Toscano: 'Zoratti, Massimo Orlando, quel campetto in curva nord...'

"Allenando la Reggina ho realizzato un sogno. Io come Gattuso? In un certo senso..."

Ospite di “Passione Amaranto”, il tecnico della Reggina ha parlato del suo percorso, i ricordi legati alla maglia amaranto, il carattere spesso spigoloso, la voglia di migliorarsi:

“Per quello che si può star bene in questa situazione, diciamo che sto bene. Mi godo quello che durante il percorso lavorativo non è possibile, quindi la famiglia, mia figlia e mia moglie. E poi sto diventando sempre più tecnologico e devo dire che mi sta piacendo, sono anche diventato un pò social.

L’obiettivo è quello di ripartire, perchè questo significherà avere superato questo momento durissimo e quindi tornare a fare quello che ci piace di più, regalare un sorriso alla gente.

La Reggina di Zoratti? Un’annata che mi è rimasta dentro. Vincere nella propria città ha un sapore diverso e solo chi lo fa riesce a capirlo. Con tanti ex compagni di squadra ci sentiamo ancora, una scalata straordinaria ottenuta con un gruppo fantastico. Zoratti? Una grande capacità gestionale, per me oltre che un allenatore era anche un padre. Ogni allenatore ti lascia qualcosa, poi prendi quello che senti anche tuo perchè ognuno di noi ha delle idee.

Sul lavoro sono così, rigido, severo, un carattere di m…  davvero insopportabile, tanto da condizionare i miei calciatori che spesso hanno avuto timore a confrontarsi con me. Questo è un aspetto che sto cercando di migliorare, ma credetemi non sono così nella vita di tutti i giorni extra lavorativa.

Allenare la Reggina è stato sempre il mio sogno, da quando ho intrapreso questa carriera non vedevo l’ora accadesse. A prescindere da come finirà è stata comunque una stagione molto bella, immaginavo delle emozioni ma non così tante come quelle che ho vissuto fino ad ora. L’istinto mi ha detto che questo era l’anno giusto e spero possa finire come tutti immaginiamo.

Avere fatto tutta la trafila nel settore giovanile della Reggina oltre ad averci giocato da professionista per me è stato un grande vantaggio. Prima gli allenamenti dove adesso c’è la curva nord e poi il Sant’Agata mi hanno dato la possibilità di conoscere veramente tutto: umori, odori, sensazioni, qualsiasi cosa.

Ma quello che dico sempre è che per trasmettere questo senso di appartenenza ai miei calciatori, non ho mai parlato dei miei trascorsi o delle mie origini. E loro sono stati bravissimi a cogliere quello che volevo trasferirgli, il merito è soprattutto il loro.

Mirabelli ha detto io come Gattuso? Probabilmente dal punto di vista caratteriale si. Siamo calabresi con una identità precisa, testardi, cocciuti. Poi il DS mi conosce molto bene per essere stati compagni di squadra e poi l’allenatore di quelle compagini che lui ha costruito a Rende e successivamente a Cosenza.

Il calciatore più bravo con il quale ho giocato mi viene da dire Massimo Orlando, più bravi contro tanti”.