Il Re del Rap chiude a Messina: Marracash travolge lo stadio San Filippo

“Messina… sono a casa anche qui”: Marracash saluta le sue origini nel concerto che infiamma il San Filippo

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Con un concerto carico di emozione, potenza scenica e verità personale, Marracash ha chiuso ieri – 5 luglio – il suo tour “Marra Stadi 2025” allo stadio Franco Scoglio di Messina, davanti a oltre 25 mila spettatori in delirio. Una serata intensa, un rituale collettivo che ha consacrato definitivamente il rapper di origini siciliane come il “King del Rap”.

Il San Filippo pieno, un pubblico esploso d’amore

Lo stadio Franco Scoglio (ex San Filippo) era gremito in ogni ordine di posto. Un’onda entusiasta e luminosa ha accolto Marracash, che ha restituito quella stessa energia con uno show visionario, emotivo e potente. “Messina… sono a casa anche qui” ha detto Marra dal palco, tra le ovazioni del pubblico. E mai come stavolta lo era davvero: in platea c’erano i suoi parenti siciliani, le sue radici. Il rapper, nato a Nicosia da padre ennese e madre di Capizzi, ha salutato la famiglia presente tra gli spalti con un toccante “Vi amo”, sulle note di “Bastavano le briciole” e “Noi”.

Sei fasi per raccontarsi: Marracash e la sua trilogia

Il concerto, come tutto il tour, si è articolato in sei momenti chiave: L’ego, Il passato, I dubbi, Qualcosa per cui lottare, L’amore e Il ricongiungimento. Un viaggio musicale e narrativo che ha attraversato i tre album della trilogia che ha cambiato il rap italiano: Persona (2019), Noi, loro, gli altri (2021) ed È finita la pace (2023).

Su un palco visionario – un mix tra Matrix e Octopus – Marra ha dialogato con l’intelligenza artificiale dalla voce di Matilda De Angelis, accompagnato da ballerini-scienziati e una scenografia da sogno costruita da Ombra e Friend & Partners, con la direzione artistica di Lorenzo De Pascalis e la regia manageriale di Paola Zukar.

Le hit che hanno incendiato Messina

Tantissimi i brani che hanno fatto esplodere lo stadio. Da “Power Slap” a “Gli sbandati hanno perso”, da “Vittima” a “Sport”, “Cliffhanger”, “Goat” e “Body Parts”, fino alle toccanti “Laurea ad honorem” (con la celebre frecciatina all’ateneo di Messina: “Grazie comunque”), “Pentothal”, “Io” e “Dubbi”. Il pubblico ha cantato a squarciagola ogni strofa, trasformando il concerto in un rito collettivo.

Spazio anche per riflessioni e omaggi: Marra ha reso tributo al cantautore Ivan Graziani sulle note di “Firenze (canzone triste)”, raccontando quanto la sua musica sia stata d’ispirazione.

Madame e l’amore indipendente

Presente anche Madame, ospite fissa del tour, che ha duettato con Marracash nel brano “L’anima” e incantato il pubblico con “Per il tuo bene”. Lui ha risposto con “Crazy Love”, “Crudelia”, “Niente canzoni d’amore”, “Mi sono innamorato di un AI” e “Lei”, raccontando le mille sfaccettature di un amore maturo, complesso, mai banale.

Un finale da sogno, Messina come un dipinto

Sul finale, con gli occhiali appannati e la voce rotta, Marracash ha accompagnato il pubblico in un viaggio emozionale con “Bravi a cadere”, “Nulla accade”, “∞ Love” e “Happy End”. Lo stadio illuminato dalle torce dei cellulari sembrava un cielo stellato. E Messina, nella sua aria umida e surreale, sembrava un quadro impressionista: “sembrava un Monet”.

Marracash ha chiuso così il suo primo tour negli stadi, lasciando il segno, con la forza di chi non ha mai dimenticato le proprie origini e con la classe di chi ha ridefinito un genere. Sempre più il King del rap.