Archi riparte dalla cultura con 'Un battito d'ali' e 'Aggrappata alla vita'

Nel salone parrocchiale l'autrice reggina Orsola Pansera ha presentato un romanzo autobiografico e il libro che narra la storia di Giuseppe Carnevale

Un salone, quello parrocchiale, un’autrice, un moderatore e tanto, tanto calore: quello del pubblico intervenuto ad ascoltare la storia di due vite, molto diverse e simili al tempo stesso.

C’è così tanta voglia di riscatto nel quartiere di Archi a Reggio Calabria che il sentimento diviene quasi palpabile all’interno dei locali che, nel pomeriggio di ieri, hanno ospitato la presentazione dei due libri d’esordio dell’autrice reggina Orsola Pansera: “Aggrappata alla vita” e “Un battito d’ali“.

Archi riparte dalla cultura

Presentazione Libri Orsola Pansera

A voler contribuire, significativamente, alla ripartenza del quartiere sono innanzitutto i residenti, ma anche gli amici, i familiari, tutti coloro i quali desiderano vedere questo angolo di città fiorente e mai più dimenticato da associazioni e istituzioni.

L’ardua impresa è iniziata già qualche mese fa con l’apertura di un gruppo Facebook “Archi è bello“, da qui la condivisione di storia passate e presenti ed un’unica stella polare: la rinascita.

Ed è anche di rinascita che parlano i due libri di Orsola Pansera che ha inaugurato, insieme a Nanni Barbaro, una lunga serie di incontri culturali che, d’ora in avanti, si terranno all’interno del salone parrocchiale della Chiesa di San Giovanni Battista, grazie anche alla concessione di don Antonio Ielo che ha accolto di buon grado l’iniziativa dei cittadini.

“Quello di “Archi è bello” – ha spiegato Barbaro alla platea – è un vero e proprio fenomeno sociale di cui pochi si spiegano le dinamiche. In poco tempo abbiamo raccolto un importante numero di adesioni, abbiamo fornito alla gente del quartiere un luogo, anche se non fisico, dove interloquire, uno stimolo per scrivere, comunicare, raccontare, insomma: un barlume di speranza”.

“Aggrappata alla vita” e “Un battito d’ali” di Orsola Pansera

Libri Orsola Pansera

Ed  è proprio dalla speranza che Orsola Pansera è partita per narrare il suo lungo viaggio, in cui di certo non mancano le avversità, e quello di un uomo, un padre di famiglia, onesto lavoratore e grande amico di tutti che in occasione del 4° anniversario dalla sua scomparsa ha ricevuto il dono più grande: l’immortalità, quella che solamente i libri possono garantire.

“Scrivere mi aiuta – ha detto a cuore aperto Orsola, mi aiuta ad andare avanti, ma soprattutto, lo faccio, perché mi piace. Quando prendo penna e carta il mondo attorno svanisce, nulla importa più se non ciò che ho da raccontare”.

Grazie a questa vocazione l’autrice reggina ha deciso, su impulso dei tanti che hanno avuto il piacere di incontrarla, di narrare prima la sua storia personale e poi quella di Giuseppe Carnevale, un uomo che ha imparato a conoscere, dopo la tragica scomparsa, attraverso i racconti e le parole di chi lo ha amato in vita.

“Mi sono sentita chiamata a scrivere questa storia – racconta la scrittrice riferendosi ad “Un battito d’ali” – non solo perché mi è stato chiesto, ma anche perché negli anni trascorsi dalla scomparsa del sig. Carnevale, alla decisione di raccontare la sua storia in un libro, si sono verificate troppo coincidenze che mi hanno fatto credere di poter essere la “persona giusta””.

Tutto nasce dalla vista di un falco, lo stesso che si trova in copertina e che ha ispirato anche il titolo del libro “Un battito d’ali”. La storia narra la vita di un uomo nato e cresciuto a Lucia (frazione del Comune di Laganadi), la bella storia d’amore con Maria sua moglie, la nascita della famiglia con Natalina e Andrea e la morte, avvenuta prematuramente il 21 ottobre 2018.

“La nostra vita è un battito d’ali, raccogliere i frammenti di quella di Giuseppe e metterli insieme non è stato semplice, ma trovo che scrivere sia stato per me terapeutico, quanto per chi lo ha amato sapere che non sarà dimenticato”.

Che si tratti di morte o sofferenza quotidiana, affrontare e gestire il dolore non è mai cosa semplice. Orsola lo spiega e dà anche una lezione di vita nell’altro suo libro “Aggrapparsi alla vita“, un romanzo autobiografico che i “suoi primari” tengono sempre accanto a loro, sul comodino.

“Ho scritto sia di dolore che di gioia, con un unico imperativo: andare avanti”.

Il segreto è stato probabilmente l’amore. Quello ricevuto da chi le è stata sempre accanto, come il marito e i figli, nonostante le peripezie che il destino ha posto lungo il suo cammino.

Orsola, oggi, ha circa settant’anni, a 22, mentre partoriva il primo figlio, il forcipe provoca conseguenze rovinose per la sua salute. Una serie di errori medici durante i successivi interventi ha cambiato per sempre la sua vita. Tutto questo è raccontato nel suo libro “Aggrapparsi alla vita“, una storia semplice, ma significativa, che parla della vita di questa donna il cui tratto distintivo è il sorriso, delle sue gioie, dei suoi dolori, delle difficoltà, della sua forza.

“Chi ha letto il libro sulla mia vita – ha detto l’autrice al pubblico presente nel salone parrocchiale di Archi – dice che lo ha fatto tutto d’un fiato. Credo questo sia perché uso un linguaggio semplice, accessibile a tutti, senza tanti paroloni”.

La scrittrice ha fatto del suo dolore un’isola, separata dalla persona in modo da trasformarlo più in un compagno di vita che nella vita stessa.

“Se la mia storia è arrivata dritta al cuore della gente che, come me, s’imbatte spesso nella sofferenza; se ha risvegliato in loro speranza, conforto e voglia di andare avanti. Se ancora le mie parole sono riuscite, anche solo un po’, a smuovere le coscienze dei tanti indifferenti, allora si che serenamente potrò dire di aver dato il giusto ascolto a chi, con insistenza, mi chiedeva di scrivere questo libro. Io ci ho provato, spero proprio, ne sia valsa la pena”.