Move Your Mind: N+M Studio incontra l’Architetto Lino Geria per un design cafè a tema Food Architecture.


Continuano gli appuntamenti della mostra Move Your Mind di N+M Studio a Reggio Calabria, nella galleria di arredamento Novadomus, all’interno della quale sono esposti pannelli descrittivi di progetti su ogni parete, che lo studio N+M di giovani architetti reggini ha elaborato fino ad ora e ha deciso di condividere con la città. Condivisione dunque del loro estro creativo, del loro impegno e sacrificio con ciascuno di noi, attraverso una mostra che incuriosisce il pubblico, in un percorso tra pannelli fotografici, schizzi fatti a mano e progetti grafici.
Mostrarsi non è facile come sembra, soprattutto in una città come Reggio Calabria, dove c’è una “certa timidezza nell’esporsi”: Move Your Mind nasce proprio dal desiderio di condivisione da parte di Novadomus e dell’architetto Nico Maltese.
Si è concluso ieri l’incontro informale Design Cafè in cui si è trattato un tema molto caro allo Studio N+M, quello del Food Architecture, con l’intervento speciale dell’Architetto Lino Geria.
Nicola Maltese ringrazia tutti i presenti: “grazie ai miei collaboratori, gli architetti del mio studio e a Laura Pizzimenti, che cura la parte di public relations dei miei eventi. Sono felicissimo di avere qui Lino Geria: lo conosco da vent’anni, mi ricordo di quando ero piccolo e vedevo questo signore molto sui generis…molto architetto! Davvero un artista. Posso definirlo quasi il mio mentore, non abbiamo mai collaborato, ma quando ho un problema…chiamo Lino Geria! Sono davvero contento che oggi sia qui con noi.”
L’ Arch. Geria, ospite della giornata, illustra durante l’evento i suoi progetti, toccando aspetti tecnici rivolti a chi ha competenze nel settore, e altri meno specifici, parlando del mondo del Food Architecture in tutte le sue sfaccettature e intrattenendo gli spettatori con un discorso carico di sensazioni, minuziose descrizioni, esperienze sul campo e anche piacevoli ed ironiche battute.
“Ringrazio Nico, mi rivedo molto in lui, nel momento in cui inizia a fare i primi passi” esordisce così l’Architetto Geria, prima di cliccare play e dare inizio ad un susseguirsi di immagini proiettate a parete, accompagnate da racconti e descrizioni.
OGGETTI – Si parla dell’importante ruolo degli oggetti nell’architettura: “ho una passione per l’oggettistica, mi piace collocarli in ambienti dove sono fuori dal contesto. All’inizio della mia carriera i Pub erano molto popolari, a quel tempo avevo progettato l’Emily’s. Per questa tipologia di locale si ricercavano oggetti trovati nei mercatini, porte vecchie, specchiere, insomma oggettistica d’antiquariato. All’interno del Niù (progettato da Nicola Maltese) vi è una particolarissima specchiera…bravo, Nico!”.
CONSAPEVOLE E GENUINA ARROGANZA – Lino Geria incentiva tutti i giovani ed esordienti architetti a non arrendersi davanti ad una porta chiusa: “Ogni esperienza di vita la porto sempre dietro. Da ragazzo appena concluso il mio secondo locale, avevo in me una forte overdose di arroganza. Quel fuoco negli occhi e quella sana e genuina arroganza sono indispensabili e anche Nico ce l’ha. Quando c’è cattiveria professionale, c’è tutto!”
VISIONARIO – “Il visionario non è un creativo, è qualcosa che va oltre. Il creativo all’occorrenza mette la spina, crea e alla fine del lavoro la toglie. Il visionario invece ha la spina sempre collegata. La visione arriva quando meno te lo aspetti, è un flash, un istante! anche Nico è un visionario, non è solo un creativo. Forse non lo sa, ma anche lui ha la spina sempre attaccata.
