Tragedia fiume Lao, il racconto di una guida: 'Distrutti dal dolore. Messi in salvo circa 20 ragazzi'

Parla una delle guide più esperte in Italia che ha fatto rafting su alcuni dei maggiori fiumi del mondo: 'Il rafting? Non è uno sport estremo'

Denise non ce l’ha fatta.

La notizia di qualche ora fa del ritrovamento della giovane studentessa di Rizziconi, inghiottita dalle acque del fiume Lao, ha spezzato ogni minima speranza.

Estenuante l’attesa delle ultime ore, dopo una notte insonne e dopo un’intera mattinata con il fiato sospeso. Tutti hanno contribuito alla ricerca di Denise. Soccorritori dei Vigili del Fuoco in primis, gli uomini dei Carabinieri ma anche guide del posto che conoscono ogni minimo sentiero ed angolo di Laino Borgo.

Tra le prime persone giunte sul posto subito dopo la notizia della scomparsa di Denise e che hanno prontamente collaborato alla sua ricerca c’è anche Antonio Trani, consigliere nazionale per la Federazione Italiana Rafting nonchè guida autorevole di Laino Borgo con esperienza ventennale in Italia e all’estero.

“Il mio unico pensiero al momento va alla famiglia di Denise. Dobbiamo solo stringerci e stare vicino ai familiari. Il mio stato d’animo? Pessimo. Sono sconcertato e distrutto dal dolore. E’ incredibile come una giovane 17enne non sia più tornata da una gita scolastica, il mio pensiero va solo alla famiglia”.

Una gita scolastica appunto, il cui epilogo tragico apre oggi numerosi punti interrogativi. Molti dei quali verranno chiariti dalle indagini della Procura di Castrovillari che ha già aperto le indagini. Altri invece possono essere chiariti proprio da un esperto che da oltre 20 anni frequenta importanti corsi d’acqua alla guida di numerosissimi gruppi di persone tra cui molti studenti.

“Il rafting è uno sport accessibile a tutti. Non è uno sport estremo. Le condizioni dell’acqua ieri erano superiori alla media stagionale ma il fiume era ovviamente navigabile – spiega ai nostri microfoni l’esperto e fondatore del celebre centro River Tribe -“.

Dalle indagini verrà probabilmente chiarita la dinamica che ha portato alla caduta di Denise in acqua, durante la discesa rafting con la compagnia ‘Pollino Rafting ASD’. Come lei, migliaia di studenti attraversano ogni anno il fiume Lao. E negli ultimi tempi sono cresciuti anche i gruppi di scolaresche.

“In tutta la storia del fiume Lao questo è il secondo incidente che capita. Se paragoniamo altri sport outdoor di montagna o di mare il rafting ha percentuali di incidenti incredibilmente basse. Il primo incidente fu nel 2006 a Papasidero. Poi quello di oggi. La morte di Denise è una morte scioccante che tocca tutti e non solo la compagnia che portava la ragazza. Tocca tutti coloro che credono fortemente in questo territorio e in questo sport e che lavorano con elevatissimi standard di sicurezza”.

Intanto il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha già chiesto all’Usr della Calabria di fare adeguati accertamenti per verificare che tutte le misure di sicurezza siano state adottate.

“Quello che deve emergere, in fase di indagini emergerà. La procura farà le sue indagini e le persone competenti in materia valuteranno ogni azione. Ieri si sono verificati una serie di coincidenze particolarmente complicate in cui quattro gommoni si sono ‘incravattati’. Fortunatamente dietro il gruppo scolastico c’era un gommone di River Tribe, con bordo le guide che tempestivamente si sono fiondate sull’accaduto, mettendo in salvo circa 20 ragazzi e liberando tre dei quattro gommoni dagli incastri”.