Sandra Savaglio mette al bando il pessimismo: 'Spazio e riconoscimento ai giovani capaci' -VIDEO

L'assessore regionale all'Istruzione e alla ricerca si racconta a CityNow: "La politica? Sto scoprendo un mondo nuovo. E' una sfida interessante"

Collegata da Marano Marchesato in provincia di Cosenza, Sandra Savaglio trascorre la sua quarantena in compagnia dei suoi due cani. È il simbolo dei cervelli europei in fuga dall’Europa, e si è guadagnata la copertina del Time nel 2004. Il presidente della Regione Calabria, Jole Santelli, ha riposto in lei grande fiducia, nominandola il 20 febbraio scorso Assessore all’Istruzione e alla ricerca scientifica. Ma in realtà ha risposto alla chiamata della sua terra da quando, nel 2014, ha deciso di tornare in Calabria: “Mi ha convinto il posto dove io ho studiato, che è il dipartimento di Fisica dell’Unical. Mi ha fatto una offerta che non potevo rifiutare. All’epoca lavoravo in Germania con possibilità di andare a Parigi, ma poi quando mi è arrivata questa offerta ho detto, vengo, arrivo”.

Si definisce una persona semplicissima, e in effetti così si presenta:

“Mi piace far capire che noi scienziati siamo persone prima di tutto, con i nostri pregi e i nostri difetti. Spesso la gente ci considera delle persone fuori dal normale, si certo, un po’ eccentrici, ma facciamo un lavoro di routine e tra virgolette semplice. Adesso sto facendo una cosa diversa, in Calabria, come rappresentante della politica, perché non sono una politica. Una sfida molto interessante, sto scoprendo un mondo nuovo”.

La politica? Per lei è ancora un rebus. Ma un cervello come il suo ci metterà poco ad ambientarsi:

Jole Santelli l’ho fatta soffrire e mi dispiace tantissimo. Sono passate due settimane prima di decidere. La politica è un mondo molto diverso che io sto imparando a conoscere adesso. Ho detto a me stessa, cosa posso fare io? Sarò all’altezza? Sai le donne come sono, non si sentono mai preparate. Però sto piano piano imparando, sto conoscendo le persone e le situazioni. C’è un mondo pieno di risorse umane ed economiche, e il mio ruolo sarà quello di individuare le cose importanti e spianargli la strada”.

Calabria ma, ovviamente, non solo, nel suo presente. Sandra Savaglio è nel comitato scientifico del “Premio cosmos”:

“Lo faccio per dare lustro ad un reggino, al professore di astrofisica all’Università di Amsterdam, Gianfranco Bertone. Ha deciso di istituire questo premio per la divulgazione scientifica, giunto alla seconda edizione. Ha una giuria di primissimo livello, abbiamo finito poco fa con la scelta del premiato che non posso rivelare, che era anche il mio preferito, ma sicuramente un libro stupefacente che spero appassionerà i giovani e gli adulti, quelli che hanno una curiosità scientifica di quel tipo lì”.

La crisi e la ripartenza

“Questa è una esperienza che ci cambierà la vita per sempre. Stiamo capendo tante cose sulle epidemie, sul fatto che vengono sempre dall’est asiatico. In passato è già successo. L’ultima, importante, è stata nel 1957 con 2 milioni di morti in due anni. In Calabria le restrizioni sono state messe in atto molto presto. I cittadini si sono comportati bene fino al momento e non è semplice tenere la gente in casa. È una esperienza che cambierà il nostro modo di vivere e di essere”.

L’assessore regionale ricorda che i casi sono poco sopra i mille e 75 i morti (pari al 7,5%). Che il virus colpisce soprattutto le persone anziane. Ma anche che generalmente i virus stagionali fanno molti morti: il principale problema di questa emergenza è che si tratta di un virus letale e molto contagioso.

“La Calabria si sta comportando bene, Jole Santelli ha reagito molto prontamente alla situazione, la sua preoccupazione principale è stata il numero basso letti di terapia intensiva. Per fortuna i numeri sono sotto controllo non siamo al momento in piena emergenza, ma bisogna essere comunque pronti. Perché adesso le misure saranno allentate e ci sarà un ritorno del virus. La seconda ondata è attesa e non c’è niente da fare. Si spera sia più bassa della prima. I numeri stanno calando e bisogna aspettare che siano abbastanza bassi, in modo che si possa ripartire gradualmente. Ma anche con apertura graduale le persone hanno imparato la lezione e continueranno a comportarsi bene mantenendo distanze per evitare contagio”

L’analisi dell’Osservatorio della Salute ha stimato che la Calabria possa riaprire dal primo maggio, ma l’assessore non si sbilancia:

“Non posso decidere io, ma secondo me bisogna vedere cosa succederà nei prossimi giorni. Come ripartire è un’altra questione. Chi e come si riparte, le frontiere regionali saranno aperte o no? La Lombardia è in una situazione tragica. Bisogna ripartire ma con molta cautela.

Come e quando si torna a Scuola?

“Non posso dare risposte perché ancora non lo sa nessuno il modo migliore per riaprire. Sicuramente non si tornerà in classe adesso. I giovani diventerebbe una mina vagante, portando il virus in famiglia. A settembre si vedrà. Bisogna capire cosa succede in estate, bisogna recuperare strada persa. Molti studenti non hanno potuto fare lezione in situazione normale. Sicuramente c’è la necessità in ognuno di noi di affrontare la situazione con grandissima maturità e pensando al buonsenso, per capire quale possa essere la cosa migliore per studenti. Io per esempio sto facendo lezione perché non ho voluto abbandonare il mio corso. Ecco è il senso di responsabilità di noi stessi. Chi soffre di meno deve aiutare chi soffre di più”.

