Talenti Reggini, la campionessa di tiro a segno Miriam Schiava: “Sogno le Olimpiadi”
29 Dicembre 2017 - 12:23 | di Pasquale Romano

di Pasquale Romano – Non ti muovere. Nel tiro a segno, sono piccole porzioni di millimetro a fare la differenza tra sogno e delusione. Il respiro si deve allineare ai battiti del cuore, l’occhio al mirino, il tempo si dilata allungandosi all’infinito.
Miriam Schiava coltiva sin da bambina la passione del tiro a segno: i risultati ottenuti sinora sono sorprendenti, ma davanti c’è ancora un lungo percorso da coltivare. Considerata l’età della giovane campionessa reggina e la carriera media per questo tipo di sport, il meglio deve ancora venire…
Miriam, a che età hai iniziato e perchè?
“Avevo 12 anni, mio padre aveva già notato che mi piaceva sparare quando andavamo alle giostre (ride,ndr). Inizialmente avevo provato con la pistola, non mi piaceva e pensavo di aver concluso questa esperienza. Una volta provata la carabina invece, non ho più smesso”.
I risultati non sono tardati ad arrivare.
“Sin dal principio, ho vinto le prime gare regionali. Sono arrivate le medaglie e qualificazioni in Nazionale, il bronzo al campionato giovanile Juniores. Indossare la maglia azzurra a 14 anni non è da tutti, per me è stato un sogno a occhi aperti, la massima gratificazione avuta sino a oggi”.
Dalla sezione di Reggio Calabria passi al poligono di Roccella, il passaggio coincide con una tua ‘crisi’ e il pensiero di mollare. Perchè?
“Era il 2011, motivi personali mi avevano portato a maturare questa decisione. Mi sentivo triste, credevo di aver concluso il mio percorso. La perseveranza dei miei genitori e del mio allenatore mi hanno fatto cambiare idea. Ho ripreso ad allenarmi con costanza, nel 2012 sono tornata in Nazionale ed è stata una emozione incredibile. Perchè ho lottato tanto, e sofferto per ottenere nuovamente la maglia azzurra”.
Dal 2013 il tuo cammino si allarga fuori dai confini nazionali. In quell’anno entri anche nella storia del tiro a segno…
“E’ stato il mio miglior anno. Ho vinto l’oro in tutte le specialità, sono stata la prima donna a vincerlo nelle diverse categorie ai campionati di Roma. Qualche mese più tardi è arrivata la chiamata del gruppo speciale dell’Esercito, altro momento da ricordare. Ho potuto fare infatti della mia passione un lavoro”.
Da atleta militare devi dividerti costantemente tra Reggio Calabria e Roma, senza dimenticare i continui viaggi per tornei e campionati. Una passione fatta di sacrifici e fatica.
“Sono oramai 5 anni che faccio questa vita, non è semplice. La famiglia mi segue quando può ma spesso viaggio da sola, con le armi peraltro gli spostamenti sono ancora più complicati. Non nascondo che la fatica, fisica ed emotiva, è tanta. Sono però orgogliosa di quanto ottenuto e non mi fermerò certo adesso. Per questa ragione sto pensando di trasferirmi al nord, cosi da poter conciliare più facilmente i diversi impegni”.
Quanto ti dispiacerebbe lasciare Reggio Calabria?
“Tantissimo, sono legata in modo viscerale alla mia terra, la adoro. Il tiro a segno mi ha permesso di girare il mondo ma non vedo l’ora di tornare a casa, coccolata dagli affetti e riscaldata dal sole. Purtroppo credo che gli impegni mi porteranno altrove, ma avrò sempre Reggio Calabria nel cuore”.
Reggio Calabria patria di ‘cecchini’. In campo maschile, nel tiro a volo, possiamo contare su Antonino Barillà, che ha partecipato alle Olimpiadi di Rio.
“Ci siamo conosciuti di persona ai Mondiali di Granada in Spagna, il primo incontro casuale era stato in aeroporto. Ha ottenuto risultati importanti, spero di poterlo imitare e partecipare alle Olimpiadi”.
Le Olimpiadi, appunto. Sono il tuo più grande obiettivo?
“Un sogno, ma ci voglio credere. C’è tanto lavoro da fare, è dura ma ce la metterò tutta. Nel 2016 non le ho fatte perchè non ero ancora senior, inizio a mettere ‘nel mirino’ quelle del 2020. Per una ragazza come me, che le ha sempre viste in tv non potendo immaginare di parteciparvi, sarebbe un qualcosa di troppo grande da poter spiegare”.
Hai tempo per dedicarti allo studio, per avere legami e amicizie?
“Sono diplomata, ho provato a iscrivermi all’Università ma ho dovuto abbandonare per i troppi impegni. Alcuni amici li ho persi per strada, ma quelli più stretti sono rimasti al mio fianco. Ho un fidanzato che devo ringraziare, mi supporta e sopporta (ride, ndr). Abbiamo poco tempo per stare insieme, ha tanta pazienza e mi incoraggia in quello che è il mio percorso da atleta”.
Spiegaci in breve il tiro a segno, le principali difficoltà e le qualità che ti contraddistinguono.
“Quando spari, a livello fisico devi essere assolutamente immobile. Ma il talento sta nella testa, devi essere calmo e rilassato. Basta un errore microscopico per passare dalla vittoria alla sconfitta. Tensioni e ansie ti divorano, imparare a gestirli ti portano al successo. Si ha a che fare da vicino con la paura di sbagliare, ma non puoi farti dominare da questo pensiero altrimenti è finita. Io ho imparato a sparare tra un battito e l’altro, in quell’attimo di tempo che sembra infinito”.
Il tuo palmares in breve fa già impressione: 7 europei, 3 coppe del mondo a livello senior, 2 coppe del mondo junior, 1 mondiale junior. Dove vuoi arrivare?
“Sono ancora agli inizi, ho tutta una carriera davanti. Sono ovviamente soddisfatta di quanto ottenuto sinora ma non mi fermo, voglio ottenere ancora numerosi successi. Di sicuro, quando mi guardo allo specchio ripensando a tutti i sacrifici fatti, sono orgogliosa. Ho preso la mia vita in mano, inseguito con ostinazione e ottenuto quello che speravo. La maggior parte delle persone mi ripete ‘ma come fai?’, io rispondo sempre allo stesso modo. Con il cuore, e il grande amore per questo sport”.