Morto a 29 anni al carcere di Arghillà: respinta richiesta di archiviazione, sì a nuove indagini

Si tratta del secondo rigetto della richiesta di archiviazione nell’arco di poco più di anno. Accolta la tesi del legale della famiglia

Molti, moltissimi gli aspetti irrisolti e i punti interrogativi che ruotano attorno al caso Saladino. Il giovane di 29 anni è deceduto nel carcere di Arghillà quattro anni fa a causa di un’infezione interna. Ma sono tanti gli aspetti che, secondo la difesa, rimangono irrisolti.

Nella mattinata di ieri, il Gip di Reggio Calabria, dott. Antonino Foti, all’esito dell’udienza di discussione dell’opposizione alla richiesta di archiviazione, ha disposto la restituzione degli atti al p.m. per la prosecuzione delle indagini dirette ad accertare le cause della morte di Antonino Saladino, deceduto il 18 marzo 2018 nel carcere di Arghillà in cui si trovava ristretto in custodia cautelare in attesa di giudizio.

Si tratta del secondo rigetto della richiesta di archiviazione nell’arco di poco più di anno.

Già nel marzo 2021, il GIP aveva, infatti, ordinato l’espletamento di nuove attività investigative al fine di accertare eventuali responsabilità nel tragico evento, ma il Pubblico Ministero, a distanza di un anno, aveva avanzato una nuova richiesta di archiviazione.

All’esito dell’udienza di ieri, il GIP, in accoglimento dei motivi di opposizione formulati dall’Avv. Pierpaolo Albanese, legale dei familiari della vittima, che ha evidenziato la persistente incompletezza dell’attività investigativa, ha disposto ulteriori indagini tra cui un nuovo accertamento peritale diretto a chiarire le cause della morte.

I familiari e gli amici di Antonino sperano dunque nella verità in attesa di nuove indagini.