Riace, il sindaco Lucano tra le 50 persone più influenti del mondo: “Noi calabresi persone speciali”

di Pasquale Romano – Riace microcosmo di un mon

di Pasquale Romano – Riace microcosmo di un mondo ideale. Sembra appartenere ad altre epoche o lande distanti anni luce la realtà che a Riace invece si vive oggi. In Calabria.

Il merito va (non solo) a Mimmo Lucano, sindaco di un paese che con una concretezza solitamente sconosciuta a queste latitudini è diventuto un modello da imitare. In Italia e più in generale nell’Europa odierna, lacerata da discussioni e problematiche riguardanti gli immigrati.

Come è stata possibile una rivoluzione culturale di questa portata? “Non voltandosi dall’altra parte” la spiegazione di Lucano, semplice e complicata allo stesso tempo.

Lucano si è guadagnato il 40esimo posto nella classifica delle persone più influenti al mondo della rivista americana ‘Fortune’. L’impressione è che lo ‘tsunami mediatico’ che negli ultimi giorni ha travolto il sindaco di Riace lo abbia quasi infastidito. “Non sono fatto per queste cose, sono uno del popolo e a non aspiro a carriere o poltrone.

Qui a Riace siamo tutti persone comuni, che hanno deciso di far prevalere il fattore umano. Quello che dico e penso non l’ho imparato sui libri, ma da tutti gli immigrati che sono arrivati, persone spesso disperate con una storia difficile alle spalle”.

Quasi 500 gli immigrati che oggi vivono a Riace sui 2 mila residenti, l’Africa è quasi totalmente rappresentata nel cuore della Calabria.

Integrazione e inclusione sono soltanto ‘parole’, termini vuoti che in questo caso vengono riempiti da fatti tangibili: “Abbiamo dimostrato che esiste un’altra via, che le barriere possono essere abbattute. Paure e respingimenti producono soltanto morte, bisogna guardare al lato positivo delle persone, aiutare chi sta peggio di noi”.

A Riace non si ‘vende’ carità ma si offre dignità e la preziosa occasione di iniziare una nuova vita, spesso negata altrove. Una piccola società multietnica convive pacifica, l’enorme insegnamento non sembra essere recepito a dovere dalla politica nazionale e internazionale. “Non sono legato a nessun partito, l’ex governatore Loiero è stato tra i pochi a fare qualcosa per questa realtà. Al di là degli schieramenti e fazioni politiche, voglio soffermarmi su noi calabresi. L’antropologia dei nostri luoghi afferma che da sempre abbiamo insita l’accoglienza verso gli altri e il non lasciarsi abbandonare a stupidi pregiudizi”.

L’economia ‘sociale’, come viene definita dallo stesso Lucano, vive grazie anche alla moneta locale inventata per supportare commercianti, artigiani e gli stessi immigrati.

“Abbiamo tra le più alte percentuali d’Italia in termini di integrazione, i numeri dimostrano che la normale convivenza è possibile. Se si sceglie di operare in altro modo, di far trionfare l’individualismo, è per altre ragioni e probabilmente di interesse economico” dichiara amaro il sindaco di Riace.

La rivista ‘Fortune’, nella motivazione del riconoscimento a Lucano, scrive: “Il modello Riace ha messo contro Lucano la mafia e lo Stato, ma è stato studiato come possibile soluzione alla crisi dei rifugiati in Europa”.

Una delle questioni più annose e contraddittorie per la politica mondiale viene trattata con disarmante facilità, in una terra dove i problemi sono diversi e rischiano di soffocare speranze e umanità. Nel corso della storia si è dato l’appellativo di ‘rivoluzionario’ per molto meno.