Nucera e la visione della città: ‘La democrazia partecipata è il futuro di Reggio’

La candidata sindaca sui Comitati di Quartiere ed i Consigli di Circoscrizione. "La città nelle mani dei reggini"

anna nucera

“Ho avuto ben impresso in mente che il problema della democrazia partecipata è un nodo fondamentale nella società moderna, in Italia e in particolare a Reggio, fin da prima che mi fosse offerta la candidatura a sindaca e poi quando ho accettato la sfida, quando abbiamo cominciato a costruire un percorso assieme al mio gruppo e nel confronto aperto con associazioni e singole personalità”.

A comunicarlo, in una nota stampa, è la candidata sindaca di Reggio Calabria, alle prossime elezioni comunali del 2026, Anna Nucera.

“È mia precisa convinzione che i cittadini si debbano riappropriare del diritto di contribuire alle decisioni che vengono assunte dalle istituzioni, che debbano pretendere che partiti, associazioni e soggetti di rappresentanza siano strutture aperte e favoriscano la partecipazione ed il protagonismo, e che stiano veramente sul territorio, ma, nel contempo, i reggini devono sentire la responsabilità di dare il loro contributo di idee e impegno ad una città in difficoltà che necessita di molte cose e di una gestione inclusiva e partecipata. Per questo motivo sostengo che l’approvazione delle norme per l’elezione dei Consigli di Circoscrizione sia un elemento essenziale su cui costruire un primo strumento di partecipazione e anche di gestione, considerando io i Consigli alla stregua dei Municipi di altre città che hanno budget per lavori di ordinaria amministrazione decisi direttamente dalle Circoscrizioni”.

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L’ex dirigente scolastica, già assessore della giunta Falcomatà:

“Se i Consigli di Circoscrizione hanno il pregio di essere uno strumento istituzionale a cui è possibile delegare ruoli e funzioni hanno, però, il difetto di una ampiezza e di una complessità territoriale dovendo restare dentro i parametri previsti dalla legge. Parametri troppo ristretti, a mio avviso. Non farò mai un appunto su quale circoscrizione debba vedere l’inserimento di questo o quel territorio, sarebbe una polemica sciocca, considerando che il limite di 30.000 abitanti per circoscrizione dovrà essere rispettato.
Ma sono fortemente convinta che ai Consigli di Circoscrizione si debbano affiancare i Comitati di Quartiere formati da cittadini che, volontariamente, cercano di impegnarsi per il buon andamento del loro rione. I Comitati di Quartiere potrebbero supplire all’eccesso di ampiezza delle Circoscrizioni e a definire, caratterizzandole, le istanze di territori meno vasti e più omogenei per storia, tradizioni e vicinanza logistica e culturale”.

Nucera ha poi aggiunto:

“In questa volontà di dare solidità alla democrazia dal basso abbiamo bisogno di fantasia e determinazione, ma anche di verificare quali esempi in giro per l’Italia si possano prendere ad esempio. Il Comune di Bari ha preso decisioni che condividiamo e che adatteremo alla realtà reggina se avremo la possibilità di governare questa grande città. Il nodo centrale è l’istituzione dell’ASSESSORATO alla PARTECIPAZIONE e la CARTA della PARTECIPAZIONE che garantisca le scelte politiche, istituzionali e burocratiche che assumeremo per favorire il diretto intervento dei cittadini nella scelte politico-amministrative. Ciò comporta la regolamentazione dei COMITATI di QUARTIERE, l’attribuzione di poteri e fondi per operare, la preventiva discussione sul bilancio comunale per giungere ad un bilancio davvero partecipato e condiviso con la cittadinanza, la creazione di un OSSERVATORIO sul DECENTRAMENTO che verifichi anche l’adozione di pratiche democratiche e partecipative dentro gli organismi decentrati, la partecipazione di componenti degli organismi decentrati alle sedute di commissione comunale, la pubblicità delle riunioni degli organismi decentrati e la partecipazione dei cittadini a queste riunioni, soprattutto quando si assumono decisioni fondamentali (bilancio, lavori pubblici, cultura e scuola, sanità territoriale).

Insomma, dobbiamo fare in modo che i cittadini partecipino e abbiano voce nelle decisioni che si assumono, che possano dare indicazioni, proporre soluzioni, far sentire la voce delle popolazioni di quel determinato luogo. Certo, il governo di una città sarebbe anche un po’ più faticoso, si dovrebbe parlare con più persone, con organismi diversi. È proprio quello che auspico – ha concluso – una mia sindacatura non sarebbe una passeggiata e ne sono cosciente, ma il confronto aperto sui problemi di una terra, di un quartiere, di una strada non può che arricchire il dibattito.
In fondo, è proprio questa la democrazia”.