17 maggio: giornata mondiale contro l'omofobia. Italia, quanta strada ancora da fare

I dati parlano chiaro, lo Stivale ha ancora molto lavoro da fare per educare la società alla "cultura della non discriminazione"

“32 anni fa l’OMS ha rimosso l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali. Questa è la ragione per cui è stato scelto il 17 maggio come data per la Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia”.

Lo ha scritto, in un post su Facebook, il Ministro della Salute Roberto Speranza, che ha poi aggiunto:

“Tanta strada c’è ancora da fare per garantire ogni giorno a tutti gli stessi diritti”.

Giornata internazionale contro l’omofobia

E la strada, in Italia, è veramente in salita. È difficile non pensare agli applausi scroscianti che hanno accompagnato la bocciatura del ddl Zan quando si parla della comunità LGBT+ nel ‘Bel Paese’. Non è dunque un caso che Arcigay, in occasione del 17 maggio, abbia voluto lanciare un messaggio alle istituzioni, a quella politica che, quotidianamente, e non solo nelle “giornate mondiali”, dovrebbe occuparsi di tutelare i diritti di ogni singolo cittadino: “E in parlamento applaudono“. È il claim della campagna realizzato in occasione della Giornata internazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la transfobia, la bifobia, l’afobia.

“Di fronte all’applauso vergognoso in Senato che ha caratterizzato l’interruzione del percorso parlamentare del disegno di legge per la prevenzione e in contrasto delle discriminazioni legate anche all’orientamento sessuale e all’identità di genere, abbiamo voluto focalizzare l’attenzione sui dati impietosi emersi dall’ultima ricerca dell’Agenzia per i Diritti Fondamentali dell’Unione Europea sulla situazione nel nostro Paese, perché sia chiaro che mentre alcuni nostri politici festeggiano milioni di persone restano prive di tutele”.

I dati per l’Italia

E i numeri, per lo Stivale, sono davvero impietosi:

  • il 30% delle persone LGBT+ ha paura di subire aggressioni;
  • il 62% delle persone LGBT+ ha paura di prendere per mano la persona amata;
  • il 61% delle persone LGBT+ non esprime liberamente la propria identità;
  • il 32% delle persone LGBT+ dichiara di aver subito un episodio di molestia nell’ultimo anno;
  • l’84% delle persone LGBT+ aggredite negli ultimi 5 anni non denuncia questi episodi;
  • il 23% delle persone LGBT+ dichiara di aver subito discriminazioni sul luogo di lavoro.

Non sono, poi, più confortanti i dati che emergono dalla Rainbow Map 2022, la ricerca annuale di Ilga Europe che, attraverso una mappa aggiornata, inquadra il livello dei diritti delle persone LGBT+ nel nostro continente.

L’Italia passa dalla 34esima posizione del 2021, su 47 paesi esaminati, alla 32esima, a pari merito con la Georgia, con una percentuale pari al 25%. A fare la differenza, rispetto allo scorso anno, il fatto che una legge contro i discorsi di odio sia arrivata in Parlamento. Lo Stivale, comunque, resta dopo la Macedonia del Nord, la Repubblica Ceca, l’Ungheria, il Kosovo, la Bosnia e la Serbia. A guidare la classifica, per l’ennesimo anno, è Malta con una percentuale pari al 92%). In ultima posizione Turchia (4%) e Arzebaijan (2%).

Ancora una volta, ci si trova di fronte all’innegabile evidenza di come la società abbia bisogno di essere educata alla cultura della non discriminazione.

Lo ha detto anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella:

“Il rispetto dei diritti di ogni persona, l’uguaglianza fra tutti i cittadini, sancita dalla nostra Costituzione e dagli ordinamenti internazionali che abbiamo fatto nostri, non sono derogabili. Solidarietà e responsabilità sono alla base della nostra comune convivenza. Solo la comprensione reciproca può portare alla piena accettazione di tutto ciò che è “altro” da sé e al riconoscimento di ciascuna individualità. Il messaggio di questa giornata è l’invito a rinnovare l’impegno al rispetto dell’altro e delle sue scelte: elementi alla base del vivere collettivo”.