Sesso a pagamento con minore, nuovo arresto per ex parroco

Le indagini erano iniziate un anno fa. L'ex prete già condannato in via definitiva per prostituzione minorile

Ancora un arresto per l’ex parroco di Zungri, nel vibonese; ancora un ragazzino finito tra le grinfie di don Felice La Rosa, sacerdote già condannato con sentenza passata in giudicato per reati legati alla prostituzione minorile. Questa volta è toccato a tre ragazzini neanche sedicenni, tutti di origine bulgara, di finire nel mirino di La Rosa.

A mettere ancora nei guai l’ex prete, finito ai domiciliari su disposizione del Gip del tribunale di Reggio Calabria, l’incontro clandestino con uno dei tre giovanissimi – gli altri due, raccontano le indagini, avevano trovato il coraggio e la forza per non cedere alle lusinghe a pagamento dell’indagato – che avrebbe poi raccontato tutto agli inquirenti. Una storia venuta fuori per caso, grazie ad un controllo di un banale posto di blocco della polizia nelle campagne di Rosarno. Siamo nel febbraio dello scorso anno e La Rosa viene fermato in auto con tre minorenni in una stradina secondaria alla periferia del paesone della Piana. Interrogato dalla pattuglia sui motivi che avevano portato lo strano gruppo a trovarsi insieme a percorrere una stradina tra gli agrumeti e uliveti che costeggiano il mare, l’ex parroco di Zungri non è stato in grado di fornire una spiegazione convincente e gli agenti, dopo avere sentito dallo stesso indagato dei suoi precedenti per prostituzione minorile, decidono di indagare più a fondo.

Sentiti a sommarie informazioni i tre ragazzi, gli investigatori si rendono conto che quell’incontro non era stato affatto casuale: da lì le ulteriori indagini coordinate dalla procura di Reggio Calabria che nella serata di ieri hanno portato all’arresto dell’ex parroco con l’accusa di avere «offerto somme di denaro al minore come corrispettivo di una prestazione sessuale» e per avere tentato analogo giochetto con altri due ragazzini, minori di 16 anni «evento non verificatosi per cause estranee alla volontà di La Rosa (in particolare – scrive il Gip – i due soggetti minorenni non accettavano di compiere atti sessuali».

La Rosa era già finito agli arresti in seguito all’operazione Settimo Cerchio della mobile di Vibo e condannato in via definitiva a due anni e 4 mesi di reclusione. L’indagato resta poi in attesa del giudizio in merito all’accusa di detenzione di materiale pedopornografico in ingente quantità.