Avis, il presidente Romeo: “Donare il sangue è un gesto che unisce…donate! Vi sentirete supereroi”
18 Settembre 2016 - 09:17 | di Vincenzo Comi

di Vincenzo Comi – L’Avis, come noto, ha un solo obiettivo, la divulgazione della cultura della donazione del sangue e persegue questo scopo da quasi 100 anni.
Nata dall’intuizione del dott. Vittorio Formentano, che vide morire una sua paziente per una fortissima emorragia, l’Avis è stata fondata nel 1927 solo ed esclusivamente per non fare mancare mai il sangue e per donarlo gratuitamente a tutti.
Ad oggi, nonostante gli oltre due milioni di donatori, che fornisce il 60-70% del fabbisogno del sangue a livello nazionale, vi è sempre una continua e costante emergenza, soprattutto al sud.
Abbiamo incontrato il presidente della sezione Avis di Reggio Calabria Antonio Romeo che ci ha spiegato perché è importante donare e perché ancora molti non lo fanno.
“Pochi sanno che il sangue è uno dei pochi componenti del corpo umano che non può essere riprodotto artificialmente. E’ così perfetto e complicato che ancora oggi l’uomo non è riuscito ad inventarlo quindi o viene donato o non c’è – spiega il presidente Romeo – Non è possibile comprare il sangue in farmacia. Le persone non donano perché purtroppo ci sono ancora oggi alcune paure e credenze che non hanno motivo di esistere. La paura dell’ago ad esempio non viene facilmente superata. Faccio sempre l’esempio di un signore australiano. Il suo sangue contiene un enzima particolare e nella sua vita ha fatto oltre duemila donazioni. Bene, lui ha confessato di avere paura dell’ago ma sa bene quale sia l’importanza di quel gesto e al momento della donazione gira lo sguardo dall’altra parte. Con la volontà quindi si può superare qualsiasi paura.”
Nonostante le tante e spesso ingiustificate paure tuttavia si è superata anche questa stagione estiva con un bilancio piuttosto positivo.
“Abbiamo ottenuto i risultati degli anni precedenti anche se con qualche difficoltà – spiega Romeo – Vi sono infatti alcune limitazioni ad esempio i ragazzi reggini che vivono in città come Milano, Bologna, Mantova, Parma, non possono donare a causa di un virus che viene portato dalla zanzara, se non dopo 28 giorni dal loro rientro. La donazione di questi ragazzi il più delle volte non avviene e perdiamo regolarmente ogni anno 600-700 ragazzi.”
La sede dell’Avis di Reggio Calabria si trova all’interno di un bene confiscato alla mafia sul Corso Garibaldi a pochi passi dalla stazione centrale. Dove prima c’era l’illegalità adesso c’è la vita. Un ambiente forse ancora poco conosciuto dotato di strumenti all’avanguardia con locali ultramoderni e personale qualificato.
“I locali che adesso ospitano la sede dell’Avis erano prima in mano alla mafia. Abbiamo progettato gli ambienti curando ogni dettaglio. Il Centro Nazionale Sangue ha dichiarato che ha visto ben poche sedi belle come la nostra.”
Ad animare i locali che affacciano sui recenti scavi archeologici di Piazza Garibaldi, ci sono, altre ai 5.000 donatori, il personale dell’Avis.
“Più che squadra la nostra è una vera e propria famiglia che si dedica giornalmente a questa missione. Chi lavora qui trova un ambiente familiare in cui tutti si chiamano per nome e conoscono anche gli aspetti più intimi. Siamo un gruppo unito così come dovrebbe essere ogni famiglia.”
L’Avis di Reggio Calabria cerca quotidianamente, attraverso il lavoro soprattutto dei giovani volontari, gli strumenti per svegliare le coscienze dei cittadini.
“Ci svegliamo quando ci sono le festività mariane o quando c’è la Reggina ma poi non riusciamo quotidianamente a riconoscere le esigenze che ha questa città. A seguito di disgrazie come il terremoto parecchi giovani si sono avvicinati alla donazione. Questo può anche andare bene ma bisogna poi donare il sangue con costanza. Vi è sempre una necessità di sangue perché il nostro ospedale ha un bacino di utenza molto molto vasto. I giovani ancora oggi purtroppo non si interessano a questo argomento perché c’è poca educazione alla salute. Siamo si un popolo di generosi nelle situazioni di emergenza ma nel quotidiano ci perdiamo. Dovremmo avere tutti più sensibilità.”
Su una popolazione di 180.000 dovremmo avere almeno 25.000 donatori ed invece ne abbiamo solo 5.000.
Infine un invito da parte del presidente Romeo ai giovani reggini: “Donare il sangue è un atto di amore, un gesto che unisce…donate! All’inizio si ha paura di donare, dalla seconda donazione però si ha paura che il dottore vi dica che non potete donare. Donate ragazzi, salverete almeno tre vite, Vi sentirete supereroi”
