Reggina, Toscano: ‘Io e Taibi? Il vero protagonista è Luca Gallo’

Il mister a tutto campo sul mondo amaranto


L’appuntamento del mercoledi con il dialogo tra un protagonista della Reggina ed i tifosi. Oggi è il turno di mister Toscano: “Ci godiamo la famiglia, si fanno cose che nè pensavi nè facevi perchè troppo preso dalla quotidianità. Sono contento delle parole e la stima che il presidente Luca Gallo nutre nei miei confronti, ma non avevo bisogno di sentirle. Il primo vero protagonista di tutto questo in realtà è proprio lui. Non ci fosse stato lui ad investire su squadra e quindi su questa città, di cosa parlavamo? Grazie da cittadino di Reggio prima che da allenatore della Reggina. Questa era una città priva di sogni, triste, abbattuta, con Luca Gallo è cambiato tutto.

Il mio rapporto con lui è splendido, è simpatico, amabile ed è un piacere dialogare con lui.

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Parlare di calcio in questo momento è difficile, c’è un dramma in corso e fino a quando non finisce questa cosa sarà complicato. Venerdi ci sarà questa assemblea e vedremo cosa ci riserverà il futuro, sicuramente prenderanno le decisioni più giuste.

Giacomo Battaglia era un ragazzo straordinario. Sono legato a lui e Gigi e tantissimi sono i ricordi. Lo voglio ricordare con grandissimo affetto.

Classifiche, promozioni, retrocessioni, non è compito mio, ci sono gli organi preposti, ma dovete credermi, sto pensando molto poco al calcio e piuttosto al dramma che stiamo vivendo. Speriamo di tornare al più presto alla normalità.

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In tanti mi chiedono come sarà la ripresa eventuale. Dico che il problema sarà di tutti, qui c’è un gruppo che ha fatto cose straordinarie e sarà prontissimo a rifarle nel caso in cui si dovesse ripartire.

Non mi piace parlare dei singoli, ero convinto insieme al direttore Taibi di avere costruire una squadra forte che si è dimostrata più forte di quello che pensavamo. Ma il merito è del gruppo, nel suo insieme non dei singoli. Anche nei momenti di difficoltà la Reggina ha continuato a vincere e questa è stata la vera forza.

Il lavoro più faticoso è stato quello di scindere la mia regginità con la figura di allenatore. Il mio obiettivo era quello di essere l’allenatore della Reggina e non il reggino sulla panchina della Reggina. Allo stesso tempo dovevo trasmettere alla squadra senso di appartenenza e attaccamento. La maturità dei miei ragazzi mi ha aiutato molto in questo senso.

Con i ragazzi ci capiamo con il solo sguardo. Loro sanno cosa voglio e l’obiettivo da raggiungere che è la serie B. Tutti insieme lavoriamo per questo e fino alla fine sperando di rientrare presto lotteremo per arrivarci.

Mi preme ringraziare anche tutto lo staff che mi circonda. Perchè tutti vedono quelli che sono i protagonisti più esposti, ma dietro c’è un lavoro incredibile. Conoscevo solo Michele Napoli, ho avuto modo di apprezzare tutti gli altri. Ho iniziato ad allenare nel momento in cui Mirabelli mi ha invitato a smettere quando giocavo a Rende, per intraprendere questo nuovo percorso”.

 

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