Fase 3 - Riapertura aeroporti, Sacal vola a bassa quota. L'allarme di Uiltrasporti

Ad oggi Sacal non ha presentato alcun Piano industriale, e praticamente si marcia a vista

Il prossimo 29 giugno gli aeroporti di Reggio Calabria e Crotone riapriranno finalmente i battenti. Per lo scalo dello Stretto i voli riprenderanno il 1° di luglio. Una riapertura tanta attesa quanto criticata. Non foss’altro per i due soli voli (Fiumicino e Malpensa) previsti che, per giunta, sono stati schedulati nel pomeriggio.

Simone De Cesare e Luciano Amodeo, rispettivamente membro della segreteria nazionale UilTrasporti e segretario regionale dello stesso sindaco, hanno illustrato – nel corso della diretta di CityNow condotta dal direttore Vincenzo Comi – la situazione attuale in cui versa il trasporto aereo nazionale e cittadino e i riflessi della crisi e delle scelte sbagliate in ambito locale, soprattutto sullo scalo reggino.

L’Aeroporto dello Stretto ha tutt’ora la possibilità di poter ricevere dei voli privati con preavviso di due ore, quindi i cosiddetti voli charter. Dal primo di luglio sono programmati due voli pomeridiani: uno alle 15:15 diretto a Fiumicino e uno con partenza alle 17:40 diretto a Malpensa.

De Cesare intanto ritiene fondamentale la riapertura, che non era scontata.

“Faccio un ragionamento più ampio sulla situazione in cui versa oggi tutto il trasporto aereo post covid: la situazione è drammatica, molti scali sono in sofferenza e molti sono i lavoratori delle aziende che operano negli aeroporti che sono a casa in cassa integrazione perché non c’è operativo. In questo momento stanno lentamente ripartendo alcune compagnie, tra cui ci dovrebbe essere anche Alitalia”.

Per Amodeo si tratta di due voli che danno segni di nuova vitalità all’Aeroporto dello Stretto.

“che sembrava essere spacciato e che in qualche modo lasciano sperare in un miglior futuro. Ma sono voli che, secondo noi, sono anche messi in delle posizioni orarie non adeguate a quelle che sono le reali esigenze dell’utenza metropolitana”.

Il giudizio di Amodeo è nettamente negativo

“rispetto a quelle che possono essere le esigenze legate ai viaggi business, che richiederebbero soprattutto degli arrivi tempestivi, sia nella capitale che a Milano. Per esempio se volessimo andare a partecipare a una riunione alle 9 del mattino chiaramente dovremmo partire la sera prima con ingenti costi anche di strutture ricettive e quant’altro. Quindi sono dei voli che molto probabilmente potrebbero essere sfruttati solo in alcuni casi, quando riapriranno i collegamenti intercontinentali che a tutt’oggi sono chiusi. Quindi servono a poco o nulla se non a dire e a dare delle risposte alle numerose richieste, pervenute anche da parte del della segreteria regionale della UIL trasporti, che erano quelle di dare un segnale di ripartenza al cospetto dei 40 e rotti lavoratori che abbiamo sullo scalo di Reggio Calabria in autoproduzione di AliItalia e quelli della Sacal e dell’indotto che, chiaramente, l’arrivo di questi due aerei in arrivo e partenza consentiranno quantomeno di avere un numero di ore adeguato di lavoro al cospetto della cassa integrazione alla quale sono assoggettati tutti lavoratori degli scali calabresi”.

Per Amodeo questa situazione deriva senza dubbio dall’assenza totale di confronto in merito all’offerta commerciale, che fa rimanere distanti gli ambienti di lavoro dalla realtà dell’Aeroporto dello Stretto:

“Sicuramente si sarebbe dovuto fare uno studio dei flussi per capire meglio quali fossero le reali esigenze dell’utenza metropolitana. Accogliamo positivamente la riapertura. Certamente ci sono stati dei grossi sacrifici e degli sforzi e solo in alcuni casi sinergici. Devo dire che la politica sia locale che nazionale ha tanto parlato ma gli esiti sono sterili ed esigui, ma diamo merito anche a chi concretamente ha dato risposte che col tempo si sono rivelate veritiere”.

