il 10 febbraio affronterà – nell’ambito del “Giorno del Ricordo” – il complesso tragico e spinoso tema delle foibe, con una relazione sul tema “Il Giorno della Memoria. Bilancio e prospettive”. Una manifestazione – sostiene il Presidente di Anassilaos Giovani Tito Tropea – che si apre alla riflessione sul valore e significato del ricordo di quegli eventi specifici di settanta anni fa in un mondo che non cessa di conoscere nuovi e ripetuti orrori e che ha visto nel corso degli anni venir meno la gran parte dei testimoni e vittime sopravvissute di quella atrocità che è stata la shoah. Unica tra tutti i genocidi perpetrati nel corso dei secoli e non paragonabile a quelle stragi di popoli – vedi il genocidio degli Armeni – cui la storia ci ha abituato, in quanto perpetrata nel cuore dell’Europa da uno stato potente e che si considerava “civile” il quale ha utilizzato tutti i mezzi di cui uno stato moderno può disporre per assassinare coscientemente con ordine e metodo milioni di individui colpevoli di essere ebrei o anche omosessuali o anche soltanto malati nell’ottica di una ideologia che propugnava l’eugenetica, con la complicità – occorre ricordarlo – di altri governi e di altri popoli europei “altrettanto civili”. Il dovere della memoria – sostiene Tropea – non va però disgiunto dal rischio che tale evento possa divenire una sorta di rito cui tutti, per conformismo del politicamente corretto, prendono parte per dovere e abitudine senza cogliere, all’interno della coscienza propria e di quella della comunità in cui vivono, che quegli eventi di settanta anni fa si sono in tanto verificati perché l’Europa aveva smarrito i propri valori e aveva ceduto ad ideologie aberranti, un rischio sempre presente perché – per citare il titolo di una famosa acquaforte di Goya – oggi come ieri “Il sonno della ragione genera mostri” (El sueño de la razón produce monstruos). I poeti del Lunedì di Anassilaos (Pina De Felice, Lilly Arcudi, Carlo Menga, Daniela Scuncia, Antonella Postorino, Nanni Barbaro, Nanà Lo Giudice, Giacomo Marcianò, Pietro Rossetti, Mariangela Caminiti da parte loro apriranno e chiuderanno l’ incontro con letture di brani in poesia e in prosa ispirati all’Olocausto.