Reggio, sit-in dei Comitati di quartiere. Putortì: 'Questa politica è contro la democrazia'

Il disegno di regolamento redatto dai cittadini dovrebbe approdare in Consiglio comunale, ma al momento è bloccato in Commissione

È una battaglia che parte da lontano quella dei Comitati di Quartiere a Reggio Calabria che, nella giornata di ieri, sono scesi in piazza per far sentire la loro voce. Nessun distinzione, solamente tante bandiere ed un portavoce per esporre le esigenze, divenute sempre più pressanti, da parte dei cittadini alle istituzioni locali.

Che fine ha fatto il regolamento per i Comitati di Quartiere

“Per 3 anni – ha spiegato Fabio Putortì – abbiamo lavorato, sia dentro che fuori i palazzi istituzionali per ottenere il famoso regolamento sui Comitati di Quartiere. Un documento fondamentale che consentirebbe a tutti i cittadini di partecipare alla gestione delle risorse pubbliche”.

Se n’è parlato tanto nel 2020-21 con diversi incontri e dibattiti tra cittadini e istituzioni. Successivamente, le intenzioni dell’amministrazione comunale sembravano le migliori. A mettersi di mezzo, però, c’è sempre la burocrazia e le lungaggini che, in ogni settore, rallentano un iter già di per sé complicato.

“Ad oggi, purtroppo – ha proseguito Putortì ai microfoni di CityNow, dobbiamo comunicare che sono stati disattesi gli impegni istituzionali. Non solo da parte dell’amministrazione comunale. Nell’iter, avviato in questi anni, assumeva un ruolo centrale anche la Prefettura reggina, che avrebbe dovuto supervisionare tutto il procedimento al fine di garantire il ritorno degli studi democratici in città”.

Il portavoce della Rete dei Comitati di Quartiere ci tiene a fare chiarezza su una tematica che, spesso, vede sovrapporsi Comitati e Circoscrizioni che, pur facendo entrambe parte del TUEL, rappresentano due enti distinti e separati:

“Noi parliamo di una norma che fa parte del testo unico degli enti locali, l’art. 8 del TUEL, che va ben distinta da un’altra legge che stanno cercando di commissionare, che è quella sulla ricostruzione delle circoscrizioni.

L’art. 8 del TUEL prevede, infatti, una partecipazione dal basso, a prescindere dall’appartenenza politica, mentre le circoscrizioni art 17. del TUEL sono organi di decentramento amministrativo comunali, quindi politici.

Noi, invece, vogliamo garantire la norma della trasparenza ed a tutti di capire come vengono gestite le risorse pubbliche”.

La Rete dei Comitati di Quartiere ha presentato anche un disegno di regolamento comunale, tramite petizione popolare sottoscritta da 500 persone, che è riuscita ad approdare in Commissione consiliare dove, però, ha ricevuto un sonoro stop:

“Abbiamo presentato il disegno facilitando il lavoro al Comune ed a chi avrebbe dovuto elaborare questo atto normativo. L’ultima seduta di commissione avrebbe dovuto essere quella “definitiva” per far arrivare, finalmente, il regolamento in Consiglio comunale. La riunione, però, è stato sospesa in quanto si attende il parere del segretario comunale“.

A detta dei cittadini presenti per il sit-in a piazza Italia, però, quest’ultimo non si è dimostrato molto collaborativo con i reggini:

“Non si presenta in Commissione e dunque blocca i lavori ed all’ultimo colloquio ha mostrato più di qualche reticenza, nonostante si tratti dell’organo preposto a far rispettare la norma. Ci siamo sentiti dire che “non si può ricevere fuori dagli orari di ufficio”, ma crediamo che, visti i problemi della città, le porte di palazzo San Giorgio dovrebbero essere sempre aperte per chi cerca aiuto nelle istituzioni”.

La vicenda, che comunque non è ancora giunta all’epilogo, sembra, purtroppo, essere finita nelle sabbie mobili, ma la Rete dei Comitati di Quartiere non intende arrendersi:

“Al contrario di quanto dichiara pubblicamente, ovvero di favorire i comitati, l’amministrazione li sta, invece,  penalizzando. Se il Comune non cambierà direzione, saremo costretti ad organizzare una corposa manifestazione generale in cui pretenderemo il ripristino degli studi democratici in città. Se, alla fine di tutto questo, non si dovesse riuscire a portare a termine questo procedimento istituzionale, vorrà dire che la politica locale, trasversalmente da sinistra a destra, è contro la democrazia”.