Reggio, i due volti del Candeloro: entrambi a rischio espropri. Quale il destino del quartiere?

Il progetto di riqualificazione da 23 milioni per la creazione di un'area verde di accompagnamento al Museo del Mare e l'incubo dei residenti di perdere la casa per "pubblica utilità"

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Esproprio.

Una parola che fa tremar le ginocchia e che, in un attimo, ti stravolge la vita. È l’avviso che si sono visti recapitare, qualche settimana fa, i residenti del quartiere Candeloro a Reggio Calabria. Una zona centralissima della città, divenuta ancor più apprezzata in seguito al completamento del nuovo waterfront cittadino.

Superato il ponte Luca Attanasio, che collega il lungomare al porto, si accede ad un’area dove convivono due realtà: cura e degrado. Nella parte iniziale del quartiere, infatti, sono presenti diverse abitazioni indipendenti, tra cui anche ville, che farebbero davvero gola a chiunque, con annessi giardini e aiuola fronte strada, che spesso attirano anche l’attenzione dei passanti, finendo per essere postate sui social. Poco più avanti, invece, è impossibile non notare lo stato di degrado che farebbe piangere anche il reggino più incallito. Baracche fatiscenti, un vero e proprio ritorno al passato che diviene un pugno alla bocca dello stomaco se si pensa che, a poca distanza, si sta realizzando l’opera faraonica del Museo del Mare di Zaha Hadid.

E proprio per rendere l’area più conforme alla sua vocazione turistica, dal Comune è arrivata la decisione di riqualificare il quartiere. Una bella notizia, ma non per tutti. Perchè fra gli espropriandi c’è un gruppo di residenti che, in tutti questi anni, si è impegnato fortemente per restituire e mantenere il decoro dell’area.

Il piano di riqualificazione: un nuovo volto per il quartiere Candeloro

Il Comune, con l’obiettivo di valorizzare la zona, ha intrapreso un piano di riqualificazione che prevede un investimento di 23 milioni di euro. Il progetto fa parte di un programma più ampio, il Programma PAC “Infrastrutture e Reti” 2014-2020, e si colloca nell’asse B “Recupero Waterfront”. Lo scopo è quello di rigenerare le aree adiacenti al porto e al lungomare, recuperando le zone degradate per promuovere una fruizione più moderna e turistica del territorio.

La progettazione del nuovo “quartiere turistico-ricettivo” sta avanzando, tanto da esser giunti alla valutazione delle proposte per individuare la ditta appaltatrice che dovrà arricchire l’area con nuovi spazi verdi, parchi e infrastrutture che completeranno il percorso che dal lungomare porta al Museo del Mare.

Le preoccupazioni degli espropriandi

Ma cosa si fa quando l’avviso di esproprio bussa prepotentemente alla tua porta? Tra l’afflizione e lo smarrimento, si cerca di capire se ci siano i margini per salvare ciò che con tanta fatica si è costruito.

“In via porto Candeloro non esistono solo baracche! Esistono case costruite con enormi sacrifici da parte di intere famiglie e con tutti i permessi e le carte in regola per poter esistere. Famiglie che ci vivono da decenni e che intendono difendere quello che hanno. Esiste un ecosistema ed una cura quotidiana per mantenere tutto in maniera decorosa. Un avviso di esproprio perché il Comune vuole fare una “passeggiata al mare”? Sembra tanto l’ennesima passerella sui sacrifici di onesti cittadini. “Riqualificazione” non vuol dire radere al suolo e ricostruire”.

Romeo: “In esame le offerte di gara e le osservazioni”

Della vicenda si è discusso nel corso dell’ultima puntata di Live Break, con l’intervento dell’assessore Carmelo Romeo che ha illustrato il progetto e come si stia attualmente operando su due fronti:

“Il Comune di Reggio Calabria già negli anni precedenti ha lavorato per la riqualificazione del quartiere Candeloro, un progetto che è stato rivisto alla luce anche dell’importante finanziamento destinato al Museo del Mare. L’investimento di 23 milioni di euro prevedeva, inizialmente, una darsena, poi convertita, in seguito all’ok per l’opera di Zaha Hadid, con interlocuzione con il Ministero, di creare un’area verde, come accompagnamento al percorso che dal lungomare condurrà al Museo.

È partito l’Iter per quanto riguarda la progettazione e, in questi giorni, la commissione sta esaminando le offerte di gara da parte di tanti gruppi e di società che fanno progettazione in tutto il mondo. Successivamente ci sarà l’aggiudicazione. Parallelamente è partito anche l’Iter per l’esproprio e dagli uffici mi hanno fatto sapere che sono state presentato delle osservazioni, che sono attualmente al vaglio del personale tecnico e amministrativo e di cui terremo conto”.

Neri: “Gli espropri per il ponte sullo Stretto no e questi si?”

Il consigliere della Lega, Armando Neri, sempre a Live Break, ha espresso il suo sostegno per la riqualificazione del quartiere, ma ha anche messo in evidenza le difficoltà di chi vive da anni in quella zona e che potrebbe, presto, rimanere senza casa, a fronte, si di un’indennità, che comunque non va a sanare il legale affettivo.

“Sono sempre favorevole allo sviluppo del territorio e alle grandi opere – ha detto, ma non possiamo dimenticare chi ha sacrificato tanto per costruire la propria casa e la propria vita in un determinato luogo. È naturale che queste persone si sentano preoccupate e spetta all’amministrazione gestire questa fase delicata con rispetto e attenzione. Mi stupirebbe un approccio diverso da parte di un’amministrazione che si è detta contro opere infrastrutturali fondamentali come il Ponte sullo Stretto, lamentando appunto, tra le altre cose scritte nei ricorsi, gli espropri. Salvo poi non avere cura dei diritti dei propri cittadini nel momento in cui è l’amministrazione stessa a voler realizzare opere di sviluppo del territorio.

Auspico che ci sia un bilanciamento degli interessi tra quello pubblico, di realizzare un’opera importante a corredo del Waterfront, che dia effettivamente spazio e visione alla città, e gli interessi però del cittadino, delle famiglie, dei soggetti che abitano, magari, da una vita quel luogo, facendo tanti sacrifici per costruire il proprio futuro”.

Neri ha anche ricordato la promessa del sindaco, che qualche anno fa aveva parlato del quartiere Candeloro come della “nuova Notting Hill”, suggerendo che il quartiere potrebbe diventare una delle aree più ambite della città:

“Vedremo a questo punto – ha concluso – cosa accadrà”.

Un faro di speranza per i residenti del quartiere Candeloro

La speranza che i residenti nutrono è che il quartiere Candeloro possa davvero essere riqualificato, migliorato per le nuove generazioni e per i turisti che arriveranno grazie al Museo del Mare, senza però dover rinunciare alle loro abitazioni.

La sfida sarà riuscire a trovare un equilibrio tra sviluppo e rispetto per chi ha costruito il proprio futuro in quella zona, per garantire che la riqualificazione non diventi una perdita per chi, prima ancora della grande trasformazione urbana, ha reso Candeloro un quartiere vivo e abitato.