La gestione Sacal, l’assenza della politica

I dati per Amodeo parlano chiaro. Soprattutto se si guarda all’ultimo decennio in cui la Uil trasporti ha già schierato le proprie bandiere e i propri “soldati”:

“Siamo scesi in piazza ben 5 volte nell’ultimo biennio per contrastare delle politiche societarie che non hanno portato alcun vantaggio, se non una riduzione di oltre il 50% di passeggeri in arrivo/partenza dallo scalo metropolitano che, ricordiamo, ha raggiunto quasi 800 mila passeggeri negli anni passati, e oggi speriamo per poco più di 300 mila, al cospetto dei quasi 3 milioni che si fanno su Lamezia. Quindi non è stato applicato quel regime di non concorrenzialità che era il principio cardine della gestione unica degli aeroporti calabresi. Tuttavia c’è da dire che a seguito del fallimento della Sogas l’avvento della Sacal sicuramente è stato accolto con ben altro spirito, perché comunque ha salvato in qualche modo le sorti dello scalo. E però si è fermato lì. Ma da questo punto di vista dobbiamo anche notare la totale assenza della nostra amministrazione locale. Il Consiglio di amministrazione non è presenziato da alcun reggino e quindi chiaramente questo oggi ha probabilmente sortito gli effetti che abbiamo visto. I solleciti ci sono stati e le azioni di sciopero le abbiamo fatte. Abbiamo scritto al governo di Oliverio, abbiamo scritto al governo dell’attuale presidente Santelli, abbiamo chiesto al Ministro dei Trasporti, abbiamo scritto a chiunque con totale disinteresse da parte della politica a sottoporsi a un confronto utile ed importantissimo con le parti sociali ed il risultato lo vedete tutti”.

Ad oggi la Sacal non ha presentato alcun Piano industriale, e praticamente si marcia a vista. La Uil non giustifica l’assenza della Regione sulla questione.

“Diciamo che questa situazione ha fatto generare una cosa molto spiacevole che è diventa quasi una guerra tra poveri. In realtà ogni aeroporto, per l’orografia calabrese potrebbe esistere e coesistere, avendo un proprio bacino di utenza. Invece si è creato un’accentramento dell’utenza sull’unico scalo di Lamezia. Non credo che ciò derivi da una precisa volontà, e lo dico nonostante io contesti questo sistema di cose. Io credo che questo derivi da una scarsa attenzione, una scarsa politica aziendale che non ha saputo attrarre le compagnie aeree sugli scali di Crotone e Reggio”.
Anche per questo, per Amodeo, sarebbe stato importante esporre il piano industriale e, soprattutto, una politica che potesse attrarre realmente le compagnie aeree anche incentivandole con un sistema con l’intermodalità del trasporto, aumentando l’accessibilità dell’area dello Stretto.

“Quindi – aggiunge Amodeo – rendendo efficace anche Il porticciolo che c’è a ridosso dell’aeroporto, come la stazione ferroviaria che oggi è diventata una discarica e che non serve a nessuno. Oggi è anche diventato difficoltoso poter accedere all’infrastruttura reggina. La prima cosa sulla quale la nostra amministrazione comunale, la politica locale e regionale, devono lavorare insieme alla società di gestione stessa è quello di rendere l’area accessibile e appetibile”.

Una forte critica viene lanciata alla politica che ha affrontato, sindaco in testa, la fase del post Sogas. Amodeo parla di “assenza di dialogo” e di “rassicurazioni disattese”. Soprattutto per ciò che riguardava la posizione dei lavoratori, ma anche per la mancata adesione di Reggio alla Sacal.

Ma critiche non sono state risparmiate neanche alla Regione.