L'inafferrabile felicità di Dostoevskij nelle sue "Notti bianche"

A tutti i sognatori e a chi, nonostante tutto, non si stanca di aggrapparsi al suo ottimismo, questo libro è per voi

CityNow torna con un nuovo appuntamento di #InsideTheBook la rubrica attraverso cui ogni settimana vi proponiamo un libro da leggere. Questa domenica è la volta di un grande autore ‘classico’ ma non troppo: Fëdor Michajlovič Dostoevskij.

In quanti abbiamo tremato tra i banchi di scuola al solo udire il suo nome. Il problema dei nomi stranieri, in particolare di quelli russi, è che effettivamente trasmettono l’ansia di dover affrontare un romanzo alto quanto un mattone e pesante allo stesso modo. Lo so, state pensando ad Anna Karenina (e sì, quello è Tolstoj!), arriverà anche il suo momento. Oggi è dedicato a lui, Dostoevskij, e alle sue splendide notti, Le notti bianche.

 “Era una notte meravigliosa, una di quelle notti che forse possono esistere solo quando si è giovani, egregio lettore. Il cielo era così stellato, era un cielo così limpido che, dopo averlo guardato, senza volerlo veniva da chiedersi se sotto un cielo del genere potessero vivere uomini stizziti o bizzosi. Anche questa, egregio lettore, è una domanda da giovane, molto da giovane, ma che Iddio ne mandi più spesso all’anima vostra!”.

Se non vi siete già innamorati di lui state mentendo! Scommetto che vi bastano proprio quattro notti per cambiare idea. Magari il tempo sufficiente per una passeggiata a San Pietroburgo, possibilmente di sera, alla luce fioca di un lampione, seduti su una panchina a chiacchierare e conoscersi, d’altronde è così che è successo al protagonista con la sua Nasten’ka, un improvviso e fortuito incontro che ha colorato una vita intera.

Dostoevskij è l’esempio assoluto che si può creare una storia meravigliosa di amicizia, amore e fiducia anche in poche pagine. Si può dipingere un affresco perfetto della città, dei suoi abitanti e delle emozioni che i personaggi vivono con una tale destrezza, che non mi stupirei se questa storia fosse realmente accaduta.  Eppure sono convinta che a tutti sia successo almeno una volta nella vita, di incontrare un perfetto estraneo con cui ci sentiamo subito in sintonia, come se fosse un vecchio amico e, senza timore di alcun giudizio, raccontargli, pezzo per pezzo, ogni sogno, speranza e incertezza.

Nasten’ka per il protagonista è questo e molto altro, è la strada che aveva bisogno di percorrere per aprirsi al mondo, è una prova messa lì dalla vita, come a voler dire “ora sei pronto, puoi proseguire”. E poi, il cielo! Un cielo stellato che fin da subito fa da cornice al sussurrare di due giovani innamorati, non è di certo una coincidenza! Probabilmente è vero, di notte il velo d’inibizione di ognuno si affievolisce per poi tornare, ineluttabile, non appena il sole fa capolino.

Se siete degli inguaribili romantici e avete in voi l’animo inquieto dei sognatori, sappiate che sarete pervasi da emozioni contrastanti dopo ogni pagina! Entusiasmo, rabbia, gioia e delusione saranno i vostri compagni di lettura, ma alla fine capirete che, come il protagonista ci insegna, aprire il cuore è sempre un azzardo, ma non farlo sarebbe un errore di gran lunga peggiore. È vero, la felicità può essere fugace ma non per questo deve avere meno valore, anzi, un motivo in più per goderne appieno! Fino all’ultima briciola.

“Dio mio! Un intero attimo di beatitudine! È forse poco per l’intera vita di un uomo?”

A tutti i sognatori e a chi, nonostante tutto, non si stanca di aggrapparsi al suo ottimismo, questo libro è per voi! Ai più cinici invece, se decideranno di tuffarsi tra le pagine di questo romanzo:

“Non fatene una tragedia! Quando si dice prendere solo il buono da ogni situazione…”

Buona lettura e al prossimo appuntamento con #InsideTheBook!

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