di Alessandro Sica – L’ha fatto con una lettera d’amore che ha inizio con “Cara pallacanestro”.
L’addio di Kobe Bryant all’Nba segna la fine dopo 20 anni sul parquet della stella indiscussa del basket.
Il saluto finale lo fa attraverso una lettera scritta di suo pugno e pubblicata su The Player’s Tribune: «Il mio cuore può sopportare la battaglia. La mia mente può sostenere la fatica. Ma il mio corpo mi dice che è tempo di dirti addio» scrive Bryant «Sono pronto a lasciarti andare – dice rivolgendosi alla pallacanestro – in modo che entrambi possiamo assaporare ogni momento trascorso insieme. Quelli belli e quelli brutti. Ci siamo dati tutto».
E ancora «dal momento in cui ho cominciato ad arrotolare i calzini di mio padre e a lanciare immaginari tiri della vittoria nel Great Western Forum ho saputo che una cosa era reale: mi ero innamorato di te. Un amore così profondo che ti ho dato tutto dalla mia mente al mio corpo dal mio spirito alla mia anima. Da bambino di 6 anni bambino profondamente innamorato di te non ho mai visto la fine del tunnel. Vedevo solo me stesso correre. E quindi ho corso. Ho corso su e giù per ogni parquet dietro ad ogni palla persa per te. Hai chiesto il mio impegno ti ho dato il mio cuore perché c’era tanto altro dietro. Ho giocato nonostante il sudore e il dolore non per vincere una sfida, ma perché TU mi avevi chiamato. Ho fatto tutto per TE perché è quello che fai quando qualcuno ti fa sentire vivo come tu mi hai fatto sentire. Hai fatto vivere a un bambino di 6 anni il suo sogno di essere un Laker e per questo ti amerò per sempre. Ma non posso amarti più con la stessa ossessione. Questa stagione è tutto quello che mi resta. Sono pronto a lasciarti andare. Sappiamo entrambi, indipendentemente da cosa farò, che rimarrò per sempre quel bambino con i calzini arrotolati bidone della spazzatura nell’angolo 5 secondi da giocare. Palla tra le mie mani. 5… 4… 3… 2… 1… Ti amerò per sempre, Kobe».
Esce di scena uno dei più amati personaggi sportivi in Italia.
Il mitico numero 76 dei Lakers, terzo capocannoniere della storia della NBA.
Ha sempre avuto la capacità di infilare spesso i tiri decisivi, abilità che appartiene solo ai grandi campioni.
Amato da tutti italiani per la sua leggerezza feroce e soprattutto perchè in Italia visse e crebbe fino all’età di dodici anni al seguito del padre Joe, anche lui sportivo e giocatore di basket.
Ciao Kobe. Ciao pallacanestro.
