Tatuaggi, Gabriele Pellerone: “Scegliamo la nostra salute e pretendiamo il meglio” – FOTO


di Federica Geria – Il tatuaggio: arte o moda? E’ questo l’interrogativo che spesso ci si pone. Per alcuni è quasi un gioiello con il quale arricchire il proprio corpo, qualcosa da far notare e mettere in mostra. Per altri pura arte visiva e comunicazione, un simbolo che può esprimere parte della propria vita e della propria personalità.

Poco importa, siamo nell’era in cui i tattoo spopolano, diffondendosi, a gran ritmo, tra star di Hollywood, miti della musica, top model e gente comune di ogni età.

In termini statistici, secondo un sondaggio americano del 2004, effettuato su 500 persone di età compresa tra i 18 e i 50 anni, il 24% del campione ha dichiarato di avere almeno un tatuaggio e, nel 16% dei casi, di aver iniziato a farli prima della maggiore età. Stando inoltre al primo censimento realizzato nel 2015 dall’Istituto Superiore di Sanità sulla diffusione dei tatuaggi nel Paese, il 12,8% della popolazione ha fermamente scelto di far disegnare la propria pelle.

Farsi tatuare al giorno d’oggi è davvero una questione di poche ore, ma la facilità e la flessibilità con cui è possibile farlo non dovrebbe assolutamente impedire di riflettere a fondo sulla decisione “permanente”. E’ dunque fondamentale prendere provvedimenti per proteggersi da eventuali rischi, ma soprattutto essere certi di affidarsi alle giuste mani.

A parlarci del complesso mondo del tatuaggio è Gabriele Pellerone, tatuatore reggino professionista, che ci racconta di questa particolare arte, dandoci importanti consigli sulla cura e la prevenzione.

“Nasce tutto da un’idea, il cliente sceglie cosa vorrebbe rappresentare ed io consiglio il modo in cui farlo. Una volta stabilito il progetto, si procede creando un disegno unico e personalizzato, il quale verrà poi trasferito tramite una carta adesiva sulla pelle, in maniera da poter far vedere al cliente stesso come verrà il tatuaggio. Dopodiché si comincia: si scelgono le punte e i colori da usare, tutti rigorosamente monouso, e si procede con la creazione. E’ un’esperienza unica che regala grandi emozioni e, grazie all’utilizzo dei nuovi macchinari, il dolore è solo un ricordo, poiché il tatuaggio viene eseguito nella parte superficiale della pelle e quindi non entra in contatto con terminazioni nervose o vene. Inoltre i materiali sono anallergici e quindi totalmente privi di controindicazioni”.

Spiega così Pellerone le fasi di una realizzazione sicura del tatuaggio, un “semplice” disegno permanente eseguito sul corpo con pigmenti inseriti mediante speciali strumenti nello strato superficiale della cute, che però necessita di alcune fondamentali norme da rispettare: pulizia, igiene, sterilizzazioni, attrezzature specifiche e tanto altro, tra cui da non dimenticare la licenza ad operare nel settore.

“L’igiene al primo posto. Uno studio per poter svolgere l’operato, oltre ad avere un attestato regionale, deve  possedere attrezzature monouso, pareti lavabili e deve garantire una minuziosa pulizia. Scegliamo la nostra salute e pretendiamo il meglio”.

Eppure si parla ancora di rischi e pericoli, che frenano questa scelta, se vogliamo di vita, ingenerando il timore in alcuni di effetti indesiderati o addirittura dannosi, come infezioni cutanee e reazioni allergiche.

“Fortunatamente il mondo del tatuaggio ha raggiunto dei traguardi sanitari altissimi. Ogni attrezzatura usata rispetta i massimi controlli igienici, i colori finalmente non contengono nikel e gli aghi sono di acciaio chirurgico. Per cui parlare di allergia non è più il caso, piuttosto ci sono alcuni tipi di pelle più sensibile che tendono ad avere un rossore accentuato che però non crea problemi se alleviato con creme – assicura Gabriele – Il problema sorge per mancanza di pulizia e inadeguatezza di esecuzione del tatuaggio. Affidarsi ad uno studio certificato non comporta assolutamente rischi di infezione”.

Senza dubbio dopo aver fatto un tatuaggio le precauzioni da osservare sono importanti. Per facilitare la guarigione si consiglia di seguire alcuni classici step: rimozione della medicazione nei tempi corretti, applicazione della crema adatta, pulizia attenta e precisa, esposizione limitata al sole o fonti batteriche.

E non solo, Pellerone ci parla anche di un prodotto all’avanguardia per i tatuaggi che ne favorisce e ottimizza la cicatrizzazione mantenendo inalterata la naturale brillantezza dei colori. Una sottile pellicola adesiva traspirante, impermeabile e flessibile, ideale per piccoli e grandi tatuaggi, che si applica facilmente su tutte le parti del corpo con un risultato ottimale, lasciando respirare la ferita e formando una barriera antibatterica che assicura una completa protezione dagli agenti esterni.

“Io scelgo Dermalize, l’innovazione nel campo del tatuaggio, la soluzione che mancava. Non è altro che un protective tattoo film, che non contiene creme o medicinali e quindi fa guarire il tatuaggio in maniera naturale ed ottimale. Lo cura nella fase più importante di guarigione, cioè i primi tre giorni, in cui l’inchiostro scende sotto pelle e cicatrizza senza perdere dettaglio. Sembrava un sogno ma oggi è realtà. Inoltre si tratta dell’unico prodotto per la cura del tatuaggio certificato dal Ministero della Sanità e Salute”.

Per Gabriele il tattoo è un atto artistico che “ad oggi finalmente viene riconosciuta come nuova forma di arte contemporanea. Stiamo facendo un grande lavoro con tanti artisti a livello mondiale per far emergere questa cultura e sono veramente felice ed orgoglioso di poter testimoniarla nelle grandi convention di tattoo. Si parla di arte e di felicità”.

Farsi inchiostrare la pelle è sempre un’esperienza irripetibile, che crea un’adrenalina unica, scaturita dalla scelta appena fatta, quella di far disegnare sul proprio corpo qualcosa che durerà tutta la vita.

Ma per un tatuatore quali saranno le sensazioni? L’artista ci racconta le sue.

Tatuare significa creare emozioni, una persona che vuole un tatuaggio, lo fa per cercare un’emozione e sono davvero felice di poter essere io a crearla. È una soddisfazione immensa poter leggere la gioia negli occhi di una persona che nemmeno conosci, che però ti è grata perché in quel preciso momento l’hai resa felice, lasciandole in maniera inspiegabile una cosa che porterà con sé per sempre”.

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