Pubblicato il racconto ‘’Le vacche sacre’’ del reggino Maurizio Caruso
07 Gennaio 2017 - 19:36 | di Redazione
Edito da Historica Ed. , il racconto ‘’Le vacche sacre’’ fa parte di una raccolta intitolata I racconti di Cultora Sud. Storie di vita vissuta, avventure fantastiche, gialli, persino favole, rappresentano una selezione di scritti da parte di un gruppo di giovani autori italiani.
La storia narrata da Maurizio Caruso ci parla di un oculista, il quale, giunto nella sua casa di campagna scopre che il suo terreno è stato devastato. Scritto con uno stile ironico e beffardo la novella, di recente produzione, fa parte di un gruppo di 60 racconti, anche questi di prossima pubblicazione.
Di seguito l’intervista a cura di Gianni Vittorio.
Maurizio tu sei un giovane scrittore reggino appassionato di letteratura.Raccontaci come ha avuto inizio questo tuo interesse per la scrittura.
Ho cominciato a scrivere poesie durante la fase adolescenziale, piccoli sfoghi nati da amoretti nei confronti di ragazze più mature e non, quella roba lì insomma. Languori esistenziali annotati in quaderni dei quali adesso mi viene da ridere solo sfogliarne le pagine. In quel periodo marinavo la scuola e me ne andavo a zonzo, divoravo poesie per ammazzare cinque ore di lezione, poesie di autori che il ministero dell’istruzione se lo sognava di proporre nei programmi di didattica. Dopo il liceo è arrivata la passione per il cinema. Mi sono trasferito a Roma dove scrivevo sceneggiature e cercavo di girare dei cortometraggi. Ne ho realizzati una decina tra quando abitavo a Reggio Calabria e gli anni successivi, quelli del periodo romano. Dopo una serie di progetti falliti, mi sono reso conto che fare del cinema rappresentava un problema, ci volevano molti soldi per realizzare dei lavori ad un livello professionale e così ho pensato che sarebbe stato meglio scrivere racconti, tanto non costava nulla! I miei primi racconti sono il frutto di quelle idee che non sono riuscito a rendere filmicamente. Poi ci ho preso gusto, ho frequentato dei laboratori di scrittura, mi sono affinato nella tecnica, ma sempre seguendo la mia testa dura, da autodidatta.
A cosa si riferisce il titolo de ‘’ Le vacche sacre’’ del tuo racconto , pubblicato di recente nella raccolta ‘’i racconti di Cultora sud ‘’ Historica edizioni?
Ho scelto questo titolo pensando di fare un paragone con i culti orientali come l’induismo dove le vacche sono considerate delle divinità. Nel mio racconto voglio rappresentare una realtà antropologica ben diversa. In questo caso il bestiame non si tocca perché appartiene ad affiliati di famiglie “intoccabili”. E’ uno dei tanti modi che la ‘ndrangheta adotta per esercitare potere nei confronti della gente onesta.
Segui una tematica comune nei tuoi scritti?
Assolutamente no. Cerco di discostarmi dal genere e dalla tematica quando mi accingo a scrivere un nuovo racconto. Lo faccio essenzialmente per mettermi alla prova, è un problema creativo, se mi devo ripetere preferisco non cominciare neanche.
Quali sono gli autori che hanno rappresentato per te un punto di riferimento stilistico?
Jack Kerouac, Henry Miller, Louise Ferdinad Celine, Albert Camus, Fedor Dostoevskij, Jack London. Questi signori qua mi hanno segnato profondamente!
Che progetti hai per il 2017? Un romanzo nel cassetto?
Ho intenzione di scrivere altri racconti e ho un’idea per un romanzo che da un bel po’ di tempo mi brulica nel cervello. Non so se mai riuscirò ad iniziare e quando. Posso anticipare che si tratta di un noir immerso in una realtà locale ben contraddistinta, antropologicamente radicata nel tessuto sociale calabrese.