A Lazzaro il primo incontro del percorso di sostegno alla genitorialitá
07 Novembre 2015 - 00:12 | di Redazione

di Fabiana Tripodi – Si è da poco concluso il primo incontro di un lungo percorso di sostegno alla genitorialitá, presso la Sala Convegni del Ristorante Al Faro, a Lazzaro.
Promosso dall’istituto Comprensivo di Motta San Giovanni, nell’ambito del patto Educativo Interistituzionale “Corresponsabili nell’educare”, siglato con le parrocchie e il comune di Motta San Giovanni, ha coinvolto diverse agenzie educative (la scuola, la famiglia, la chiesa).
L’obiettivo, ampiamente raggiunto, era quello di riflettere e restituire gli esiti di un processo, ancora in corso, che mira all’educazione dei bambini e ragazzi.
Un momento di riflessione e dialogo, moderato dal giornalista Carlo Arnese, e che ha registrato una forte presenza di docenti e famiglie, tra le quali quella dell’Assessore alle Politiche Sociali e Comunitarie del Comune di Reggio Calabria, Avv. Giuseppe Marino, e che segnala la volontà, di tutta la comunità, di informarsi e discutere di ciò che ha più a cuore: la crescita dei propri figli.
Una tavola rotonda che dovrebbe essere normale e frequente, per far sì che si crei un patto educativo costante e coerente tra le diverse figure significative che si trovano a stretto contatto, nella vita di tutti i giorni, con i giovani d’oggi, che saranno i cittadini di domani.
Evento realizzato e fortemente voluto da una (rara) “illuminata” Dirigente scolastica, la dott.ssa Teresa Marino, che crede nella potenzialità delle relazioni nell’apprendimento, e pensa alla formazione, non come semplice trasmissione di conoscenze, ma come preparazione alla vita.
Gli esiti del percorso didattico sperimentale, per la costruzione in verticale del curricolo di filosofia, attivato con il Liceo delle Scienze Umane e Linguistico “T. Gulli” di Reggio Calabria, sembrano essere promettenti, in quanto i ragazzi, in vari video, hanno potuto esprimere la loro opinione sull’esperienza e hanno potuto acquisire maggiore consapevolezza di sé esprimendo emozioni e sentimenti che spesso si cerca di lasciare fuori dall’area didattica.
Dopo un intervento fuori programma, ma molto gradito, dell’Arcivescovo Don Morosini, i saluti e i ringraziamenti della Dirigente dell’Istituto Comprensivo di Motta San Giovanni e dell’ Ingegnere Paolo Laganá, Sindaco del Comune di Motta San Giovanni, é intervenuta la dott.ssa Maria Grazia Marcianó, psicologa e psicoterapeuta, Responsabile del Servizio Minori del Comune di Reggio Calabria, che ha spiegato il significato psicologico del rapporto impari tra chi insegna e chi apprende, dell’importanza che questo tipo di disparità sia mantenuta, dimostrando con diversi esempi, ed esperienze anche internazionali, l’importanza che le emozioni rivestono nell’apprendimento.
L’educazione risente molto delle caratteristiche dell’insegnante, non solo in termini di competenze, ma anche e soprattutto nella capacità di relazionarsi con l’altro nel contesto in cui ci si trova.
Grande importanza, però, riveste anche il primo ambiente in cui il bambino sperimenta la relazione e l’educazione: la famiglia, che come più volte sottolineato dal Dottor Alessandro De Santi, Dirigente scolastico del liceo delle scienze umane e linguistico di Reggio Calabria, deve far conoscere ai propri figli i doveri, i limiti, deve dire “no”, per far sí che il bambino acquisisca e riconosca anche i diritti e diventi finalmente libero di scegliere e di essere sé stesso.
Inoltre, non sono da considerarsi meno importanti, agenzie educative come la parrocchia o le associazioni sportive, dove i bambini trascorrono molto tempo e spesso apprendono più facilmente. In questo senso, è stato molto significativo l’intervento di una coppia, i coniugi Marcianó, educatori della Parrocchia Santa Maria delle Grazie.
Infine, il Sacerdote Domenico Cartella, della Comunità Parrocchiale “Santa Maria delle Grazie” di Lazzaro, ha concluso questo “meraviglioso viaggio dal Sé all’altro”, con un messaggio di speranza rivolto a tutti.
Diventa evidente l’importanza di puntare alle risorse dei più piccoli, che non sono una “tabula rasa” da riempire con conoscenze, all’interno di un ambiente statico e freddo, ma partecipano al proprio cambiamento e alla propria crescita, e nonostante le esperienze negative che si possono sperimentare, e le emozioni correlate, che vanno sempre vissute, si può essere compensati da esperienze positive che spesso si vivono in ambienti diversi da quelli frequentati abitualmente.
La sinergia tra diversi modelli educativi, sembra quindi essere l’unica soluzione per ottenere risultati ottimali nei problemi e nelle difficoltà che gli adulti, al giorno d’oggi, si trovano ad affrontare con i piú piccoli.