Reggio sette punto zero: “Da Conia irriguardosa aggressione verso Cannizzaro”
'Moti di Reggio, voli alto l'orgoglio della nostra città', le parole di Ernesto Siclari
16 Luglio 2022 - 16:30 | di Redazione

“Ricordare il 14 luglio e farlo ogni anno con la giusta e necessaria attenzione serve affinché si eviti di leggere ancora oggi residui di astruse e ingannevoli interpretazioni strumentali, fornite dalla solita sacca di resistenza alla storiografia ufficiale – una mendace resistenza, imperterrita tra oscurantismo e malafede ideologica -, cosicché anche chi non ha vissuto quelle tormentate vicende abbia occasione di studiare, approfondire e conoscere gli eventi che hanno scritto pagine drammatiche nella storia cittadina.
Evidentemente ristagna ancora in quelle sacche di povertà di obiettività intellettuale l’idea del Consigliere Metropolitano Michele Conia, che con la sua uscita pubblica delle ultime ore, per mera occupazione di ribalta mediatica, offende gravemente l’onore dei caduti in quella sfida compiuta. Questa sua non meglio precisata “acclarata matrice nera ed eversiva” che emergerebbe da inesistenti fonti giudiziarie infanga la rivolta di un popolo divenuto seppur per poco tempo una vera comunità”.
Il Presidente di Reggio sette punto zero, Ernesto Siclari, risponde a Conia in relazione ai Moti di Reggio e le parole critiche dell’esponente di Dema nei confronti dell’On. Cannizzaro.
“L’irriguardosa aggressione perpetrata al solo scopo di attaccare politicamente l’On.le Francesco Cannizzaro ed il suo apprezzato grido d’appartenenza si inquadra in una matrice oscurantista, umilia il passato e infrange l’ufficialità con noncuranza e inaccettabile superficialità.
Eppure, la storia la scrive chi vince e Reggio quella battaglia l’ha persa. Malgrado ciò, la verità si è fatta strada tra reticenze e manipolazioni indottrinanti. E c’è sempre stato chi non ha mai avuto bisogno della storiografia ufficiale, dell’approvazione pressoché unanime delle ragioni di quel sangue versato, di un popolo riversatosi in strada a difesa del futuro di questa città. Per chi ha sentito dentro e sente ancora quel moto di orgoglio non serve alcun riconoscimento, gli basta essere reggino.
Eppure, se il Vicepresidente nazionale demA Conia riuscisse a sbrogliare la matassa ideologica che lo avvolge inesorabilmente, potrebbe dedicarsi a letture interessanti apparse in questi ultimi giorni anche su quotidiani locali, per scoprire che le sue ricostruzioni vengono puntualmente e inesorabilmente spazzate via da obiettività e professionalità, anche in chiave giudiziaria.
Nella jungla anarchica e invivibile di una Reggio guidata dalla sinistra Dem si tratta dell’ennesimo atto indicativo del modus operandi di questi amministratori, post comunisti, ma sedicenti compagni; costituisce grave mortificazione per la storia reggina, mancanza di riguardo verso un moto popolare unico nel panorama nazionale del secolo scorso ed al quale gli storici hanno ormai da tempo assegnato riconoscimento unanime. Ma i signori attualmente al timone di una città alla deriva non hanno smarrito il filo rosso conduttore ideologico e le loro azioni si caratterizzano per noncuranza, prepotenza politica e spregio della memoria di questa nostra Reggio.
Si confronti con i suoi compagni di partito e di coalizione il Consigliere Conia e se davvero avverte ancora questo rigurgito pregiudiziale verso la storia della sua terra, chieda conto al F.F. Brunetti della deposizione dei fiori al monumento eretto sul lungomare per ricordare i martiri di quei giorni.
Capiamo che per chi non avverte il minimo sentimento di appartenenza, ma anzi viaggia in direzione diametralmente opposta al senso identitario, come la sinistra italiana sta dimostrando in questi ultimi anni, non è ontologicamente capace di apprezzare che un politico di livello nazionale manifesti l’attaccamento alle proprie origini. Tuttavia a tutto c’è un limite.
Altro che fare a meno dell’orgoglio dei moti di Reggio! Sia il benvenuto, invece, ogni riconoscimento di quel senso di rivalsa che oggi risulta rintuzzato, affievolito, assuefatto dalla incapacità di una sinistra che ha condotto la città e l’intero comprensorio Metropolitano nel profondo degrado.
Faremmo, viceversa, volentieri a meno di assistere alla spocchiosa pantomima di chi senza provare pudore, vergogna né rispetto per la cittadinanza, ha invaso l’aula consiliare reggina di tracotanza, tornando a sedere su uno scranno che dovrebbe essere invece rappresentativo di legalità, etica e trasparenza.
Ecco, noi faremmo volentieri a meno di tutto questo, del doppiopesismo e del tornacontismo tutto di marca sinistrorsa, ma anche della supponente convinzione di superiorità della sinistra italiana e reggina. In memoria di quei giorni voli alto l’orgoglio reggino, unico strumento in grado di restituire nel prossimo futuro dignità ad una comunità che l’ha perduta”, conclude Siclari.