Reggio, Barbaro (COPAGRI): ‘Manca una visione per l’economia cittadina’

"Si assiste all'inaugurazione di interventi di rigenerazione urbana, ma non si percepisce una programmazione di interventi a favore delle imprese e dell'innovazione". La nota dell'esponente della Confederazione Produttori Agricoli

giuseppe Barbaro Copagri

“A Reggio Calabria si assiste all’inaugurazione di interventi di rigenerazione urbana e di restituzione degli spazi alla collettività, ma ciò che continuiamo a non percepire è una reale e strutturata programmazione degli interventi a favore delle imprese e dell’innovazione. Una lacuna che emerge con particolare evidenza osservando il destino di numerosi storici insediamenti produttivi e commerciali della città”.

Ad affermarlo Giuseppe Barbaro, COPAGRI Calabria.

“Aree come l’ex Italcitrus, la Fiera di Pentimele, il Mercato Coperto, il Mercato di Mortara e il Centro Gelsomino rappresentavano, ciascuna con la propria specificità, nodi fondamentali dell’economia urbana e territoriale.

Nel tempo, invece, queste aree sono state progressivamente svuotate della loro funzione originaria, riconvertite o abbandonate senza una visione complessiva, privilegiando interventi frammentati e prevalentemente ricreativi“.

Rigenerazione urbana e sviluppo economico

“Per rigenerazione urbana non si può intendere una semplice operazione estetica.
Rigenerare significa recuperare e valorizzare gli spazi senza cancellarne la vocazione, integrando qualità urbana, sostenibilità ambientale e sviluppo economico.

Verde e impresa non sono elementi in contrasto: modelli come la Silicon Valley dimostrano che parchi, spazi aperti e servizi possono convivere con insediamenti produttivi, centri di ricerca, start-up e innovazione, creando ecosistemi capaci di generare lavoro e benessere.

Anche l’area dell’Italcitrus avrebbe potuto seguire questa logica, coniugando verde pubblico e strutture riconvertite ad attività produttive green. Una rigenerazione che non crea lavoro e non sostiene le imprese resta, inevitabilmente, incompleta e priva di una reale prospettiva di sviluppo per la città”.

Un’occasione mancata per l’innovazione

“Nel caso dell’Italcitrus, ad esempio, esistevano già manufatti e strutture industriali che avrebbero potuto essere trasformati, con costi contenuti, in:

  • incubatori e acceleratori per start-up
  • laboratori per l’innovazione
  • spazi di coworking
  • centri per l’agroindustria avanzata

magari in collaborazione con la Stazione sperimentale per le industrie delle essenze e dei derivati dagli agrumi.

Sia chiaro: ben vengano i parchi, il verde urbano, gli asili nido e i servizi per le famiglie. Sono elementi fondamentali per una città moderna e inclusiva. Ma una città come Reggio Calabria, che soffre di disoccupazione strutturale, di una cronica debolezza del tessuto imprenditoriale e di una costante fuga di giovani competenze, non può permettersi di rinunciare o di non predisporre spazi destinati allo sviluppo economico.

La vera occasione mancata è stata quella di conciliare le funzioni sociali con quelle produttive“.

La necessità di una visione di lungo periodo

“Reggio Calabria – conclude – ha bisogno di una visione complessiva e di lungo periodo, capace di mettere insieme verde pubblico, servizi sociali e infrastrutture per le imprese.

Le aree dell’Italcitrus, della Fiera di Pentimele, del Mercato Coperto, del Mercato di Mortara e del Centro Gelsomino potevano diventare simboli di una rinascita produttiva.

Si è scelto diversamente, purtroppo, e la perenne instabilità politica dell’Amministrazione non aiuta. Oggi la vera sfida è non ripetere gli stessi errori e iniziare a programmare interventi che guardino davvero al futuro della città“.