Piccole (grandi) Donne, un classico che racconta l’essenza del gentil sesso

‘Le ragazze sono così strane che non si sa mai cosa vogliano dire. Dicono di no quando vogliono dire sì, e fanno uscire di senno un uomo solo per il gusto di farlo’

Ristobottega

‘Le ragazze sono così strane che non si sa mai cosa vogliano dire. Dicono di no quando vogliono dire sì, e fanno uscire di senno un uomo solo per il gusto di farlo’.

Strane” seppur magiche e sempre ricche di sorprese, le donne sono forse uno dei più grandi misteri dell’umanità. Ad esse si dedicano ogni anno centinaia di canzoni, spettacoli, film e soprattutto tanti, tanti libri. Uno dei più conosciuti al mondo è sicuramente il capolavoro di Louisa May Alcott, “Piccole Donne”.

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Persino la società celebra ogni anno celebra questa figura epica. Cinque lettere, due sillabe che racchiudono emozioni, storia, vita.

TRAMA

Ed è esattamente questo che viene raccontato nelle pagine scritte dalla Alcott, la vita. La vita di quattro sorelle: Amy, Jo, Meg e Beth. A far da sfondo la guerra, ma in primo piano vi sono sempre loro, le eroine dei nostri giorni, donne temerarie e infallibili che sono viste dalla società come il “sesso debole”, ma che, quotidianamente, dimostrano una forza inimmaginabile.

Una storia tutta al femminile che vede un padre lontano, mandato al fronte per combattere la Guerra di Secessione e una madre e una domestica che con grande impegno e sacrificio mandano avanti la casa e tengono unita la famiglia. Perché in fondo superare gli ostacoli che la vita pone sul nostro cammino non è forse la miglior peculiarità di ogni donna?


In primo piano vi sono infatti le avventure e disavventure di queste sorelle – amiche, legate non solo dal sangue, ma da un profondo amore reciproco. E se da una parte la Alcott narra le giornate spensierate di quattro giovani donne durante le quali la vita è bella perché basta godere delle piccole cose quotidiane, dall’altra, l’autrice dedica molto spazio anche alle difficoltà familiari, quelle contro cui bisogna combattere strenuamente per non soccombere.

E così la spensieratezza dell’età viene messa a dura prova dagli eventi della vita, la malattia del padre, la partenza della madre, la mancanza di una sorella. Il modo semplice di affrontare le giornate viene spazzato via dai problemi mostrando però la bellezza e la solidità dei rapporti che le donne riescono a creare.

‘Io non ho paura delle tempeste perché sto imparando come governare la mia barca’.

Un libro senza tempo, pubblicato in America nella seconda metà dell’800, sbarcato in Italia nei primi anni del 900, “Piccole Donne” insieme al sequelPiccole Donne crescono”, è diventato un classico della letteratura mondiale e viene spesso utilizzato anche come strumento dimostrativo in ambito pedagogico.


Fulcro dell’opera di Louisa May Alcott è infatti la famiglia, da non sottovalutare è però il ruolo giocato dalle protagoniste, dalla loro crescita personale, dagli insegnamenti impartiti dai genitori e dal modo in cui questi vengono assimilati dai figli. La scelta di mettere al centro di tutto le donne non è di certo un caso. Quale modo migliore per rappresentare la trasformazione interiore da adolescenti ad adulti se non attraverso le vite di quattro giovani donne alla ricerca di sé stesse?

“Mi piace aiutare le donne ad aiutare se stesse, e questo è, a mio parere, il miglior modo di risolvere la questione femminile. Qualunque cosa noi si possa fare e fare bene abbiamo il dovere di farla, e non penso che nessuno potrà negarcelo”.

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