Stanchezza in primavera: ecco perché e qualche soluzione
Non è una patologia, ma una condizione fisiologica legata alla capacità del corpo di adattarsi ai cambiamenti esterni
08 Maggio 2025 - 15:37 | Comunicato Stampa

La primavera è una stagione di transizione che porta con sé cambiamenti evidenti nell’ambiente circostante: giornate più lunghe, temperature più miti, risveglio della natura. Tuttavia, non sempre questi mutamenti vengono percepiti in modo positivo dal corpo umano. Al contrario, molte persone riferiscono un senso di affaticamento persistente, mancanza di energia e difficoltà nella concentrazione proprio in questo periodo dell’anno. Questo fenomeno, spesso indicato con il termine “astenia primaverile”, non è una patologia, ma una condizione fisiologica legata alla capacità del corpo di adattarsi ai cambiamenti esterni.
Il passaggio dall’inverno alla primavera comporta una modifica nei ritmi circadiani, influenzata dall’aumento delle ore di luce. Questo provoca variazioni nella produzione di ormoni come la melatonina e la serotonina, che regolano rispettivamente il sonno e il tono dell’umore. Quando il corpo deve abituarsi a nuovi equilibri, può risentirne sotto forma di stanchezza, debolezza fisica e mentale, irritabilità e sonnolenza durante il giorno.
Le cause fisiologiche della stanchezza primaverile
Non si tratta semplicemente di una suggestione stagionale: la scienza conferma che i cambiamenti ambientali possono incidere sul benessere dell’organismo. Uno degli aspetti principali riguarda la variazione della temperatura e della luce solare, che influisce sui livelli di cortisolo, l’ormone dello stress. L’aumento della luce diurna stimola una maggiore produzione di serotonina, ma questo processo richiede un periodo di adattamento che può causare uno squilibrio temporaneo. Allo stesso tempo, la diminuzione della melatonina può interferire con la qualità del riposo notturno.
Anche il sistema immunitario può subire un temporaneo indebolimento in questa fase di passaggio, contribuendo al senso di spossatezza generale. Inoltre, in primavera si verifica spesso una carenza di alcuni micronutrienti, tra cui ferro, magnesio e vitamine del gruppo B, che giocano un ruolo fondamentale nella produzione di energia e nel corretto funzionamento del metabolismo.
In certi casi, può essere utile ricorrere a integratori alimentari specifici, se consigliati dal medico. Alcuni prodotti, come Sideral Forte, possono risultare adatti per compensare carenze di ferro in modo delicato e ben tollerato, contribuendo a contrastare l’affaticamento.
Alimentazione e stile di vita: un supporto fondamentale
La dieta gioca un ruolo chiave nel mantenimento del benessere, soprattutto durante i cambi di stagione. Un’alimentazione ricca di frutta e verdura di stagione, cereali integrali, legumi e proteine leggere può fornire all’organismo i nutrienti necessari per affrontare il senso di spossatezza. È importante preferire pasti leggeri e ben distribuiti durante la giornata, per evitare picchi glicemici e cali improvvisi di energia.
Anche l’idratazione va tenuta sotto controllo. Con l’aumento delle temperature, si tende a sudare di più e quindi a perdere liquidi e sali minerali. Bere acqua regolarmente, anche quando non si avverte una sensazione intensa di sete, aiuta a mantenere l’equilibrio idrico del corpo. Il consumo moderato di bevande stimolanti, come tè verde o caffè, può offrire un supporto temporaneo contro la sonnolenza, purché non sostituiscano un adeguato riposo notturno.
L’attività fisica moderata, praticata con regolarità, può rivelarsi un potente alleato contro la stanchezza primaverile. Camminare all’aria aperta, fare esercizi leggeri o semplicemente esporsi alla luce naturale contribuisce a regolare i ritmi biologici e favorisce una migliore qualità del sonno. Anche il riposo deve essere considerato una priorità: dormire almeno sette ore a notte, possibilmente seguendo orari costanti, permette all’organismo di rigenerarsi in modo efficace.
Quando rivolgersi a uno specialista
Sebbene la stanchezza primaverile sia in genere transitoria, non va sottovalutata se persiste per più di due o tre settimane, o se si associa ad altri sintomi come dolori muscolari, calo dell’umore marcato, perdita di appetito o difficoltà di memoria. In questi casi, è consigliabile consultare il proprio medico di fiducia per escludere eventuali cause organiche, come disfunzioni tiroidee, anemia o disturbi del sonno.
Un corretto inquadramento clinico può prevedere l’esecuzione di esami del sangue per valutare eventuali carenze nutrizionali o alterazioni ormonali. Talvolta, infatti, la sensazione di stanchezza è il primo segnale di una condizione medica sottostante che richiede attenzione. Una diagnosi precoce consente di intervenire in modo tempestivo e mirato, migliorando significativamente la qualità della vita.
Per alcune persone, in particolare per chi svolge lavori sedentari o è sottoposto a stress cronico, può essere utile un approccio integrato che comprenda anche tecniche di rilassamento e gestione dello stress, come la mindfulness o la respirazione controllata. Il supporto psicologico non è da escludere nei casi in cui l’astenia si accompagni a stati ansiosi o depressivi.
Soluzioni naturali e piccoli accorgimenti quotidiani
Molti rimedi naturali possono offrire un valido supporto nei periodi di affaticamento stagionale. Tra questi, alcune piante adattogene come il ginseng, la rodiola e l’eleuterococco sono conosciute per la loro capacità di aumentare la resistenza allo stress e stimolare il tono generale. Tuttavia, è sempre consigliabile consultare un professionista della salute prima di intraprendere trattamenti erboristici, per evitare interazioni con eventuali farmaci o condizioni preesistenti.
Anche l’aromaterapia può contribuire al benessere: oli essenziali come la menta piperita, il limone e il rosmarino, utilizzati in diffusione ambientale o per massaggi, sono noti per le loro proprietà tonificanti e stimolanti. Inoltre, la cromoterapia suggerisce che esporsi a colori vivaci come il giallo e l’arancione possa avere un effetto energizzante sulla psiche.
L’organizzazione della giornata, infine, può fare la differenza. È utile prevedere momenti di pausa regolari durante le ore lavorative, preferibilmente da trascorrere all’aperto, per favorire il contatto con la luce solare. Programmare attività piacevoli, anche di breve durata, aiuta a mantenere alto il livello di motivazione e contrastare la sensazione di affaticamento cronico. Anche piccoli gesti quotidiani, come aprire le finestre al mattino o dedicare qualche minuto alla respirazione profonda, possono contribuire a migliorare il benessere generale.