I dubbi dell'AIC sul protocollo: 'Alto rischio di un nuovo stop dopo la ripartenza'

In giornata si è tenuto un incontro di approfondimento con i rappresentanti delle squadre di Serie A

Stabilito che il prossimo 18 maggio potranno riprendere gli allenamenti di gruppo, si rimane in attesa di capire se per quella data del 13 giugno, stabilita dalla Lega A per la ripartenza, il campionato possa finalmente ricominciare. Rimangono forti dubbi non tanto sulla possibile partenza, quanto sulla possibilità di concludere, vista la rigidità dei protocolli, così come ha ribadito l’AIC in un comunicato ufficiale:

Nella giornata di oggi si è tenuto un incontro di approfondimento con i rappresentanti delle squadre di Serie A, al quale ha partecipato il dottor Walter Della Frera, per esaminare le modifiche apportate al protocollo FIGC a seguito delle indicazioni del Comitato Tecnico Scientifico del Governo.
Le perplessità tra noi condivise riguardano soprattutto le tempistiche della ripresa della stagione.
L’ipotesi del ritiro per la creazione del “GRUPPO Squadra” è stata valutata e condivisa fin dall’inizio, ma in assenza di date certe per la ripresa del campionato 2019/2020 appare prematura ogni valutazione sulle tempistiche di svolgimento dello stesso.
Inoltre, le modalità di gestione delle eventuali positività di un membro del “GRUPPO Squadra”, così come definite dal nuovo protocollo, non sembrano idonee a garantire la conclusione del campionato; esiste il concreto rischio di doversi fermare nuovamente non appena si potrà tornare in campo, vanificando così tutti gli sforzi profusi.

L’esigenza sentita da tutti noi è quella di avere chiarezza sui futuri protocolli concretamente attuabili nelle settimane successive alla prima fase di ritiro, soprattutto con riguardo alle modalità di svolgimento delle partite di campionato; la consapevolezza dei passi da compiere per tornare in campo ci aiuterebbe a condividere un percorso, senza malintesi e rischi inutili in questo momento.
Nelle prossime ore e nei prossimi giorni si valuteranno ulteriormente tutti gli aspetti critici, anche attraverso un confronto con i medici, i tecnici e gli arbitri che, come i calciatori, non vedono l’ora di trovare la giusta modalità di ripresa, preservando l’incolumità e garantendo l’uniformità di trattamento per tutte le persone coinvolte”.