Insomma, nel racconto della Savaglio, la situazione è estremamente variegata. Ci sono situazioni diverse in posti diversi, in scuole diverse. Ognuno ha affrontato la cosa nel modo migliore che ha potuto. Alcuni insegnanti ci sono riusciti, altri meno, la preoccupazione è stata raggiungere gli studenti nei posti più irraggiungibili.

“In Regione abbiamo stanziato fondi, e non sono pochi, per raggiungere intorno a 25 mila studenti sforniti di un device per seguire le lezioni on line. Stiamo cercando di muoverci al meglio e prima possibile perché uno dei problemi è la burocrazia che blocca tutto, ci sono i bandi, lungaggini etc…, però gli studenti hanno bisogno degli apparati adesso. I tablet non sono stati ancora consegnati. Nessuno poteva immaginare che sarebbero servite le lezioni on line. E nessuno era preparato a farle. Dalle scuole, agli insegnanti e alle famiglie. Stiamo facendo pressione per avere tutte le firme, e stiamo dando le direttive alle scuole che devono preparare le liste dei più bisognosi seguendo il criterio del buonsenso. Ci sono delle famiglie non esattamente ‘meno abbienti’ e allora bisogna chiederlo agli insegnanti a chi devono andare i tablet, perché loro conoscono chi ha bisogno”.

Quale Ricerca?

Fare ricerca, per Sandra Savaglio, vuol dire muoversi in una situazione mai conosciuta prima, rispondere a delle domande, cercare la soluzione, essere pronti a sbagliare perché dagli errori si migliora continuamente.

“È un’esperienza bellissima che consiglio a tutti – dice -. Stiamo indagando come organizzare globalmente l’attività per il finanziamento e il supporto della ricerca, dell’innovazione dell’istruzione e dell’Università. Migliorare quello che c’è, e nella situazione in cui siamo, migliorare è facile”.

Su quali direttrici si muoverà l’assessore ancora non è chiarissimo, ma la Savaglio è certa: si privilegerà la ricerca di primo livello.

“Qualsiasi tipo di ricerca, ma di primissimo livello. Ci sono tantissime cose interessanti che mi passano per la testa che dovranno avere la priorità. Ma con una caratteristica nuova, perché devono diventare attraenti dall’estero. La Calabria dovrebbe diventare una piccola Silicon Valley, però la California è una cosa la Calabria un’altra. Ma bisogna dare la possibilità agli italiani e agli stranieri di capire che investire in Calabria è una scelta vincente”.

“Ci sono molti progetti interessanti, cose che riguardano la nostra costa, la ricerca marina, o che riguarda lo studio dei materiali, o attività che riguardano la salute e la prevenzione che comunque riguardano la ricerca. Ci sono tante cose che sto valutando e in qualche modo cercherò di dare spazio a queste idee importanti per la crescita della nostra regione”.

I giovani, la Calabria e i calabresi

“Io non posso dare lezione a nessuno. Io non ho mai detto ai miei studenti rimanete in Italia o in Calabria. Però posso dire che una cosa da cambiare è che le frontiere sono chiuse, nel senso che la gente va via ma nessuno viene qua. Perché è una terra difficile, poco efficiente, c’è la ‘ndrangheta, la burocrazia che è una questione italiana… quelli che ne fanno le spese sono i giovani che oggi hanno un grande desiderio di viaggiare, ma l’Italia non fa abbastanza per accogliere le persone che vogliono venire qui. La Germania se li prende tutti. In Francia ci sono tanti stranieri e sono felici di prenderseli. In Italia abbiamo dei problemi, perché se sei straniero e non parli neanche la lingua non puoi fare niente, neanche domanda”.

“Ho molta fiducia nei giovani perché hanno una entusiasmo una ingenuità e una verginità che non dobbiamo influenzare con il nostro pessimismo. I giovani calabresi sono meglio di quello che la gente pensa fuori dalla Calabria. Parlando con l’assessore De Caprio devo dire che lui è super contento di essere qui, ed è anche felice dell’accoglienza ricevuta. Sta notando che c’è un altissimo livello che non si aspettava, perché la Calabria è considerata l’ultima ruota del carro. In Calabria c’è gente estremamente capace e dobbiamo dare spazio a queste persone. Il mio impegno è dare spazio e riconoscimento a chi è capace. E queste persone devono avere la strada spianata e non piena di ostacoli”.

“L’emigrazione ha reso grandi città come Milano, Londra, Parigi, Berlino. Questi posti sono pieni di stranieri.  Se questi posti fossero svuotati degli stranieri sarebbero niente. Noi dobbiamo fare in qualche modo qualcosa non dico come Londra o Milano, ma dobbiamo andare su quella strada lì, attirare quelli che vogliono lavorare qui, rendere il posto attraente e qui si può investire e fare grandi cose investendo poco”.

No al pessimismo

“Sono tornata qui non per avere un atteggiamento pessimista. Ho cercato di dare una visione illuminata di questa terra e dell’Italia. Ci sono tante cose che funzionano altre no. Però non è così tragica come sembra. Alla Regione sto scoprendo tante persone, molto preparata e ma magari poco motivata per esperienze pregresse. In Calabria siamo sprovvisti di marketing. Siamo i numero uno a parlare male di noi stessi e peggio degli altri, in altri posti invece hanno capito che serve per attirare e far crescere i giovani. La regione in questo modo si può autorigenerare”.

Infine, una promessa per un più assiduo confronto con la società civile e con l’informazione:

“Manca un contatto che sia continuativo tra istituzioni e gente. Posso lanciare dei messaggi attraverso la disponibilità dei mass media. La gente ha diritto di sapere e di essere considerata. Questo pensiero verso la crescita c’è. Spero di costruire qualcosa insieme a loro e di rispondere alle persone con fatti positivi”

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