Talenti Reggini, Antonino Casile: “La mia vita una lunga sfida. Vinta”
27 Ottobre 2017 - 13:54 | di Vincenzo Comi

di Pasquale Romano – “Con le bugie si può andare avanti in tutto il mondo, ma non si può mai tornare indietro”. Un antico proverbio russo descrive perfettamente uno dei momenti chiave nel percorso umano e professionale di Antonino Casile, danzatore reggino che ha fatto della propria vita una lunga sfida, vinta con determinazione e passione.
Iscritto alla facoltà di Scienze Motorie a Messina, Antonino sognava un futuro sul palcoscenico, a volteggiare diretto dai più grandi coreografi. I provini all’Accademia nazionale di danza di Roma l’occasione perfetta, da prendere al volo.
“Mio padre è sempre stato orgoglioso di me, all’epoca però voleva che finissi l’università prima di prendere in considerazione l’ipotesi di un trasferimento. Cosi decisi di andare a Roma di nascosto, dicendo alla famiglia che andavo per qualche giorno a casa di amici. Per una volta, si può dire una piccola bugia…”, racconta ai microfoni di Citynow.
Il bivio prende la piega desiderata e in parte insperata, Antonino supera i provini ed entra a far parte dell’Accademia. Rimaneva un piccolo dettaglio da considerare…: “Dire alla mia famiglia che mi trasferivo a Roma (ricorda sorridendo, ndr) erano felici a metà. Contenti per il mio ingresso all’Accademia, meno perché lasciavo l’università. Io invece non stavo nella pelle, avevo davanti un futuro da conquistare”.
Antonino sin dagli inizi ha ‘sconfessato’ le consuetudini legate alla danza, che vogliono i ballerini muovere i primi passi da bambini. “Anche se ho iniziato a danzare a 7 anni, in realtà sino 14 non mi ero abbandonato totalmente al ballo, ad esempio mi dedicavo anche alla recitazione. Poi ho capito che volevo appartenere in modo esclusivo al mondo della danza, e iniziai a prendere lezioni di hip-hop, funky e classica, presso la scuola ‘Professione Danza’ di Antonio Piccolo, che ringrazio per il supporto datomi in quegli anni”.
Uscito dall’Accademia della danza, per Antonino arrivano subito le prime gratificazioni. Nel 2010 prende parte ad un progetto internazionale, subito dopo aver superato un provino per entrare con una compagnia alla Biennale di Venezia: “Sono tutte esperienze che mi hanno arricchito e fortificato, non si può spiegare cosa significa girare il mondo e partecipare in prima persona a show di importanza internazionale”, racconta soddisfatto.
Arriva il momento delle esperienze televisive: Domenica In, Wind Summer Festival, spot, serie tv e anche una partecipazione ad Amici. L’incontro con Maria De Filippi si ripete a qualche anno di distanza, stavolta sul palco di ‘Tu Si Que Vales’. “Il mio terrore più grande era che si ricordasse di me e mi riconoscesse (ride, ndr) ho un carattere riservato, quando danzo sono un animale da palcoscenico ma nella vita di tutti i giorni non mi piace mettermi in prima fila”.
Un successo l’esibizione di Antonino e altri 5 ballerini nel programma di Canale 5, a colpire i giudici e il pubblico la ‘No Gravity Dance’, particolare e inconfondibile stile di danza che inevitabilmente cattura l’attenzione dello spettatore. Esibendosi a Cinecittà World con la I.I.P. (Italian International Pictures diretta da Giorgio Chessari), il danzatore reggino ha conosciuto la ‘No Gravity Dance Company’, venendo selezionato e aggiunto alla compagnia pochi mesi prima dell’esibizione a ‘Tu Si Que Vales’.
“Sono rimasto sorpreso da me stesso, pensavo di non essere adatto alla ‘No gravity dance’. E’ un lavoro intenso, quasi massacrante, a livello corporeo. Anche in questo caso ho accettato la sfida, entrando a far parte della compagnia. Notevoli le soddisfazioni che stiamo ottenendo e ci ripagano del duro lavoro. Le reazioni di Gerry Scotti e gli altri giudici? Mi hanno quasi commosso, sono stati gentilissimi. E’ andata in onda solo una piccola parte dei complimenti che ci hanno rivolto”, rivela il ballerino reggino.
L’altro lato della medaglia. Non sono mancati nel percorso di Antonino difficoltà e momenti di sconforto attimi in cui il palcoscenico sembrava allontanarsi, sfocato. “Ma ho capito che bisogna sempre lottare, soprattutto quando sembri sopraffatto dall’amarezza. La vita del danzatore ti porta lontano da casa e dagli affetti, sei isolato dal resto del mondo. Sento però che il mio corpo ha ancora tanto da dire, e vuole farlo sul palcoscenico…”.
Ragione di vita. La danza come compagna fedele irrinunciabile, Antonino anche in futuro non si immagina in mondi differenti: “Farà sempre parte di me, anche quando smetterò di danzare. Una volta sceso dal palcoscenico magari mi dedicherò all’insegnamento, ho già diretto diverse masterclass”.
Radici profonde. Intenso e indissolubile il rapporto che lega Antonino Casile alla sua terra, lasciata anni fa per rincorrere un sogno: “Sono legatissimo agli amici e alla mia famiglia. Reggio Calabria è l’unico posto al mondo dove posso ‘ricaricarmi’, staccare da tutto e concedermi una pausa rigenerante. Amo passeggiare sul Lungomare, da solo, perdermi in quel panorama mozzafiato. Mi dispiace soltanto non poter tornare quanto vorrei, gli impegni purtroppo mi costringono altrove”.
‘Se non ti arrampichi, non puoi cadere’, la filosofia di vita che ha accompagnato Antonino attraverso soddisfazioni e momenti difficili. Non può che essere questo il consiglio che offre ai giovani reggini: “Io ho vinto la mia sfida, partendo da Reggio Calabria senza un soldo, nel mio bagaglio avevo solo sogni e speranze. La mia terra è piena di talenti, giovani che hanno qualità enormi. Li invito a rischiare, a non avere paura, volando alto con la fantasia tutto è possibile”.