"Nella Terra estrema" un reportage sulla Calabria ad opera di Giovanni Russo

"Nella Terra Estrema” una vera e propria dedica appassionata che tocca l’animo di chi in Calabria ci è nato e cresciuto, ed ha quindi una marcia in più rispetto ad altri, nel difendere a spada…

Come ogni domenica CityNow vi propone un libro da leggere. A far da protagonista questa settimana l’opera di un autore nostrano Giovanni Russo, nato nel cosentino, da sempre attento alle problematiche del Meridione, che dopo attente ed accurate ricerche dà la luce ad un Reportage sulla Calabria intitolato: “Nella Terra Estrema”.

Appassionato cultore della Magna Grecia, del monachesimo italo-bizantino, dei viaggiatori francesi in Calabria nel ‘700 e nell’800, Russo ha scritto anche diversi saggi a riguardo: Con Flaiano e Fellini a Via Veneto (Rubbettino, 2006), La valle dei monasteri (Ferrari Editore, 2011), Viaggio nel Mercurion (Ferrari Editore, 2013).

Per arrivare poi a “Nella Terra Estrema (Rubbettino, 2013) una vera e propria dedica appassionata che tocca l’animo di chi in Calabria ci è nato e cresciuto, ed ha quindi una marcia in più rispetto ad altri, nel difendere a spada tratta una porzione di paese che ha così tanto da offrire, ma spesso non trova il modo di farlo.

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Non si può infatti dimenticare che da tempo la Calabria porta con sé un’immagine condizionata dalla mancanza di approfondimento dei motivi sociali e politici che stanno alla base della sua attuale condizione.

È molto più semplice e spettacolare per i mass-media porre l’accento sulle organizzazioni criminali e la ‘ndrangheta anziché esaminare i problemi storici, civili e sociali di una regione che possiede nella sua storia, nella sua cultura, nelle sue tradizioni qualità che meriterebbero di essere fatte conoscere e apprezzare e che per molti aspetti sono rimaste ancora ai margini del dibattito politico e intellettuale.

In questa raccolta Giovanni Russo getta luce sulle cause profonde del mancato sviluppo di una regione lasciata a se stessa e di capire le ragioni di insanabili contraddizioni.

Un’opera di approfondimento dunque e non d’inchiesta, come se ne vedono tante al giorno d’oggi.

Non per niente l’autore calabrese viene ritenuto dagli orsomarsesi – suoi concittadini – “il rabdomante che, con pazienza e rigore, sta cercando, da anni, di portare alla coscienza scampoli del nostro passato. Per cui Orsomarso, che i nostri antenati sentivano come il luogo della miseria e della fatica sterile; piatto vuoto che angustia e porta lontano,  recupera bellezza, cultura, spiritualità che si dilatano e danno spessore ad una identità ritrovata. Finalmente la memoria si compiace di quel che è stato, ed il passato diventa orgoglio, risorsa; bussola che può orientare scelte urbanistiche, amministrative, economiche, personali.”