Reggio, Onda Orange lancia ‘Rotta civica’. Canale: ‘Serve l’impegno nelle istituzioni delle persone migliori’

È stata la vallata del Sant'Agata la prima tappa di “Rotta civica”, il programma di Onda Orange alla riscoperta dei territori e delle potenzialità di aree che per troppo tempo sono state considerate marginali

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È stata la vallata del Sant’Agata la prima tappa di “Rotta civica”, il programma di Onda Orange alla riscoperta dei territori e delle potenzialità di aree che per troppo tempo sono state considerate marginali.

Dopo la presentazione ufficiale del van arancione nella sede di via Crisafi 22 la compagine Orange si è spostata tra Cataforio e San Salvatore per incontrare le realtà positive di quel territorio che nel tempo hanno posto in essere azioni di valorizzazione concreta dell’area.

Tra queste non poteva certamente mancare la splendida realtà della città di Sant’Agata, ai più nota come Motta, la cui vita venne bruscamente interrotta dal violento sisma del 5 febbraio 1783.

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L’architetto Valeria Varà ha esposto le rilevanti evidenze storiche, naturalistiche e paesaggistiche dell’area archeologica ma anche del prezioso patrimonio custodito a casa Fortunio e nelle chiese di Sant’Antonio, San Giuseppe e di quella dedicata a Gesù e Maria. La visita alle chiese è stata anche occasione per incontrare il sacerdote Don Saverio Caccamo che ha avuto modo di ribadire la necessità della riscoperta del senso critico e l’importanza che i cristiani riabbraccino la vocazione all’impegno civico, rifuggendo quella paura che spesso accompagna i giovani.

Per Massimo Canale:

“Serve l’impegno nelle istituzioni delle persone migliori, altrimenti si lascia spazio ai politici di professione”.

Successivamente “Rotta Civica”, in compagnia di Erminio Bruno e Franco Ambrogio, ha fatto tappa nei pressi della fiumara Sant’Agata dove l’attenzione è stata focalizzata sull’incompiuta centrale idroelettrica solo parzialmente realizzata e oggi bypassata dalla condotta che porta l’acqua dall’invaso del Menta fino in città. Molte le promesse non mantenute nella zona tra le quali si ricordano, oltre alla centrale, la necessaria mitigazione dell’inquinamento acustico delle opere limitrofe, la riqualificazione degli assi viari contigui alla fiumara e il completamento del ponte che permetterebbe un rapido collegamento tra le due sponde dell’asta fluviale, oggi possibile solo attraverso il guado del letto del corso d’acqua.

Ovviamente, spiega Bruno, presidente del consorzio irriguo della vallata, questo si ripercuote sulla gestione dei terreni agricoli con l’aggiunta di ulteriore difficoltà per gli operatori.

“Oggi abbiamo perso il senso dei luoghi, (ribadisce Bruno n.d.r.) io sento la necessità di onorare la memoria di questo luogo. Dobbiamo definire cosa siamo. Pensiamo ad esempio alla realizzazione di un frantoio pubblico che permetta un conferimento a costi mitigati ai produttori locali, questo potrebbe riattivare questo paesaggio e questa realtà”.

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Tra i vicoli di Cataforio, mentre si concludeva il primo appuntamento di un programma che vedrà “Rotta civica” all’ascolto dei vari territori nei prossimi mesi, proprio mentre i suonatori della tradizione allietavano le vie del centro abitato, la sorpresa di un piccolo laboratorio tessile artigianale (Trama e ordito di Flavia Sismo e Teresa Bruno) con i telai della signora Flavia che ha deciso, per passione, di tramandare questa antica arte che oggi tende a scomparire.