Carabiniere reggino eroico, salva donna dal suicidio: ‘Il premio è che sia salva’

Il racconto del giovane reggino e i complimenti della premier Giorgia Meloni

lorenzo fasci

E’ di Reggio Calabria il carabiniere che sulla statale 42 di Bergamo ha salvato una donna da un gesto estremo. Era in viaggio con i suoi familiari lungo la Strada Statale 42, quando all’altezza di San Paolo d’Argon, Fascí nota una donna in bilico oltre il parapetto. È evidente: sta per compiere un gesto estremo. Lorenzo interviene subito, con un gesto eroico che è stato sottolineato anche dalla premier Giorgia Meloni.

“A Lorenzo Fascí va il ringraziamento di tutti. La sua prontezza e il suo coraggio ci ricordano cosa significa indossare una divisa, anche quando non la si porta addosso”, le parole di Meloni.

“La ringrazio, per me però – racconta lo stesso Fascì – il premio principale è che la donna sia salva. Il resto viene meno”.

Accortosi subito della delicata situazione, Fascì, alcuna protezione, ha scavalcato il parapetto. “Ero al di là delle barriere di protezione, ma per me la priorità era salvare la donna. Mi sono avvicinato a lei, che inizialmente vedendomi mi chiedeva di star fermo, altrimenti si sarebbe buttata. Mi sono quindi bloccato e le ho detto di essere un carabiniere e che qualsiasi problema nella vita si può risolvere parlandone. Ho cercato di instaurare un rapporto con questa donna e mentre parlavamo, ho ridotto sempre più la distanza tra noi e mi sono avvicinato pian piano”, racconta il 28enne.

Una volta vicino alla donna, l’ha cinta. “Ho usato il mio corpo come scudo e l’ho sorretta per tutto il tempo necessario”. Un tempo interminabile: “I soccorsi credo che siano arrivati dopo una decina di minuti, anche se la percezione del tempo in quei momenti è molto labile”.

Quando sono arrivati i carabinieri della stazione di Trescore Balneario e il 118, la donna “non era ancora intenzionata a tornare verso la strada. Invece parlandoci, pian piano siamo riusciti a convincerla e a piccoli passi, con me che restavo sempre dietro di lei, siamo arrivati verso il ciglio della strada”. A quel punto tra loro non si sono più scambiati parole, “ma ci siamo abbracciati, un chiaro segno di comunicazione.

Quell’abbraccio è stato il gesto che più mi ha toccato”, confessa il carabiniere scelto all’Adnkronos. Era la prima volta che si trovava in una situazione del genere, in cui ha fatto ricorso – spiega – sia all’addestramento ricevuto durante i corsi “in cui ci insegnano le tecniche per creare un primo approccio con la vittima e con il cittadino, in modo tale da instaurare un rapporto di fiducia immediato”.