Reggio, a Pellaro il gruppo scout nautico Altair apre l’anno sociale tra mare, vento e memoria

Il gruppo nautico dell’Agesci insieme ai genitori ha festeggiato alla Lega Navale di Pellaro

gruppo scout nautico Altair Agesci

Si sono trovati insieme ai genitori presso la sede della Lega Navale sul lungomare di Pellaro sferzato dal vento con i loro simboli dai nomi criptici: il totem, la fiamma, i guidoni, la forcola. Lo scoutismo ha una lingua propria in cui nomi comuni assumono significati speciali carichi di valori educativi che concorrono alla formazione del “buon cittadino”.

E così i 150 scout del gruppo nautico Altair hanno voluto solennemente aprire l’anno sociale a contatto con l’elemento educativo per loro più pregnante: il mare.

gruppo scout nautico Altair Agesci

Sì perché il gruppo che fa riferimento alla parrocchia della Cattolica dei Greci ha la peculiarità di essere l’unico nautico dell’Agesci cittadina e questo connota il modo di essere e di fare attività educativa dei suoi aderenti. La cerimonia dei passaggi da un’unità all’altra e la messa celebrata da don Nino Ventura ha dato forma alle unità che si apprestano a pianificare, organizzare e vivere le prossime attività a breve, medio e lungo termine: giochi, imprese, uscite, campi, veglie di preghiera che avranno il sapore aspro della salsedine e l’orizzonte grande del mare, custode – specialmente il nostro – di storie affascinanti. Tutti strumenti che servono a costruire un’identità valoriale che i giovani di oggi utilizzeranno quando diventeranno gli adulti di domani facendo anche tesoro della memoria comune.

Proprio alla memoria dei 40 anni trascorsi dalla fondazione del reparto Vega – che oggi insieme al branco “Terra di Betulla” e al clan “Zenith” compone il gruppo – è stato dedicato il momento conclusivo della celebrazione. Toccanti le parole finali dei capigruppo Massimo Galante ed Elisabetta Martelli: “…Ci sono storie che nascono dal sogno di pochi… E se oggi siamo qui, è perché Franco (Parrucci) e Ida (Lazzaro) hanno creduto in questa scommessa. A loro dobbiamo la caparbietà di chi crede nel domani anche quando nessuno lo vede. A loro dobbiamo la nascita di questo gruppo. Grazie. Con tutto il cuore.

E grazie a Don Musolino, che ha avuto il coraggio di fidarsi di un metodo allora “nuovo”, ma pieno di Vangelo. La sua intuizione ha messo radici. E oggi quelle radici continuano a nutrire nuove generazioni”.

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Nonostante le difficoltà, le incomprensioni e i limiti personali, questi ragazzi – i capi di oggi – continuano gratuitamente e meritoriamente un’azione educativa straordinaria di cui la nostra società ha tremendamente bisogno. Anche a loro deve essere riconosciuta reale gratitudine.