'Ndrangheta e narcotraffico internazionale: catturati 6 latitanti

Gli inquirenti hanno arrestato gli uomini maggiormente coinvolti nel traffico di droga sull’asse sud America – Europa, che erano riusciti ad evitare la retata di novembre dell'operazione 'Magma'

Mediatori tra narcos e cosche, imprenditori, vecchi arnesi criminali legati alla stagione dei sequestri di persona, persino un “facilitatore” che si sarebbe attivato per la fuga di Rocco Morabito, uno dei narcos calabresi più importanti catturato in sud America ed evaso prima dell’estradizione in Italia. Continua a segnare risultati importanti il progetto “interpol cooperation against ‘ndrangheta” messo in piedi dalle forze di polizia internazionali e che, nei giorni scorsi, ha segnato la cattura di sei latitanti sfuggiti all’operazione “Magma” che nel novembre scorso aveva portato all’arresto di oltre 40 presunti esponenti della cosca Bellocco di Rosarno.

La ndrina dei Bellocco, che da sempre si contende il potere sull’antica Medma con quella dei Pesce, era stata colpita duramente dagli arresti effettuati dagli uomini dello Scico e del Gico della guardia di finanza coordinati dalla distrettuale antimafia reggina e in quell’operazione gli inquirenti erano riusciti a porre fine ad un traffico internazionale di stupefacenti che, dall’Argentina e dal Costa Rica, era in grado di rifornire le piazze di spaccio europee con quintali di cocaina. Oltre 400 i chili sequestrati dalle forze dell’ordine durante il blitz, oltre naturalmente, al solito corollario di armi con le matricole punzonate.

Un’organizzazione ramificata e potente quella dei Bellocco che era riuscita a ritagliarsi uno spazio importante nel mondo dei narcotrafficanti grazie a solidi contatti nei paese tradizionalmente produttori e che, grazie ai contatti “pesanti” in sud America riusciva a muoversi in soccorso di altre “famiglie” del crimine organizzato reggino. Come nel caso di Rocco “Tamunga” Morabito, esponente di spicco della locale di Africo, nella cui clamorosa evasione sarebbe coinvolto uno degli arrestati odierni, che, sostengono gli inquirenti, avrebbe fatto entrare nel paese latino, la somma di 50 mila euro necessari a “facilitare” la fuga del narcos.

GLI ARRESTI

L’operazione, resa possibile dall’accordo internazionale tra forze di polizia di Italia, Argentina, Costa Rica e Albania, è scattata contemporaneamente alle 19 di martedì scorso e ha consentito agli inquirenti di catturare alcuni degli uomini maggiormente coinvolti nel traffico di droga sull’asse sud America – Europa e che erano riusciti ad evitare la retata di novembre.

In manette è così finito Ferdinando Sarago, rosarnese con un piede in Calabria e uno in Argentina e che veniva utilizzato dalle cosche anche per il trasporto di documenti riservati e come intermediario nell’approvvigionamento della polvere bianca. A lui viene imputata una trattativa di acquisto che vedeva coinvolte oltra alla cosca dei Bellocco anche quella dei Pesce.

Tra gli arrestati figura anche Giovanni Di Pietro, conosciuto anche Massimo Pertini che da Buenos Aires, si sarebbe occupato del trasporto dei carichi illeciti nascosti tra i container in arrivo nei porti europei. Nel suo passato, storia di più di 40 anni fa, anche il rapimento (finito poi con la morte dell’ostaggio) di Franz Trovato, che come unica colpa aveva l’essere il figlio di un ricco industriale di Acireale. Per quel rapimento Di Pietro era stato condannato in Italia in via definitiva (in contumacia) nel 1982, ma grazie alla mancata notifica della sentenza, lo stresso aveva potuto passare quasi mezzo secolo indisturbato nella capitale argentina.

In manette anche Fabio Pompetti, considerato dagli inquirenti come “risolutore di problemi” per le cosche. Il “mr Wolf” dei Bellocco è accusato di essere la mente nell’elusione dei controlli dell’antiriciclaggio e dei controlli doganali, oltre che di essere uno dei portavoce dei fornitori nei confronti delle famiglie di ‘ndrangheta.

Scovato dalle forze dell’ordine anche Franco D’Agapiti, ricco imprenditore proprietario di un hotel con casinò in Costa Rica e accusato di avere fornito ospitalità e appoggio logistico agli ‘nranghetisti proprio all’interno della sua struttura ricettiva.

In manette infine anche Adrian Cekini e Bujar Sejdinaj, arrestati in Albania e accusati di essere parte dell’ingranaggio dagli uomini della guardia di finanza.