Nuovi interventi sui servizi della discarica Comunia
25 Settembre 2018 - 13:41 | di Eva Curatola

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Nel far seguito alle precedenti segnalazioni/richieste informazioni, di cui non si hanno notizie e che si sollecitano, si rappresenta che, la conferenza dei servizi non avrebbe dovuto essere indetta, giacché si ritiene che la documentazione a base della conferenza stessa non sia esaustiva per i pareri richiesti agli Enti convocati.
Si rimane in attesa di riscontro con l’indirizzo degli elaborati richiesti per la convocazione di una conferenza di servizi con progetto definitivo.
I lavori della conferenza dei servizi tenutasi lo scorso 25 luglio si sono chiusi con determinazione conclusiva di approvazione del progetto ai fini dell’AIA, nonostante la mancanza del rischio sanitario rilascio dal Sindaco, del parere paesaggistico e del parere archeologico rilasciato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali Direzione
Generale Archeologica Belle Arti e Paesaggio Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Reggio Calabria e Provincia di Vibo Valentia, che con nota del 9 agosto 2018 ha sospeso la pratica a tutti gli effetti di legge, in attesa di ricevere la documentazione richiesta.
Per quanto sopra abbiamo interessato i competenti uffici regionali e il Presidente del Consiglio dei Ministri al quale entro dieci giorni dalla conclusione della conferenza dei servizi avevamo trasmesso la documentazione, inviata separatamente anche al Ministro e ai sottosegretari di Stato del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, al Presidente della conferenza dei servizi e altri uffici regionali ai quali con articolate motivazioni è stato chiesto l’annullamento della CDS e la messa in sicurezza dell’attuale invaso, previo redazione degli elaborati progettuali.
Sebbene la riapertura della discarica sia un problema molto importante che riguarda la salute e l’incolumità della popolazione, si sta perdendo troppo tempo per giungere alla determinazione della tombale messa in sicurezza del sito e concentrarsi sulle attività da intraprendere per la soluzione di tanti altri non meno importanti problemi che da decenni minacciano la salute e l’incolumità dei cittadini, ovvero procedere alla bonifica dei siti adiacenti alla discarica interessati dallo smaltimento illegale di fanghi di depurazione, del sito ove sono stati depositati i rifiuti tossici provenienti dalla Centrale elettrica di Brindisi, procedere alla bonifica del territorio comunale dall’amianto e delle discariche comunali dismesse di Paolia e Don Candeloro unitamente a quelle abusive, mettere in sicurezza i torrenti, che minacciano esondazione, promuovere una campagna di indagini sull’inquinamento elettromagnetico che si può sviluppare in più forme (ripetitori radio TV e telefonia mobile, ecc).
Le associazioni e i cittadini che stanno egregiamente lottando acchè si provveda alla definitiva messa in sicurezza della discarica di Comunia debbono intervenire con la stessa determinazione presso le Istituzioni competenti affinché provvedano alla rimozione dei rischi e dei pericoli sopra citati. In un contesto ambientale di così estrema gravità che si perpetua da illo tempore sul nostro territorio, interessarsi soltanto della discarica di Comunia è semplicemente riduttivo.
