Ficarra e Picone: ‘Ponte sullo Stretto? Idea nata da una nostra battuta’

Il duo presenta la miniserie 'Sicilia Express', su Netflix dal 5 dicembre. "I politici la devono smettere di attingere dai comici"

ficarra e picone

“Noi parliamo della Sicilia per parlare dell’Italia, della gente. C’è stata un’evoluzione, sono cambiate tante cose, però quello che diciamo è che non è più accettabile che ci siano dei problemi sociali che non dipendono dalla gente, ma dipendono da chi dovrebbe risolverli. Se io ancora devo parlare del problema dell’acqua per esempio, nel 2025, c’è qualcosa che non va”. Così Valentino Picone presentando al cinema Barberini di RomaSicilia Express‘, la nuova miniserie di Ficarra e Picone in arrivo dal 5 dicembre solo su Netflix.

‘Sicilia Express’ con molti amici nel cast

Sicilia Express‘ è una miniserie diretta e interpretata da Ficarra e Picone, con Katia Follesa, Barbara Tabita, Max Tortora, Sergio Vastano, Enrico Bertolino, Adelaide Massari, Angelo Tosto e Giorgio Tirabassi, con la partecipazione amichevole di Jerry Calà e Gioele Dix. La serie racconta la storia di Salvo e Valentino, due infermieri siciliani che dividono la loro vita tra il lavoro a Milano e le loro famiglie in Sicilia. Pochi giorni prima di Natale, si imbattono in un portale magico (un cassonetto): una scoperta inaspettata destinata a sconvolgere le loro vite, ma non necessariamente in meglio.

Il tema del confronto tra Nord e Sud, i problemi atavici del Meridione e la politica nazionale sempre lontana (il premier interpretato da Max Tortora pronuncia un discorso alla nazione in cui parla di unificare l’Italia, ma dopo, off the record, dice che “abbiamo fatto tanto per dividerla e adesso davvero pensate che vogliamo riunificarla?”).

I politici non cambiano, scandali e ironia siciliana

“C’è il problema dell’acqua in alcune parti della Sicilia, che riguarda anche l’agricoltura, poi c’è il problema dei trasporti, del caro prezzi, ci sono una serie di cose che non sono solo della Sicilia. I siciliani sono cambiati, sono più consapevoli, non c’è più la Sicilia raccontata qualche anno fa, però purtroppo la politica non si è evoluta: la Sicilia è cambiata, però è un peccato che a questo non corrisponda un’evoluzione della politica. E gli ultimi scandali in Sicilia fanno veramente rabbrividire”.

“Gli stessi comportamenti si reiterano, gli stessi atteggiamenti, le stesse cose, non importa chi c’è in questo momento – aggiunge Salvatore Ficarra – e fra l’altro, vedi che poi gli scandali che arrivano da noi sono sempre gli stessi, per cui quando dopo vent’anni vedi coinvolte le stesse persone, con le stesse cose, allora tu dici: non c’è speranza e scopri lì la grandissima ironia del popolo siciliano che nonostante tutto – aggiunge con sarcasmo – li rivota e dice: ora vediamo come si devono fare incocciare adesso. Secondo me il popolo siciliano li rivota per ironia”.

Il ponte sullo Stretto? Idea nata da una nostra battuta

“Io credo che i politici debbano smettere di attingere dai comici. Non è giusto, non ho capito perché loro devono prendere spunto da noi”, prosegue Salvatore Ficarra rispondendo a una domanda sul Ponte sullo Stretto fortemente voluto dal ministro Salvini. “Noi avevamo fatto – questo tengo a dirlo a Salvini – lo sketch sul ponte sullo Stretto – spiega l’attore – ma era uno sketch, non è che lo volevamo veramente. Ora lui non ha capito che era una cosa ironica e ha detto: questi vogliono il ponte. E lo vuole costruire – continua – tra l’altro so che sta comprando pure le palme nane e ce le vuole mettere vere. Ora quelli sono veramente degli sketch.

I politici rubano le battute ai comici

“Noi dicevamo pure che il ponte fa evacuare – continua Ficarra cambiando bersaglio – ora il ministro Tajani si ruba la nostra battuta e tutti a farci i titoli. Così non è giusto perché noi l’abbiamo detto vent’anni fa che il ponte faceva evacuare. Non è corretto, ognuno il suo lavoro”, conclude alludendo alla dichiarazione del ministro degli Esteri che aveva detto che il ponte può servire anche all’evacuazione della popolazione in caso di attacco militare dal sud.

Alle parole di Ficarra seguono poi quelle del suo compagno artistico Valentino Picone. Tornando al ponte sullo Stretto, l’attore scherza dicendo che “già Ulisse quando è arrivato ha detto: ma qua un ponte non starebbe male…”. E continua: “Berlusconi voleva fare una piramide a campata unica per essere ricordato per sempre, Salvini vuole fare una cosa, qualunque cosa, pur di andare sui social a smanettare, ma questa è una fredda cronaca”.

Perché pensare alla facciata se i pilastri cadono?

Quindi, andando oltre le battute, una considerazione più seria: “Prima del ponte bisogna risolvere gli altri problemi e io penso, da cittadino, che se una nazione ha impiegato 50 anni per fare la Salerno a Reggio Calabria – che era più facile ricostruire Salerno vicino a Reggio Calabria e costava meno – ti viene il dubbio che nel ponte possano esserci speculazioni, che possa essere un’opera che comincia ora e chissà quando ci sarà. Probabilmente – conclude – se fossimo in Giappone forse ragionerei diversamente, però qui il problema è che ti occupi di fare la facciata quando i pilastri stanno cadendo.

Fonte: AGI