'Ndrangheta Stragista, Zavettieri replica a Fondacaro: 'Non sono un massone né lo sarò mai'

"La faccenda mi indigna - ha affermato il sindaco di Bova Marina. Ho sempre dissentito da una mentalità e da una cultura che agevola forme di potere occulto"

Il collaboratore di giustizia Marcello Fondacaro, imprenditore molto noto negli anni ’80 nella piana di Gioia Tauro, nell’ambito del processo ‘Ndrangheta Stragista ha riferito alla Corte d’appello di Reggio Calabria di “essere stato vittima di usura mafiosa dai Piromalli-Mole’, e costretto alla chiusura delle sue strutture sanitarie private convenzionate, di cui una realizzata ad Ardea, che insieme rendevano fatturati di oltre tre miliardi di lire all’anno”.

Fondacaro, inoltre, interrogato dal Procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo, ha ammesso di essere stato iniziato alla Loggia ‘Giustinianea’ di Roma, il cui referente sarebbe stato Giulio Andreotti, e ha ricostruito la rete massonica della P2 in Calabria, da Gioia Tauro e Gioiosa Jonica.

“A Gioia Tauro – ha detto – il Gran Maestro era l’avvocato Pino Strangi, consuocero di Gioacchino Piromalli, grazie ad un accordo diretto con Licio Gelli, mentre a Gioiosa Ionica la funzione era ricoperta dal barone Placido, una struttura in cui vidi anche don Giovanni Stilo e altri personaggi della Locride”.

Fondacaro ha affermato anche di avere conosciuto altri massoni calabresi, “tra cui molti erano socialisti, tra i quali Gentile, Zavettieri, Loizzo, e dirigenti bancari della ex Carical, come Carlo De Luca, che aveva stipulato numerosi finanziamenti con imprenditori vicini ai Piromalli-Mole’”.

Pronta la risposta del sindaco di Bova Marina, Saverio Zavettieri.

‘Ndrangheta stragista: la replica di Zavettieri a Fondacaro

In merito alle recenti dichiarazioni farlocche nell’ambito del processo “’Ndrangheta Stragista” del collaboratore di giustizia Marcello Fondacaro che, tengo a precisare non ho mai conosciuto, è opportuno fare chiarezza per diritto di cronaca e per rispetto della mia persona e della mia storia politica. Vengo tirato in ballo da tale collaboratore di giustizia per le elezioni regionali degli anni ’90 nelle quali, sempre secondo dichiarazioni di costui, alcuni candidati avrebbero avuto il sostegno della ‘ndrangheta. E’ opportuno ricordare che, come esponente del Partito Socialista Italiano, sono stato eletto alle elezioni politiche nel 1983, confermato nel 1987 e 1992; Assessore regionale alla Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Università e Ricerca dal 2000 al 2005 nominato da esterno, non ero candidato quindi, già i conti non tornano. Ma andiamo avanti.

Il pentito Fondacaro, interrogato dal Procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo, ricostruisce la rete massonica della P2 in Calabria e afferma di aver conosciuto massoni calabresi tra cui alcuni socialisti tirandomi nuovamente in ballo. Altra diffamazione, la faccenda mi indigna: non sono un massone, né lo sarò mai e ho sempre dissentito da una mentalità e da una cultura che agevola forme di potere occulto.

Parla per il sottoscritto la sua storia personale, prima sindacale poi politica ed istituzionale oltre che, l’attentato subito nel febbraio del 2004. Uscito indenne dalla tempesta di Tangentopoli e dalle molteplici inchieste antimafia che neppure mi hanno sfiorato, mi trovo costretto ancora una volta, viste le dichiarazioni visibili del pentito Fondacaro, ad adire le vie giudiziarie che tra l’altro, mi hanno sempre reso giustizia”.