Sanità a Reggio, Di Furia (ASP) a Presa Diretta: 'Dopo le minacce ho capito che stavo nel posto giusto'

E' stata nostra ospite a Live Break nel corso dell'ultima puntata. Di Furia a Presa Diretta: 'Io non sono amica di nessuno da queste parti'

Viaggio all’interno della sanità calabrese. Focus della trasmissione di Rai 3Presa diretta’, nell’ultima puntata ampio servizio dedicato al sistema sanitario calabrese con le difficoltà degli ospedali pubblici, lo stato di sofferenza dei pronto soccorso, la diffusione di ambulatori di urgenza a pagamento, la proliferazione di poliambulatori.

Secondo l’ultimo rapporto Svimez, l’autorevole agenzia per lo sviluppo industriale del mezzogiorno, la Calabria è l’ultima regione in Italia per spesa corrente in sanità ed è la prima per migrazione sanitaria. In soccorso alla sanità calabrese e alle drammatiche carenze di personale sono arrivati, nell’ultimo anno, quasi 300 medici cubani.

Nonostante questo nel reparto guidato dal Dottor Amodeo a Polistena si lavora ancora sotto organico, con la metà dei medici e degli infermieri necessari.

Chi tenta di rilanciare la Sanità pubblica in Calabria viene minacciato come è successo al direttore generale dell’ASP Reggio Calabria Lucia Di Furia, recente ospite del format di CityNow ‘Live Break’ (CLICCA QUI PER GUARDARE LA PUNTATA).

“Venire da fuori mi ha dato la possibilità di non conoscere nessuno quando sono arrivata, questo mi ha dato libertà totale”.

Quella di Reggio Calabria è l’Azienda sanitaria più disastrata d’Italia, così viene definita da Rai3.

“Il paradosso è che ci sono i soldi ma non vengono spesi basti pensare che non ci sono i letti. C’è la paura assoluta a firmare qualsiasi cosa. Cioè io non immaginavo che ci potessero essere ospedali con i letti così antichi. Agende pubbliche chiuse? E’ inaccettabile, vietato dalla legge e farò subito dei richiami se c’è qualcuno che si comporta in questo modo. Se mi farò nemici? Non mi interessa, non sono amica di nessuno. Ho avuto paura, c’è stato un episodio che mi ha messo paura, ero arrivata da poco tempo, preferisco non parlarne. Cosa ho pensato? “Se è cosi che pensano di mandarmi via, allora è sicuro che rimango”.

La direttrice generale dell’Asp ha proseguito nell’analisi della sanità reggina.

“Questo territorio si rende attrattivo innanzitutto dando ai professionisti quello che a loro spetta. Io ho trovato una situazione disastrosa anche su questo versante, cioè professionisti a cui non erano pagati i buoni pasto dal 2006. Professionisti che non hanno gli incarichi, cosa dovuta per contratto collettivo. Io penso che rispetto alle scarse risorse forse qualcuno sta pensando di utilizzare il privato per non finanziare il pubblico”.

“Noi in questo momento stiamo lavorando soprattutto sul Pnrr per evitare di perdere ulteriore tempo. Abbiamo 17 case della comunità”, ha spiegato Di Furia, ma alla domanda dell’inviata di Presa Diretta “Ma dentro chi ci mettiamo?” la risposta del direttore generale dell’Asp è laconica:

“Ecco, dentro cosa ci mettiamo? Questo è un bel problema”.