‘Quella ca*** infame’ il post di Zimbalatti. Paola Carbone: ‘Odioso linguaggio sessista volgare’

La Consigliera di Parità della Città Metropolitana si dice indignata: "Zimbalatti chieda scusa a tutte le donne"

nino zimbalatti

La Consigliera di Parità della Città Metropolitana Paola Carbone si dice indignata per il post pubblicato ieri sui social dal consigliere comunale e metropolitano Nino Zimbalatti. Di seguito la nota.

“Nella mia qualità di Consigliera di Parità della Città Metropolitana di Reggio Calabria mi corre l’obbligo di segnalare il tenore di un post che ieri notte, 22 Luglio u.s., è apparso sul profilo social di Facebook del dott. Antonino Zimbalatti “Ma questa cagna infame da dove l’hanno portata”.

Scorrendo i commenti, pochi per fortuna, mi rendo conto che l’egr. dott. Zimbalatti faceva riferimento ad una arbitra di calcio: ma poco rileva chi fosse la destinataria di questo insulso commento, anche se non potrà sfuggire ad un noto esperto di calcio, quale sembra essere l’autore del post, che il c.d. Decreto Sport del 2025 ha di fatto equiparato gli arbitri ai pubblici ufficiali.

Quello che sconcerta è l’uso, in un luogo pubblico (perché facebook è una pubblica vetrina), di un linguaggio odiosamente sessista e volgare, proveniente da un uomo pubblico, un politico, un medico. Ma, è evidente, una laurea non è sufficiente a definire la qualità di una persona.

Le parole sono pietre e definire «cagna» una donna non solo fa rivoltare lo stomaco ma rappresenta un vero e proprio, inaccettabile, messaggio violento, sessista e discriminatorio.
Invito il dott. Zimbalatti a leggere la raccomandazione del Consiglio d’Europa del 27 marzo 2019, che ha esplicitato il collegamento tra sessismo e violenza sulle donne affermando espressamente come esista «un continuum tra gli stereotipi di genere, le disparità di genere, il sessismo e la violenza contro le donne» e sottolineando come anche semplici atti di sessismo ordinario – come «commenti e battute sessiste apparentemente insignificanti e prive di conseguenze» – possano ben costituire forme di violenza contro le donne, perché si tratta di atti «spesso umilianti» che «contribuiscono a creare un clima sociale in cui le donne sono svilite, la loro autostima è ridotta e le loro attività e scelte vengono limitate, nel contesto lavorativo, nella sfera privata, in quelle pubblica e in rete».

Chieda pubblicamente scusa il dott. Zimbalatti a tutte le donne”, conclude Paola Carbone.