Sacal, Occhiuto: 'La maggioranza delle quote adesso è privata. È contro la legge'

La Regione ha solo il 7% delle quote. Occhiuto: "Vedremo di chi sono le responsabilità. Sono convinto che le autorità si occuperanno di questa vicenda"

“È un diluvio di problemi, ma non mi spaventano”. È così che ha esordito il Presidente Occhiuto nell’ultimo video divulgativo in cui apre la porta al problema aeroporti della Calabria, in particolar modo, a degli strani accordi che avrebbe portato la società di gestione degli scali sul territorio regionale a passare ad un assetto con più quote private che pubbliche.

Occhiuto e il problema aeroporti della Calabria

“Tra le tanti questioni di cui mi sto occupando, in questi giorni, ce n’è una particolarmente importante per i calabresi e per il futuro della Regione: gli aeroporti. Gli scali sono gestiti da una società, Sacal, che aveva un capitale pubblico (maggioranza) e privato (minoranza) così come la legge dice che deve essere.

Nelle scorse settimane, prima che io diventassi presidente, attraverso strani accordi, questa società si è trasformata nel suo assetto ed il privato detiene la maggioranza. La Regione ha solo il 7%. Vedremo di chi saranno le responsabilità“.

Il presidente ha poi aggiunto:

“Sono convinto che le autorità di vigilanza si occuperanno, come è giusto, di questa vicenda perché, ciò che è stato fatto, secondo me è contro la legge. Gli aeroporti calabresi troppo importanti affinché i soggetti pubblici non abbiano la possibilità di indicare la missione, lo sviluppo di queste infrastrutture.

I soggetti pubblici sono quelli che fanno ottenere, attraverso le loro partnership, le risorse alle società di gestione. Le società di gestione, dunque, non possono comportarsi come se il pubblico fosse un datore di risorse”.

Occhiuto, infine, ha fatto una promessa ai calabresi:

“Il mio Governo regionale vorrà vederci chiaro in questa vicenda. Mi auguro che lo facciano anche le autorità di controllo. Gli aeroporti sono troppo importanti perché quello che riguarda la loro gestione passi sopra la testa dei calabresi”.