Reggio, la pazienza ha un limite: l’attesa al pronto soccorso del GOM è infinita

C'è chi aspetta da 7 ore senza avere una risposta e c'è chi invece è mandato a casa perchè il medico non c'è

Sono le urla di rabbia di chi accompagna i pazienti, a far da cornice (ahi noi) ad un triage al Pronto Soccorso di Reggio Calabria.

C’è chi aspetta da 5, 6 o 7 ore senza avere una risposta e c’è chi invece è mandato a casa perchè il medico non c’è o è andato via da poco.

A questo punto, purtroppo, c’è chi non reagisce e va via sconfortato, e chi decide di battere i pugni facendo valere i propri diritti. O quantomeno prova a farlo.

È nei pazienti più anziani che la rassegnazione fa da padrona: dopo diverse ore di silenzio assoluto, si tende purtroppo a sminuire il problema. E se nelle ore prima c’era la necessità di un controllo, successivamente (soprattutto a causa della stanchezza di un’estenuante attesa che graverebbe tanto anche ad un ventenne in forze) si è alla ricerca della soluzione più rapida: andare via. Che risulta essere l’alternativa più rischiosa.

Purtroppo sono continue le lamentele che rimbombano al GOM nell’area riservata al Pronto Soccorso. Che sia giorno o notte poco cambia. Che sia estate o inverno è indifferente. Che sia tempo di Pandemia o meno è ininfluente.

Per un dolore alle spalle ed al petto l’attesa è stata di 7 ore, per una sospetta appendicite si sono sfiorate le 4 ore, un dolore lancinante ai reni è stato quasi ignorato per 2 ore e mezza.

Abbiamo provato anche a chiedere spiegazioni, ma abbiamo ricevuto il trattamento meglio conosciuto come “scarica barile”. Chi è in accettazione se la prende con gli infermieri, gli infermieri incolpano i medici, e questi ultimi (se ci sono) non danno spiegazioni.