Scomparsa avv. Giordano, Falcomatà sulla malattia: 'Un viaggio con a fianco il proprio assassino'

Il sindaco sospeso ripercorre le tappe della leucemia e saluta Domenico: "Oggi inizia un altro viaggio, più leggero senza il peso della valigia"

Un giovane reggino, uno stimato professionista, un uomo devoto alla famiglia. Tutto questo era Domenico Giordano. A ricordarlo, con infinito affetto, sono i colleghi, i parenti, gli amici di una vita e, fra questi c’è anche il sindaco sospeso Giuseppe Falcomatà. Un lungo post sulla leucemia, malattia che da anni affliggeva il giovane avvocato reggino ed al tempo stesso molto caro al primo cittadino (anche il padre Italo è morto di leucemia nel 2001 ndr.), la metafora del viaggio e, infine, un augurio dolce amaro “che la terra ti sia lieve”.

Falcomatà ricorda Domenico Giordano

Di seguito il post di Giuseppe Falcomatà in ricordo di Domenico Giordano:

“La leucemia è un viaggio. È un viaggio fatto di più stazioni chiamate cicli. La leucemia, come tutti i viaggi, spaventa, stanca, affatica, ti porta in posti mai visti prima. Spesso quei posti li conoscevi già ma non lo sapevi, sono la forza, il coraggio, la pazienza, la perseveranza, la voglia di lottare. Altri posti avresti preferito non conoscerli mai perché la leucemia è un viaggio che ti fa fare i conti con disillusione, rabbia, il ragionevole dubbio di ciò che sarà. La leucemia è un viaggio che si fa da soli ma insieme, seduti fianco a fianco al proprio assassino.

La leucemia, come tutti i viaggi, si fa con una valigia piena di ricordi, di terre straniere, di rimpianti, di rimorsi, di “mi ritorni in mente bella come sei, forse ancor di più”.
La leucemia è un viaggio che a un certo punto ti riporta a casa, alle tue abitudini, alla tua vita, a quella banale quotidianità dalla quale spesso – ironia del destino – hai desiderato fuggire, fino a quando poi senti nuovamente il fischio in stazione ed il viaggio riparte.

Quando succede, sai che la casa, le abitudini, la tua vita, probabilmente non le ritroverai più.

La leucemia è un viaggio e, come tutti i viaggi, finisce, ti spegne, come un treno che rallenta sempre di più mentre si avvicina alla stazione fino a spegnere definitivamente il motore.
È una frenata, lenta, consapevole, inesorabile, esatta.

Oggi inizia un altro viaggio Domenico, più leggero, senza il peso della valigia.
Che sia buono questo viaggio, che ti sia lieve la terra”.