Associazione Anassilaos organizza incontro per gli 80 anni di 'Via col vento'

Film campione d'incassi, “Via col Vento” è considerato una pietra miliare della storia del cinema

All’ 80° anniversario dell’uscita (1939) nei cinema americani di “Via col vento” (Gone with the wind), kolossal cinematografico diretto da Victor Fleming, prodotto da David O. Selznick e basato sull’omonimo romanzo pubblicato nel 1936 di Margaret Mitchell, con cui la scrittrice vinse anche il Premio Pulitzer, l’Associazione Culturale Anassilaos dedica un incontro che si terrà martedì 19 febbraio alle ore 17,30 presso lo Spazio Open (Via Filippini 23-25 Angolo Via Giudecca) con l’intervento del Dott. Luca Pellerone, appassionato di cinema e studioso, nonché vicepresidente Anassilaos Giovani, che analizzerà approfonditamente l’opera cinematografica, nelle sue fasi di pre-produzione, produzione e post-produzione, dando anche spazio alle curiosità del dietro le quinte, al successo della notte degli Oscar e a tanto altro ancora.

Film campione d’incassi, “Via col Vento” è considerato una pietra miliare della storia del cinema grazie anche al ricchissimo cast di attori – Clark Gable (Rhett Butler), Vivien Leigh (Scarlett O’Hara), Leslie Howard (Ashley Wilkes), Olivia de Havilland (Melanie Hamilton), Hattie McDaniel (Mammy), e viene ancora oggi indicato come simbolo di un intero sistema cinematografico (la Hollywood dei grandi studios e delle prime mega-produzioni a colori) e soprattutto di un’idea di cinema come narrazione epica e grandiosa, capace di abbracciare più generi, dal melodramma al film di guerra fino a quello sentimentale.

La realizzazione del film incontrò diverse vicissitudini sia nella stesura della sceneggiatura affidata a Sidney Howard, con interventi successivi di altri scrittori che nella scelta dell’attrice protagonista Scarlett O’Hara (in italiano Rossella), ruolo affidato ad una emergente attrice inglese, Vivien Leigh che sbaragliò attrici molto più conosciute (Bette Davis, Joan Crawford, Paulette Goddard) fino alla regia affidata dapprima a George Cukor, licenziato poi per contrasti con la produzione.

Il film, come prima il romanzo, rappresenta un punto di passaggio, di cui la guerra di secessione è uno degli aspetti, della trasformazione degli Stati Uniti da paese ancora agricolo, la cui economia si basava sul latifondo, all’economia industriale che creava una forte industrializzazione.

Un passaggio che attraversa la psicologia dei protagonisti, e soprattutto di Rossella O’Hara che si ribella a questa ineludibile trasformazione alimentando in sé il mito di Tara. A spiegare il forte impatto che il film ebbe anche sul pubblico femminile fu l’amore – indimenticabili alcune scene che sono passate alla storia – che costituisce l’elemento fondamentale della vicenda.

La “capricciosità” sentimentale di Rossella, innamorata ma non riamata, che si sposa senza amore con altri uomini mantenendo una passione per Ashley, irraggiungibile suo primo amore, non attira stranamente alcuna antipatia sulla protagonista ma crea nel pubblico femminile una sorta di empatia verso di lei quasi che ciascuna donna – il film in Italia è stato più volte riproposto anche in tempi recenti attirando un pubblico di nonne, madri e figlie – si identifichi con le sue vicissitudini sentimentali, con il rimpianto del primo amore della propria perduta giovinezza.