Reggina, Hernani si racconta: la promessa, il video di Inzaghi, il dialetto, gli obiettivi

"A Reggio il calcio si vive come in Brasile. Vedere i tifosi cantare in curva, durante la partita ci da la forza per non mollare"

Hernanin Reggina Genoa

“Il sogno”, così come lo ha definito Pippo Inzaghi nel momento in cui Hernani J. ha messo piede a Reggio Calabria. Il tecnico amaranto lo ha fortemente voluto, atteso, ha insistito nell’impiegarlo con la certezza che a breve avrebbe avuto delle risposte. Così, nelle ultime tre gare, all’inizio del ciclo definito terribile, il brasiliano è salito in cattedra con l’assist per Gagliolo e pareggio a Cagliari, poi i gol vittoria contro Genoa e Venezia. In attesa della prossima sfida, quella con il Benevento, è stato intervistato da gianlucadimarzio.com.

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La promessa fatta a papà

“Diventare un calciatore per me era un sogno, ma anche una promessa fatta al mio papà. Nove bambini su dieci, nel mio paese, sognano di fare i calciatori, ma solo in pochi ci riescono. Questa è stata sempre la nostra forza, sognare. Già da piccoli ci preparano giocando a Futsal. Tutta la settimana ci allenavamo per giocare su un campo di calcio a 5 in parquet e solo il sabato andavamo sul campo in erba. Chi inizia in quel modo, impara a giocare a calcio. Ti dà il dribbling, il movimento rapido. Quando avevo 12 anni, ogni tanto, lavoravo assieme a mio padre che faceva il muratore. Dopo un pò di tempo però, sono successe alcune cose e gli ho spiegato che questo lavoro non faceva per me. Lui mi rispose che purtroppo in quel momento era l’unica cosa che poteva offrirmi. Io lì gli dissi: “Papà diventerò un calciatore”. Qui ho capito che lo sarei diventato. Questa frase è stata la benzina per farmi andare avanti. Porto avanti il suo sogno, ed è ancora più bello”.

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A Reggio come in Brasile

“Qui si vive di calcio, proprio come in Brasile, nel mio paese. I tifosi ci stanno sostenendo in casa e in trasferta, è una gioia troppo grande e troppo forte far gol per loro, se la meritano tutta. Il mister mi ha mandato un video della curva che canta a fine gara. Mi scriveva e chiamava ogni giorno. Mi ha fatto capire che ero importante per lui. Vedere i tifosi cantare in curva, durante la partita ci da la forza per non mollare”.

Gli obiettivi della Reggina

“Crediamo tutti di poter fare un buon campionato. Stiamo lavorando per questo. La cosa più bella di questo posto è la gente. Ci danno il cuore, ti fanno stare bene. Mi sento a casa, come in Brasile. Il dialetto? Ancora non ho imparato nessuna parola, devo stare un po’ più vicino a Canotto”.