La salute mentale e i suoi disturbi. La sindrome da Burnout: oltre i luoghi comuni

Una delle principali forme di reazione allo stress lavorativo, tanto da essere inserito all’interno dell’ICD (International Classification of Diseases)


Lo stress: biologico, psicologico e lavorativo.

Il termine “stress” deriva dal latino “stringere” (legare strettamente). Secondo l’approccio medico, lo stress è la risposta dell’organismo ad uno stimolo che interferisce con il normale equilibrio fisiologico dell’individuo e può svolgere una funzione benefica quando permette all’individuo di attivare le proprie risorse e di fronteggiare le minacce; tuttavia, quando l’attivazione è eccessiva e prolungata nel tempo, lo stress può diventa disadattivo e interferire con il nostro benessere soggettivo ed esprimersi con sintomi fisici (mal di testa, disturbi del sonno, gastrointestinali e malattie cardiovascolari), psicologici (ansia, depressione, insoddisfazione, tendenza al pensiero ossessivo) e comportamentali disadattivi (disturbi alimentari, aggressività ed impazienza).

Il burnout è saltato negli anni agli onori della cronaca come una delle principali forme di reazione allo stress lavorativo, tanto da essere inserito all’interno dell’ICD (International Classification of Diseases).

Le professioni che corrono maggiormente a determinare il rischio di burnout sono definite “helping professions“. Sono lavoratori che, in costante relazione interpersonale con l’utenza (pazienti, studenti, ecc), vanno incontro a un disequilibrio tra le risorse personali e le richieste poste dall’ambiente lavorativo.
Da un punto di vista psicologico, questa sindrome provoca danni a livello cognitivo, emotivo e attitudinale, che si traduce in un comportamento negativo nei confronti del lavoro, dei coetanei, degli utenti e del ruolo professionale stesso.

Quali circostanze innescano il burnout?

Nella letteratura scientifica sono riportati diversi approcci per spiegare la modalità con cui il burnout nasce e si sviluppa.

Di indubbia rilevanza è la Teoria Strutturale secondo cui, fattori “strutturali”, come il carico di lavoro e la mancanza di controllo sullo stesso lavoro, determinerebbero un sovraccarico di stress : un infermiere o un medico ad esempio, in un reparto in carenza di personale, si troverà sommerso di scadenze ed emergenze, e non potrà gestire il carico lavorativo.

Altre ipotesi suggerisce come il burnout si sviluppi in risposta a pensieri negativi, come il pensiero catastrofico legato al lavoro. E’ questo il caso della Teoria Cognitiva Sociale: un esempio può essere l’insegnante che quotidianamente si trova dinnanzi ad alunni “poco collaboranti” e di difficile gestione.

Secondo Maslow A. H. è opportuno fare riferimento a fattori individuali quali il significato personale attribuito al lavoro, aspettative irrealistiche, bassa autostima, sentimento di inadeguatezza ansia sociale. Certamente la vulnerabilità è favorita da un’eccessiva dedizione al lavoro, perfezionismo, bisogno di tenere tutto sotto controllo, eccessiva ambizione, scarsa motivazione.

Come affrontare il burnout

La sindrome da Burnout ha raggiunto proporzioni epidemiche in tutto il mondo, accompagnata da livelli allarmanti di depressione e ideazione suicidaria.
Ambienti lavorativi con orari eccessivi e alti livelli di richieste (nonché la necessità di dimostrare che si è degni di una certa posizione) lascia i lavoratori emotivamente svuotati, cinici riguardo al lavoro e con un basso senso di realizzazione personale e le nuove tecnologie, i dispositivi mobili e la mancanza di confini tra la vita personale e quella lavorativa, impediscono la disconnessione e il necessario recupero dal lavoro.

Il burnout non è una sindrome inevitabile e può essere prevenuto e trattato. Il datore di lavoro ed il lavoratore stesso dovrebbero impegnarsi bilateralmente nel riconoscere tutte quelle “red flag” propedeutiche all’esordio della sindrome e collaborare per un obiettivo comune.

Il primo passo per uscire dal burnout è la consapevolezza del disturbo, solo accettando il problema si può iniziare a lavorare per risolverlo.

Successivamente è necessario prendersi cura di sé stessi dando più spazio alle pause del lavoro, dedicarsi ad attività piacevoli, cercare supporto nei familiari, amici e soprattutto specialisti del settore per ridurre lo stress e ristabilire un eqilibrio armonico nella propria vita.