Questa sottile differenza tra visione e creatività l’ho capita quando ho progettato un oggetto in particolare il banco de La Sosta. Immaginate due visionari fuori di testa come me ed il titolare Mimmo Pitasi, il risultato finale poteva essere solo quello che è stato
ESTATE – “Le cose l’estate vengono più facili. L’estate, simbolo per eccellenza di progettazione a mare nella nostra città. Le cose più belle le ho fatte proprio in questa stagione, come ad esempio il Molo 74. La gente è più free, più spensierata, ti permette di osare, a volte quasi di sbagliare, di andare di pitturazione facile. C’è una visione più libera. Un progetto che mi unisce a Nico è il lido Calajunco, in qualche modo ci lega.”
MINIMAL, QUESTO MOSTRO – “Chi è l’architetto che non si è fatto influenzare dal minimal?!” ci chiede ironicamente. “Il minimalismo è una cosa che ci ha preso, un mostro che ci ha divorato. Il ‘minimal white’ ci ha preso in giro! Io mi sono liberato di questo mostro dopo la progettazione del Flambè”, un bel locale all’interno dell’Oasi Village “da me realizzato in total minimal, con dei particolari effetti luce grazie ai quali l’ho reso meno glaciale, meno freddo e accademico e dei lumi a manichini con i quali ho dato un tocco diverso e particolare.”
GRATIFICAZIONI – “Mi auguro che prima o dopo, Nico possa avere la sua. Io ho avuto la mia piccola gratificazione con il Glam, quando un’azienda nazionale trovandosi in città, alla visione dell’allestimento, ha chiesto al titolare di poter affiggere una sua etichetta in metallo con il proprio logo…dopo qualche minuto, ricevo la telefonata dal titolare dell’azienda che si complimenta con me, ridendo entrambi per il suo gesto! Il Glam, una singola stanza con quattro carte da parati e sei pitturazioni di colori differenti, il tutto con un delicato equilibrio. Ognuno ha le sue fissazioni, io ne ho una: la carta da parati, me le porto dietro in tutti i miei locali.”
IL GIOCO – “Ragazzi alcune volte bisogna anche giocare e sorridere nel proprio lavoro! A me piace giocare, insieme ai proprietari, con i nomi dei locali in allestimento. Ad esempio MYAD1 o Mela Godo Mela Gusto.” Nicola interviene: “il nome MYAD1 è il top!”
L’ULTIMO – “Vorrei gratificare la famiglia Priolo, che in un posto un po’ periferico come Gambarie ha deciso di investire in un locale su tre piani. Il Bucaneve, la mia ultima visione, ha una sala da thè dove si svolgono anche convegni, una sala a pian terreno con gastronomia, asporto e un pò di tutto e un’altra al piano di sotto, sala ristorante con camino. Ho usato materiali di riciclo, ad esempio il banco del ristorante è fatto con legname di un sottotetto di almeno 50 anni fa.”
Parlando specificatamente del Food Architecture l’Arch. Lino Geria spiega la necessità di specializzarsi in un determinato settore ristorativo, nella nostra città: “se rimaniamo nel tradizionale non potremo mai essere vincenti, bisogna effettuare una ricerca di nuove proposte gastronomiche!”
Continua: “Quando mi è venuto in mente di creare qualcosa di mio, ho scelto di specializzarmi in qualcosa di specifico e tentare di essere al top! Dopo un anno di ricerche e studi è stato messo sù un piccolo gioiello, che adesso gestiscono le mie figlie, Alessia e Federica: l’Hamburgeria.”
Un incontro dunque, offerto da Move Your Mind, di attualità e cultura, incoraggiante e spensierato.
“Mi rivedo in Nico. La sana e bella concorrenza è stimolante. Ho visto molti architetti nascere e morire professionalmente, ma Nico è duro che muoia.” conclude così Lino Geria, esprimendo la propria ammirazione nei confronti dell’emergente architetto Nicola Maltese.
Da non perdere il prossimo appuntamento di Design Cafè presso Novadomus, giorno 3 Gennaio 2015 dove il tema dell’incontro sarà NIGHT ARCHITECTURE, insieme a due ospiti speciali.