A Scilla la mostra-seminario “Miti Mediterranei”

La mostra-seminario “Miti Mediterranei”, a cur

La mostra-seminario “Miti Mediterranei”, a cura del Dipartimento di Architettura e Territorio dArTe dell’ateneo di Reggio C. è in continuità con il progetto di ricerca The Third Island Ag’64’94’14 del fotografo Antonio Ottomanelli sulla Calabria, proposto alla XIV Biennale Internazionale di Architettura di Venezia sezione Monditalia.

L’evento al Castello di Scilla è una tappa di una rassegna iniziata a ottobre 2014 e che durerà per tutto il 2015 ed è concepita come un Link che continua a raccontare la Calabria, movente e campione emblematico per un’analisi sullo stato contemporaneo del paesaggio, attraverso l’intreccio di diversi linguaggi dell’arte e della comunicazione: architettura, cinema, letteratura, fotografia.

La mostra-seminario è a cura di Landscapes In-Progress e propone una lettura pluridisciplinare -in termini psico-antropologici, storico-letterari, figurativi e architettonici- dei miti antichi e moderni che interessano il Mediterraneo: e in particolare l’Area dello Stretto, da Scilla e Cariddi, alla Fata Morgana di Artù, al Pelorus Jack di Horcynus Orca, per conoscere meglio, e riconoscere, uno dei luoghi simbolici del paesaggio calabrese e dell’immaginario collettivo.

«Il mito» -come scrive il filosofo Michel Serres– «è in anticipo così bene sulle scienze umane che può essere più scientifico delle nostre stesse scienze». Il mito è in anticipo perché precede le scienze nel tempo, ma soprattutto nello spazio: infatti il mito è inscritto nei luoghi; mentre «la scienza è una cartografia che finisce per ricoprire gli spazi reali appropriandosene»: per questo, qualsiasi discorso scientifico sull’Area dello Stretto non può prescindere dal mito.

Il mito inscritto nei luoghi dà voce ai luoghi, li nomina, li estrae dal rumore di fondo per identificarli; e poi li mette in circolo -nell’eco della lingua- per farli parlare: far “parlare” i luoghi attraverso il mito costituisce, dunque, il motivo conduttore e il fine della Mostra-Seminario, che si avvale del contributo della scrittrice Marinella Fiume, studiosa di tradizioni popolari, e degli psicologi Salvatore Sapienza e Isabella Arcidiacono, i quali ci faranno osservare l’Area dello Stretto dal lettino dello psicanalista.

La mostra di Giuseppe Arcidiacono propone collage e disegni rivolti ad una interpretazione/costruzione immaginifica del paesaggio mediterraneo. Giuseppe Arcidiacono si collega, infatti, alla tradizione delle invenzioni settecentesche di paesaggi ideali; ma l’uso della tecnica del collage allontana ogni tentazione nostalgica e riconduce il gioco delle allusioni dentro gli ironici “montaggi” del Moderno.

Ne scaturisce un insieme di figure enigmatiche, di frammenti in bilico fra tradizione e innovazione, di piccoli rebus che abitano uno spazio sospeso tra precisi luoghi mediterranei ed altrettanto precisi luoghi teorici della disciplina architettonica.

Un approfondimento di contributi architettonici aprirà e concluderà le parti in cui si articola il Seminario, con gli interventi di Gianfranco Neri, direttore del dArte; Paolo Malara, presidente dell’Ordine ArchitettiPPC di Reggio; dei curatori Ottavio Amaro e Marina Tornatora; e di Carmine Ludovico Quistelli, Gianmarco Cantafio, Giovanni Fiamingo, Giuseppe Smeriglio.

LANDSCAPE IN-PROGRESS_ dipartimento dArTe
Responsabili scientifici:
Ottavio Amaro, Gianfranco Neri, Antonio Ottomanelli, Marina Tornatora

Gruppo di Ricerca: Beniamino Fabio Arco, Serena Borrello, Alessandro De Luca, Giovanna Falzone, Domenico Fazzari, Antonio Forgione, Lucia La Giusa, Lucrezia Marino, Francesca Marina Mazzone, Cristiana Penna

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