Piazza del Popolo, Azzarà presenta un esposto: ‘Salviamola prima che sia troppo tardi’ – FOTO

L'esponente del polo Civico ha denunciato una situazione di degrado ed estremo pericolo: "Possibile delitto contro il patrimonio dello Stato”

piazza del popolo degrado

“Porto a conoscenza dell’opinione pubblica che nella qualità di semplice cittadino ho ritenuto mio dovere civico trasmettere dettagliato esposto concernente le condizioni di degrado ed estremo pericolo in cui versa Piazza del Popolo, chiedendo l’intervento del Ministro della Cultura Alessandro Giuli, del Direttore della Sede Centrale dell’Agenzia del Demanio, del Procuratore della Corte dei Conti e del Prefetto di Reggio Calabria, al fine e nell’intento di salvare un bene storico culturale prima che sia troppo tardi”.

A scriverlo, in una nota stampa è Nuccio Azzarà, esponente del Polo Civico Cultura e Legalità.

Proprietà demaniale e vincolo storico-culturale

“L’esposto prende le mosse dalla oramai generale consapevolezza e da quanto consegue dal fatto che detta area denominata “Piazza del Popolo già Piazza delle Adunate” sia di proprietà del Demanio e su essa insista un insormontabile vincolo storico culturale che la pone sotto la diretta giurisdizione della locale Sovrintendenza.

Uso improprio e degrado progressivo

Prescindendo da tali dirimenti presupposti, dubbio non v’è che la gestione di fatto della piazza è riconducibile, nel tempo, alla locale Amministrazione Comunale che ne ha disposto prioritariamente l’utilizzo quale area mercatale, determinando un lento, evidente ed inesorabile decadimento del bene storico culturale di che trattasi.

Controversie giudiziarie e cambio di destinazione d’uso

Prescindendo dalle controversie giudiziarie che hanno visto contrapposto il Comune ed alcuni venditori ambulanti, tralasciando il giudizio riguardante l’anacronistica scelta amministrativa di affidare ad una delibera di giunta la sospensione (cambio di destinazione d’uso), delle attività mercatali esercitate all’interno della piazza (decisione bocciata sonoramente dal TAR di Reggio), ho invece voluto espressamente chiedere alle predette Autorità di intervenire al fine:

  • di accertare se il Comune di Reggio abbia avuto ed abbia titolo e potere di decidere le sorti e la destinazione d’uso su un bene storico culturale (precedentemente quale area mercatale, oggi quale posteggio auto vetture);
  • se la Sovrintendenza di Reggio abbia esercitato le proprie prerogative di legge tese a svolgere tutte quelle attività utili a riconoscere, proteggere e conservare i beni che costituiscono un nostro patrimonio storico-culturale.

Richiesta di verifica sull’operato della Sovrintendenza

In quali forme, questa, abbia esercitato la protezione della piazza intesa come limitazioni di situazioni di rischio connesse al bene culturale nel suo contesto ed, altresì, quale coerente, coordinata e programmata attività di studio, prevenzione, manutenzione e restauro volta a preservare l’autenticità del bene e la trasmissione al futuro facilitandone la lettura, abbia posto fattivamente in essere.

Per quale motivo essendo la piazza ai sensi dell’art. 2 e 10 del “Codice dei Beni Culturali” (D.lgs. 42/2004) definita Bene Culturale la Sovrintendenza non abbia fatto scattare il dispositivo di tutela (cd. VINCOLO) ponendo il bene in REGIME DI TUTELA IN VIA DEFINITIVA.

Ipotesi di violazioni e danni erariali

Infine ho chiesto alle Autorità adite, ciascuna per la propria competenza, di attivarsi e verificare se siano state violate precise norme di legge e se siano stati commessi reati di natura penale, amministrativa e contabile.

Più segnatamente ho richiesto che venga accertato se reiteratamente si sia consumato un vero e proprio “Delitto contro il Patrimonio dello Stato” previsto espressamente dal Codice penale: Libro II, Titolo VIII bis 11.04.2022 Art. 518 duodeces “distruzione, imbrattamento ed uso illecito di beni culturali” – la violazione del D.lgs. 42 del 22 gennaio 2004 – Art. 10 della legge 06 luglio 2002, n. 137.

Richiesta alla Corte dei Conti

Infine, atteso che dall’approfondimento di quanto esposto e denunciato si potrebbero individuare danni arrecati allo Stato a causa di azioni od omissioni di funzionari o dipendenti pubblici nell’ambito della Pubblica Amministrazione, ho richiesto alla spett.le Procura Generale della Corte dei Conti di accertare i possibili danni economici correlati.

L’amore nei confronti della propria città – conclude Azzarà – si esercita anche esponendosi e mettendoci la faccia”.