Piano carceri, Conia: ‘Non solo punizione, ma reinserimento sociale. Serve un cambio culturale’

43 suicidi in carcere nel 2025: il consigliere metropolitano denuncia l’assenza di provvedimenti strutturali nel piano nazionale

michele conia consiglio

“Lo scorso 22 luglio il Consiglio dei Ministri ha dato via libera al ‘Piano carceri 2025/2027’, voluto dal ministro della Giustizia, attraverso cui saranno applicate misure contro il sovraffollamento, interventi per gli adeguamenti strutturali degli edifici già esistenti, e anche liberazione anticipata e forme di detenzione alternativa per alleggerire la questione carceri del nostro Paese.

Ma senza un approccio culturale diverso, questo provvedimento rischia di non bastare” – sono queste le parole di Michele Conia, avvocato, sindaco di Cinquefrondi (RC) e consigliere metropolitano della Città Metropolitana di Reggio Calabria, delegato ai Beni confiscati, Periferie, Politiche giovanili e Immigrazione e Politiche di pace.

“Emergenza strutturale e carceri sovraffollate”

“Nella cornice di iniziative del Governo, non sembra esserci traccia di un’attenzione per le vite dimenticate dietro le sbarre. Infatti, al momento – sottolinea Conia – nei 190 istituti penitenziari, sono detenute 62.986 persone, a fronte di una capienza di 52.000, mentre i posti effettivamente disponibili sono circa 47.000. Questa fotografia aggiornata del sistema penitenziario italiano ci fa comprendere come l’emergenza sia innanzitutto strutturale”.

Le misure previste dal Piano carceri 2025/2027

Tra le altre misure comunicate dal Guardasigilli Carlo Nordio, è prevista:

  • la detenzione differenziata per persone tossicodipendenti e alcol-dipendenti;
  • nuove procedure per la liberazione anticipata (circa 10.000 detenuti potenzialmente coinvolti);
  • la realizzazione di 1.500 moduli prefabbricati, di cui 400 già sperimentali;
  • ampliamento di istituti esistenti e riconversione di caserme dismesse;
  • creazione di 9.696 nuovi posti entro il 2027 e altri 5.000 nei successivi cinque anni;
  • incremento dei colloqui per i detenuti comuni e quelli sottoposti al regime 41-bis;
  • mille assunzioni nella Polizia penitenziaria con la prossima legge di bilancio.

La denuncia di Conia: “Misure insufficienti per l’emergenza”

“Dunque, tanti interventi annunciati o previsti nel lungo periodo ma, purtroppo, non c’è nulla di immediata applicazione. Non è prevista nessuna misura deflattiva centrata sul sovraffollamento e per i 10.000 detenuti con pena residua inferiore a un anno si rinvia ai magistrati. Nessun grande impatto sull’emergenza senza fine nei penitenziari, che conta dall’inizio del 2025 43 suicidi tra i detenuti e 3 agenti della polizia penitenziaria; nel 2024 erano stati 91”.

L’appello per un carcere umano e rieducativo

Condivido pertanto la mobilitazione dei Garanti e delle Garante dei diritti delle persone private della libertà personale, riuniti nella Conferenza Nazionale dei Garanti, prevista per il prossimo 30 luglio con manifestazioni in tutta Italia. Avevano chiesto un atto di clemenza per le persone detenute in questo Anno Giubilare della Speranza.

Ancora una volta il carcere viene concepito come luogo per rinchiudere tutte le forme di marginalità sociale, senza tener conto della sua missione costituzionale: rieducare, non solo punire. Deve essere un luogo dove costruire una nuova possibilità di futuro e di riscatto”.