Brogli a Reggio, Castorina in silenzio davanti al Gip

Il consigliere comunale si è avvalso della facoltà di non rispondere. E minaccia querele per tutti

Si è avvalso della facoltà di non rispondere Antonino Castorina, il recordmand di presenza in casa Pd colpito da una nuova misura cautelare in seguito alla seconda tranche dell’indagine che lo vede indagato per i presunti brogli al comune di Reggio Calabria in occasione delle elezioni dell’ottobre scorso.

«La decisione di non rispondere alle domande di cui all’interrogatorio – scrivono gli avvocati Natale Polimeni e Francesco Calabrese, legali del consigliere comunale sospeso –  non può e non deve leggersi negativamente, quale sottrazione del Castorina all’accertamento della verità, anzi al contrario».

Secondo gli avvocati, Castorina non avrebbe ancora preso piena visione di tutti le accuse che gli inquirenti gli muovono in seguito alle confessioni di Carmelo Giustra (il presidente di seggio arrestato assieme a Castorina che ha raccontato ai giudici reggini il sistema con cui gli indagati avrebbero manomesso l’esito regolare del voto), preferendo quindi rimandare ad un secondo momento il confronto con i magistrati.

«Il materiale di indagine è comunicato (finora) in maniera come minimo parcellizzata, frazionata, a singhiozzi – scrivono ancora i due difensori di Castorina – Per tal via, l’indagato non è certamente nelle condizioni di poter conoscere tutti i fatti di cui al giudizio: in altre parole, l’indagato dovrebbe sottoporsi a domande inerenti a circostanze da lui non ancora conosciute, di cui lo stesso non sarebbe edotto».

I legali del politico Democrat hanno poi annunciato ricorso in Cassazione contro la decisione del riesame che ha rigettato la richiesta di revoca dei domiciliari, preannunciando inoltre una serie di querele ai giornalisti e agli addetti ai lavori che si sono occupati della vicenda.