Bentornata Reggina. Ora tutti uniti, verso un nuovo sogno…
19 Luglio 2016 - 15:43 | di Pasquale Romano

di Pasquale Romano – Un atto d’amore. Ieri la curatela fallimentare ha accolto l’offerta dell’Urbs Reggina riguardo il fitto d’azienda della Reggina Calcio relativo a identità, marchio, storia e concessione del centro sportivo S.Agata. Spazzati via dubbi e ambiguità, un soffio caldo ha scritto la parola fine al termine dell’anno più lungo e contorto della storia calcistica reggina.
Ritorna una sola sfumatura di amaranto. Reggio Calabria si riappropria in tutto e per tutto della propria anima calcistica, ‘ostaggio‘ negli ultimi anni di un triste destino che sembrava dovesse accompagnare verso un epilogo ineluttabile. Seppur naturale erede della Reggina di Foti, l’Urbs di Praticò adesso può definirsi in modo concreto la prosecuzione di una storia ultracentenaria, fatta di epoche dorate e decenni trascorsi a soffrire nelle retrovie. L’identità, quando si tratta di calcio, ha un valore che trascende, quasi religioso. Restituirla alla città, strappando con forza ogni possibile equivoco o contraddizione, l’ideale gesto per far capire che non sono mai esistiti due amori diversi, se non nella mente di chi voleva vederli.
‘Lo abbiamo fatto per i nostri tifosi, si è trattato esclusivamente di un atto d’amore nei loro confronti. Dico loro di sostenerci con affetto e amore. Li vogliamo accanto a noi, per gioire e piangere insieme. Mentre altri sparlavano, noi abbiamo preferito concentrarci sui fatti. E’ il nostro modo di fare le cose, nessuna attenzione per le chiacchiere ma solo per un progetto che stiamo curando nel migliore dei modi’, ha dichiarato ieri il presidente Praticò ai microfoni di Strill.
Una rivincita ? Forse. Una vittoria, certamente. Come spesso, purtroppo, accade, il carro dei vincitori accoglie tutti, dimenticando ciò che era stato sino a un attimo prima. Da ricordare invece, oggi in particolar modo, che non si è trattato di un percorso a senso unico, di un tragitto compiuto con la dovuta coesione. La città, nel momento di maggiore difficoltà, si è disgregata, perdendosi in polemiche sterili quando non strumentali.
La confusione ha regnato sovrana, in nome di una dualità rimasta sempre su carta, velleitaria, praticamente invisibile. Non sono mai esistite due Reggina diverse: la contraddizione di fondo (figlia di un vuoto normativo e una discutibile decisione maturata dalla Figc dodici mesi fa) ha contagiato parte dell’ambiente, rischiando di far evaporare proprio quella identità che non ha bisogno di sillabe o ‘certificati‘ per definirsi tale.
‘Questo è un momento da sfruttare, abbiamo dimostrato che uniti si vince’, ha spiegato il presidente Praticò. Prima di proiettarsi nuovamente sul calcio giocato, la Reggina deve vincere altre due partite fuori dal campo. Più semplice, cosi sembra, la questione relativa alla denominazione. La Figc salvo sorprese darà l’ok riguardo il nuovo nome scelto dal club amaranto, Urbs Sportiva Reggina 1914. Un’occasione in più, per abbracciare in modo naturale il passaggio di consegne, lo spostamento verso una nuova era.
Il Sogno, con la S maiuscola, adesso si chiama Lega Pro. La Reggina spera di poter essere ripescata in terza serie, proprio questo pomeriggio il Consiglio Federale darà indicazioni importanti in merito. Diversi i club davanti a quello amaranto nella griglia dei ripescaggi, in passato però si sono verificati ‘sorpassi’ e volate sorprendenti. Tornare subito nel calcio professionistico sarebbe il modo ideale per sfuttare l’onda emotiva del momento, altrimenti nella prossima stagione sarà il campo l’unico giudice a poter regalare la Lega Pro. Anche se in realtà non eri mai andata via, Bentornata Reggina…
